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Robert Gligorov – Pow-wow
Già dal titolo si percepiscono le caratteristiche più evidenti del lavoro di Gligorov: spaesamento e meraviglia
Comunicato stampa
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Già dal titolo si percepiscono le caratteristiche più evidenti del lavoro di Gligorov: spaesamento e meraviglia.
In Isola Gligorov si rifà a “L'isola dei morti” di Arnold Böcklin, un quadro denso di simbologie per l’atmosfera silente e onirica che l’artista attraverso una elaborazione digitale stravolge immettendo - nello scenario familiare ai napoletani dei faraglioni capresi - i grattacieli del centro direzionale. Il prelievo dal passato diviene esplicito e diretto in Venni-Vidi-Vinci dove con atteggiamento irriverente di stampo duchampiano l’artista “oltraggia” un capolavoro di Leonardo. Ma in fondo, se Il Cenacolo secoli prima aveva subito l’apertura di una porta per permettere ai monaci di comunicare più agevolmente con la cucina adiacente non può forse L’Annunciazione degli Uffizi accogliere una presa per caricare il telefonino di un turista in difficoltà?
Negli ultimi anni lo stile di Robert Gligorov ha stemperato i toni eccessivi e provocatori degli esordi a favore di una rinnovata monumentalità, caratterizzata da un’inquadratura allargata e da una maggiore attenzione per il paesaggio, come nella poeticissima Stars Watcher.
Ibridando i registri del reale e del virtuale l’artista macedone ha costruito negli anni una cifra stilistica inconfondibile che giunge ad un risultato formale pulitissimo, pervaso da toni estetizzanti ed erotici, nei quali Gligorov tramite un’auto-rappresentazione ironica si racconta per paradossi che destabilizzano lo spettatore.
Tutte le opere presenti in mostra sono state realizzate per gli spazi della Changing Role.
Robert Gligorov nasce nel 1960, a Kriva Palanka, in Macedonia. Vive e lavora a Milano.
Una sua opera della serie Bobe è installata dal 2003 nella Stazione della Metropolitana Mater Dei di Napoli. Tra le mostre: “Naturalesa”, Photo España 2006 (Madrid 2006); Quadriennale, GNAM Roma 2005; Galleria Pack, Milano (Italy, 2005); Biennial of Photography and Visual Arts, Liege (Belgium, 2004); Kulturni Center Beograd (Republic of Serbia-Montenegro, 2004); Palazzo delle Papesse, Siena (Italy, 2003); “Le opere e giorni”, Certosa di Padula, Salerno (Italy, 2003); Galleria d'Arte Moderna di Bologna (Italy, 2002); ARTIUM, Centro Museo Vasco de Arte Contemporaneo, Barcelona (Spain, 20026 El Certo de l’arte, ); Biennale di Valencia 2001 a cura di Achille Bonito Oliva; Galerie Enrico Navarra, Paris (France, 2001); Disidentico: Maschile Femminile e oltre, Museo Maschio Angioino, Napoli (Italy, 2001); “Sign of Life” Biennale di Melburbne 1999; Museum of the City,Skopje (Republic of Macedonia, 1998).
In Isola Gligorov si rifà a “L'isola dei morti” di Arnold Böcklin, un quadro denso di simbologie per l’atmosfera silente e onirica che l’artista attraverso una elaborazione digitale stravolge immettendo - nello scenario familiare ai napoletani dei faraglioni capresi - i grattacieli del centro direzionale. Il prelievo dal passato diviene esplicito e diretto in Venni-Vidi-Vinci dove con atteggiamento irriverente di stampo duchampiano l’artista “oltraggia” un capolavoro di Leonardo. Ma in fondo, se Il Cenacolo secoli prima aveva subito l’apertura di una porta per permettere ai monaci di comunicare più agevolmente con la cucina adiacente non può forse L’Annunciazione degli Uffizi accogliere una presa per caricare il telefonino di un turista in difficoltà?
Negli ultimi anni lo stile di Robert Gligorov ha stemperato i toni eccessivi e provocatori degli esordi a favore di una rinnovata monumentalità, caratterizzata da un’inquadratura allargata e da una maggiore attenzione per il paesaggio, come nella poeticissima Stars Watcher.
Ibridando i registri del reale e del virtuale l’artista macedone ha costruito negli anni una cifra stilistica inconfondibile che giunge ad un risultato formale pulitissimo, pervaso da toni estetizzanti ed erotici, nei quali Gligorov tramite un’auto-rappresentazione ironica si racconta per paradossi che destabilizzano lo spettatore.
Tutte le opere presenti in mostra sono state realizzate per gli spazi della Changing Role.
Robert Gligorov nasce nel 1960, a Kriva Palanka, in Macedonia. Vive e lavora a Milano.
Una sua opera della serie Bobe è installata dal 2003 nella Stazione della Metropolitana Mater Dei di Napoli. Tra le mostre: “Naturalesa”, Photo España 2006 (Madrid 2006); Quadriennale, GNAM Roma 2005; Galleria Pack, Milano (Italy, 2005); Biennial of Photography and Visual Arts, Liege (Belgium, 2004); Kulturni Center Beograd (Republic of Serbia-Montenegro, 2004); Palazzo delle Papesse, Siena (Italy, 2003); “Le opere e giorni”, Certosa di Padula, Salerno (Italy, 2003); Galleria d'Arte Moderna di Bologna (Italy, 2002); ARTIUM, Centro Museo Vasco de Arte Contemporaneo, Barcelona (Spain, 20026 El Certo de l’arte, ); Biennale di Valencia 2001 a cura di Achille Bonito Oliva; Galerie Enrico Navarra, Paris (France, 2001); Disidentico: Maschile Femminile e oltre, Museo Maschio Angioino, Napoli (Italy, 2001); “Sign of Life” Biennale di Melburbne 1999; Museum of the City,Skopje (Republic of Macedonia, 1998).
20
ottobre 2006
Robert Gligorov – Pow-wow
Dal 20 ottobre all'otto dicembre 2006
arte contemporanea
Location
CHANGING ROLE – MOVE OVER GALLERY
Napoli, Via Chiatamone, 26, (Napoli)
Napoli, Via Chiatamone, 26, (Napoli)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16-19.30
Vernissage
20 Ottobre 2006, ore 19.30
Autore