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Claudia Busso – Percorsi
Inizia a dipingere acquerelli una quindicina di anni fa, con maestri di scuola steineriana da cui mutua l’interesse per il colore, le atmosfere, i soggetti fantastici che emergono dall’inconscio. L’altra grande passione ed espressione artistica, la fotografia , è invece un legame forte con le forme e i vincoli imposti dal reale
Comunicato stampa
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Inizia a dipingere acquerelli una quindicina di anni fa, con maestri di scuola steineriana da cui mutua l’interesse per il colore, le atmosfere, i soggetti fantastici che emergono dall’inconscio. L’altra grande passione ed espressione artistica, la fotografia , è invece un legame forte con le forme e i vincoli imposti dal reale.
Il filo della sua ricerca è stato animato, per un lungo periodo, dallo sforzo di integrare i due poli. Nel corso degli anni le due strade si sono incrociate molte volte, dando vita da una parte, a fotografie in cui viene privilegiata l’atmosfera, a collage fotografici quasi astratti, guidati da forme elementari e colori, e, dall’altra, ad acquerelli più figurativi.
Anche il mezzo, l’acquerello, è una scelta. E’ una tecnica che impone pochi ripensamenti: il ripensamento sporca la carta e fa perdere la trasparenza. Invece è solo la trasparenza del colore sul bianco che permette il contrasto. E’ il legame tra trasparenza e colore che genera uno dei due motivi di avvicinamento alla china cinese Cyan in cui il disegno nasce da un giusto equilibrio tra quantità di colore sul pennello e risposta della carta di riso così sottile e assorbente, dalla scioltezza del polso che dà la sicurezza della pennellata. I tempi di esecuzione si accorciano ancora di più che nell’acquerello su carta di cotone cotta; diventa importante la concentrazione di chi dipinge e lo stato fisico ed emotivo del momento. Oltre all’esperienza, naturalmente.
Il secondo motivo di grande attrattiva della china cinese è che in essa manca la linea di separazione netta tra astratto e figurativo: anche nella copia del mondo esterno non si definisce mai la realtà, ma la si accenna soltanto. Un’altra via per integrare i due poli.
Ai fiori, ai paesaggi, ai ritratti, si sono aggiunti, negli ultimi anni, i nudi. L’interesse nasce dalla maraviglia per questo strano ‘animale’ e dallo stupore per l’espressività del corpo.
Non è il corpo ideale che la interessa , è il corpo specifico. Difficile e forse non auspicabile arrivare ad una schematizzazione, ancor più far precedere la schematizzazione al disegno: è l’essere che sta li davanti, o che lei ha fotografato, che la spinge a disegnare . Quelle mani, quei muscoli , quelle proporzioni: tutte le volte è un imparare e imparare di nuovo e ancora le linee e i colori che lo definiscono. Gli altri percorsi, il lavoro di ricerca della china, dell’acquerello, o del gessetto, non sempre solo preparatorio, più facile, ma anche più incisivo, si mescolano e si alternano su questo nuovo soggetto.
Percorsi quindi; non solo squisitamente tecniche, ma strade e mappe mentali che si intersecano nella sperimentazione emotiva e si traducono nel gesto creativo.
Il filo della sua ricerca è stato animato, per un lungo periodo, dallo sforzo di integrare i due poli. Nel corso degli anni le due strade si sono incrociate molte volte, dando vita da una parte, a fotografie in cui viene privilegiata l’atmosfera, a collage fotografici quasi astratti, guidati da forme elementari e colori, e, dall’altra, ad acquerelli più figurativi.
Anche il mezzo, l’acquerello, è una scelta. E’ una tecnica che impone pochi ripensamenti: il ripensamento sporca la carta e fa perdere la trasparenza. Invece è solo la trasparenza del colore sul bianco che permette il contrasto. E’ il legame tra trasparenza e colore che genera uno dei due motivi di avvicinamento alla china cinese Cyan in cui il disegno nasce da un giusto equilibrio tra quantità di colore sul pennello e risposta della carta di riso così sottile e assorbente, dalla scioltezza del polso che dà la sicurezza della pennellata. I tempi di esecuzione si accorciano ancora di più che nell’acquerello su carta di cotone cotta; diventa importante la concentrazione di chi dipinge e lo stato fisico ed emotivo del momento. Oltre all’esperienza, naturalmente.
Il secondo motivo di grande attrattiva della china cinese è che in essa manca la linea di separazione netta tra astratto e figurativo: anche nella copia del mondo esterno non si definisce mai la realtà, ma la si accenna soltanto. Un’altra via per integrare i due poli.
Ai fiori, ai paesaggi, ai ritratti, si sono aggiunti, negli ultimi anni, i nudi. L’interesse nasce dalla maraviglia per questo strano ‘animale’ e dallo stupore per l’espressività del corpo.
Non è il corpo ideale che la interessa , è il corpo specifico. Difficile e forse non auspicabile arrivare ad una schematizzazione, ancor più far precedere la schematizzazione al disegno: è l’essere che sta li davanti, o che lei ha fotografato, che la spinge a disegnare . Quelle mani, quei muscoli , quelle proporzioni: tutte le volte è un imparare e imparare di nuovo e ancora le linee e i colori che lo definiscono. Gli altri percorsi, il lavoro di ricerca della china, dell’acquerello, o del gessetto, non sempre solo preparatorio, più facile, ma anche più incisivo, si mescolano e si alternano su questo nuovo soggetto.
Percorsi quindi; non solo squisitamente tecniche, ma strade e mappe mentali che si intersecano nella sperimentazione emotiva e si traducono nel gesto creativo.
11
novembre 2006
Claudia Busso – Percorsi
Dall'undici al 25 novembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA CALANDRA
Torino, Via Fratelli Calandra, 8, (Torino)
Torino, Via Fratelli Calandra, 8, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 16-19.30; sabato 10.30-12.30 e 16-19.30
Vernissage
11 Novembre 2006, ore 17-20
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