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Venanzo Crocetti – Odissea classica
Sculture e disegni dal 1930 al 1999
Comunicato stampa
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Promossa dal Museo Fondazione Luciana Matalon di Milano in collaborazione con il Museo Fondazione Venanzo Crocetti di Roma, s’inaugura il 26 ottobre 2006, la mostra antologica L’Odissea classica di Venanzo Crocetti. Curata da Floriano De Santi, la mostra raccoglie venti sculture e ventiquattro disegni, cioè una cospicua panoramica della produzione artistica di Crocetti in oltre settanta anni di attività creativa.
Artista precoce e fecondo durante tutta la vita, Crocetti conciliò l’attività artistica a quella didattica, succedendo ad Arturo Martini nella cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da Arturo Martini ereditò, almeno inizialmente, la lezione artistica, evidente soprattutto in alcuni bronzi degli anni trenta, ma per distaccarsene subito, appropriandosi della materia nello sbocciare finalmente di uno stile del tutto personale, che resterà caratteristico della sua maniera fino alle ultime opere.
Siamo qui in un mondo straordinario di forme pure, di figure plasmate in un bronzo che vibra e danza, in un’atmosfera musicale e poetica. Legato profondamente a tematiche bucoliche e classiche, i soggetti vengono da lui trasformati in archetipi, ma non senza rinunciare ad una forte componente romantica.
In sculture quali Pescatorello del 1934, Bagnante del 1942, bozzetto della Porta dei Sacramenti per la Basilica di San Pietro del 1958 e Ragazza allo specchio del 1980 – tanto per citare alcuni capolavori esposti in questa retrospettiva milanese – il pensiero artistico di Crocetti è come oscillante tra due poli nitidamente essenziali ma almeno in superficie distanziati: per un verso, c’è l’immaginazione che trasloca il proprio obiettivo tra le forme della memoria; per un altro verso, il legame con la contemporaneità permane addentro all’impressione.
Non che il Maestro incidendo nel repertorio della tradizione (il Rinascimento fiorentino, Degas e Medardo Rosso) abbia esaurito le tracce e i dispositivi che s’accordassero con la sua natura. Solo che l’immagine, nelle sue opere, arriva a un grado tale di bellezza da andare a comporre il perfetto splendore di bronzi e di fogli, in cui il riferimento tocca indifferentemente il contingente e l’essenziale, il passato e il presente.
Accompagna la mostra un catalogo con le introduzioni di Luciana Matalon, Presidente dell’omonima Fondazione ambrosiana, Antonio Tancredi, Presidente della Fondazione Crocetti di Roma, un saggio critico di Floriano De Santi e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte.
Artista precoce e fecondo durante tutta la vita, Crocetti conciliò l’attività artistica a quella didattica, succedendo ad Arturo Martini nella cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da Arturo Martini ereditò, almeno inizialmente, la lezione artistica, evidente soprattutto in alcuni bronzi degli anni trenta, ma per distaccarsene subito, appropriandosi della materia nello sbocciare finalmente di uno stile del tutto personale, che resterà caratteristico della sua maniera fino alle ultime opere.
Siamo qui in un mondo straordinario di forme pure, di figure plasmate in un bronzo che vibra e danza, in un’atmosfera musicale e poetica. Legato profondamente a tematiche bucoliche e classiche, i soggetti vengono da lui trasformati in archetipi, ma non senza rinunciare ad una forte componente romantica.
In sculture quali Pescatorello del 1934, Bagnante del 1942, bozzetto della Porta dei Sacramenti per la Basilica di San Pietro del 1958 e Ragazza allo specchio del 1980 – tanto per citare alcuni capolavori esposti in questa retrospettiva milanese – il pensiero artistico di Crocetti è come oscillante tra due poli nitidamente essenziali ma almeno in superficie distanziati: per un verso, c’è l’immaginazione che trasloca il proprio obiettivo tra le forme della memoria; per un altro verso, il legame con la contemporaneità permane addentro all’impressione.
Non che il Maestro incidendo nel repertorio della tradizione (il Rinascimento fiorentino, Degas e Medardo Rosso) abbia esaurito le tracce e i dispositivi che s’accordassero con la sua natura. Solo che l’immagine, nelle sue opere, arriva a un grado tale di bellezza da andare a comporre il perfetto splendore di bronzi e di fogli, in cui il riferimento tocca indifferentemente il contingente e l’essenziale, il passato e il presente.
Accompagna la mostra un catalogo con le introduzioni di Luciana Matalon, Presidente dell’omonima Fondazione ambrosiana, Antonio Tancredi, Presidente della Fondazione Crocetti di Roma, un saggio critico di Floriano De Santi e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte.
26
ottobre 2006
Venanzo Crocetti – Odissea classica
Dal 26 ottobre al 21 novembre 2006
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE LUCIANA MATALON
Milano, Foro Buonaparte, 67, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 67, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 12– 13.30 / 15.30 – 19.30
giovedì 12- 13.30 / 15.30 – 22.00
domenica e lunedì chiuso
Vernissage
26 Ottobre 2006, ore 18.30
Autore
Curatore