Scavando nella terra e nella memoria in questo caso ho riscoperto i resti d’ infanzia, celati in una comunissima pietra, ho ritrovato quel che resta di un passato trascorso, gli stessi oggetti che un tempo erano d’importanza vitale dimenticati e sepolti tornano alla luce. Il peluche, la macchinina, l’oggetto transizionale con il quale il bambino entra in contatto con il mondo riuscendo ad interagire con esso senza paura, trovano una nuova dimensione. Assieme ai giochi d’infanzia sono stati rinvenuti anche animali che abitarono un mondo fantastico creato dalla mente di bambini. Gli oggetti e gli animali fantastici non hanno subito trasformazioni, sono come bloccati nell’istante in cui il bambino ha deciso di crescere dimenticando quel mondo che alimentava la sua fantasia, e inghiottiti e sotterrati dal tempo. Disposti come una sorta d’archivio della memoria , in cui i ritrovamenti vengono custoditi e osservati e a volte riconosciuti da chi ha ancora ricordo d’infanzia.

Elena Armellini, nata a Venezia nel 1982, diploma di Maestro d’Arte Applicata in Oreficeria presso l’Istituto Statale d’ Arte di Venezia. Attualmente iscritta al quarto anno di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Vive e lavora a Mestre.
Mostre: 2002, Scatti da un territorio, Padiglione Italia. – Venezia; Fotografica, Sala delle esposizioni. – Mestre; 2003, Biennale della Fiaba, Palazzo Albrizzi. – Venezia; 2004 Ricordati di fare la differenza, Ambientario, Assessorato all’Ambiente. – Venezia; Pittura e Progettazione Artistica Città di Treviso, Ca’ da Noal. – Treviso; 2005, Atelier Aperti, evento nell'ambito della 51a Biennale d'Arte Contemporanea di Venezia, Sede espositiva dell’Accademia di Belle Arti di Venezia; Hicetnunc, Rassegna di arte contemporanea, San Vito al Tagliamento – Pordenone; Momenti d’Arte, Cat Studio – Mestre.