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Katia Giuliani – Twinpark
installazione
Comunicato stampa
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Esistono artisti che hanno un' intuizione.
Dall' intuizione passano al segno, e il segno diventa impronta, l' impronta dell'artista.
Il tipo di estetica che ne scaturisce, porta all'astrazione totale di chi osserva.
Questo succede entrando in twinpark. Astrazione da tutto ciò che è l' attorno.
I soggetti, la serialità e la metamorfosi degli elementi scelti, arriveranno dagli occhi, dritte alle vostre menti, facendo sì che il tempo passi in balìa dell' ossessione di quella stessa visione.
Appare il contrasto delle linee e dei contorni, figure che si stagliano. Un parco di ombre nere e frastagliate, nette, precise, con un loro ordine intrinseco.
La sensazione è quella di stare in un labirinto di segnali, di accenni a qualcosa di nascosto. Perdersi in un paesaggio e attraversarne il significato.
Katia Giuliani ricerca atmosfere, questo è quello che fa. E lo fa partendo dalla fotografia. Ricava, intuisce, deduce. Estrae l' essenza da un particolare e quel particolare lo rende unico, lo rende un segno.
Le forme si delimitano, il motivo diventa modulare ed entra in gioco l'infinito.
Infinite volte la forma prende vita e si annulla su se stessa. Poi rinasce, si ripete, muore su stessa, rinasce insistentemente. Lo fa su superfici ampie, pianure verticali, lunghe anche 12 metri.
La visione di questo mondo di piacevole ossessione è investita da una sonorizzazione di Christine Borlée (A:I:M), che con la sue note ambient , riesce a completare l' ambiente, espandendone i confini oltre le mura.
Francesca Querci
Dall' intuizione passano al segno, e il segno diventa impronta, l' impronta dell'artista.
Il tipo di estetica che ne scaturisce, porta all'astrazione totale di chi osserva.
Questo succede entrando in twinpark. Astrazione da tutto ciò che è l' attorno.
I soggetti, la serialità e la metamorfosi degli elementi scelti, arriveranno dagli occhi, dritte alle vostre menti, facendo sì che il tempo passi in balìa dell' ossessione di quella stessa visione.
Appare il contrasto delle linee e dei contorni, figure che si stagliano. Un parco di ombre nere e frastagliate, nette, precise, con un loro ordine intrinseco.
La sensazione è quella di stare in un labirinto di segnali, di accenni a qualcosa di nascosto. Perdersi in un paesaggio e attraversarne il significato.
Katia Giuliani ricerca atmosfere, questo è quello che fa. E lo fa partendo dalla fotografia. Ricava, intuisce, deduce. Estrae l' essenza da un particolare e quel particolare lo rende unico, lo rende un segno.
Le forme si delimitano, il motivo diventa modulare ed entra in gioco l'infinito.
Infinite volte la forma prende vita e si annulla su se stessa. Poi rinasce, si ripete, muore su stessa, rinasce insistentemente. Lo fa su superfici ampie, pianure verticali, lunghe anche 12 metri.
La visione di questo mondo di piacevole ossessione è investita da una sonorizzazione di Christine Borlée (A:I:M), che con la sue note ambient , riesce a completare l' ambiente, espandendone i confini oltre le mura.
Francesca Querci
19
ottobre 2006
Katia Giuliani – Twinpark
Dal 19 ottobre al 19 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
XMUD
Firenze, Corso Dei Tintori, 4, (Firenze)
Firenze, Corso Dei Tintori, 4, (Firenze)
Vernissage
19 Ottobre 2006, ore 19-22
Autore