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Il falso Luca
progetto realizzato dagli artisti Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese e Cesare Pietroiusti, che sarà sviluppato in una mostra alla galleria VertexList di New York nel prossimo gennaio
Comunicato stampa
Segnala l'evento
"Qualche mese fa (era prima dell'estate) Efrem, un ragazzo barbuto,
nel cortile del Careof mi disse che era di San Cesario: 'Abito in
periferia, a lluca fausu', disse in un sornione dialetto salentino.
Pensai: 'Abita in un falso Luca, al-Luca-fausu' (al-Luca-falso),
appunto. Nei giorni che seguirono il falso Luca mi tornò spesso,
inspiegabilmente in testa. Un paio di mesi dopo, eravamo a San Cesario
in auto, Alessandra aveva una parrucca azzurra, erano le tre di notte
e tornavamo da una festa. Avevamo bevuto vino rosso, rum e chinotto,
io anche masticato menta. 'Adesso ti faccio vedere una cosa!' - disse
– 'Sai cos'è lucafausu?'. Non mi sembrava vero, colsi l'occasione al
volo. Il falso Luca ci fu davanti proprio dopo un paio di curve
(guidava lei).
Ci sono una decina di palazzine intorno a quella che credo si possa
definire una piazza. Al centro una piccola struttura ('oggetto', mi
viene da dire) in muratura sgretolabile, una specie di pagoda
stravagante, di ispirazione mediorientale (aveva una mezza luna sul
tetto), fragile, decadente, quasi indecente.
Il quartiere di Efrem non prendeva il nome da un mentore-mentitore, ma
da una Coffee House che per decenni (secoli?) è stata tante piccole
cose: luogo di aggregazione per contadini, bar, tea house per nobili e
militari inglesi, dimora per un giovane orfano e il suo cavallo
bianco, pollaio, vespasiano, guardiola, garage, luogo di pratiche
sessuali, sala parto, angolo per le masturbazioni estive, stanza da
letto, sito punitivo, deposito di attrezzature agricole, bisca
clandestina, oggetto onirico. Era ed è un posto inammissibile. Una
'metafora', credo si possa dire.
Lu Cafausu è territorio d'accumulazione di senso, di svolgimento di
senso. Di mancanza di senso. È quello che siamo e non siamo,
simultaneamente (scandalosamente), senza scandalo. È ciò che stiamo
diventando e quello che siamo non stati. Al centro esatto di un lungo
corridoio d'insalienze e fallimenti (una volta erano cipressi),
passaggio per il limbo. È il nulla, segno oscuro, campo della
disfatta. È presagio inaccessibile, luogo alieno. È varco per l'ade e
rotatoria incompiuta".
(Luigi Negro)
Si svolge a San Cesario di Lecce la prima parte di "A False Luke", un
progetto realizzato dagli artisti Emilio Fantin, Luigi Negro,
Giancarlo Norese e Cesare Pietroiusti, che sarà sviluppato in una
mostra alla galleria VertexList di New York nel prossimo gennaio.
Sabato 21 ottobre 2006, alle ore 15, i quattro artisti realizzeranno
altrettante performance presso il "Cafausu", che verranno documentate
e successivamente presentate in mostra. Il progetto trae spunto dalle
suggestioni ispirate dalla piccola e misteriosa costruzione di San
Cesario, un luogo che è insieme un'elaborazione delle contraddizioni
estetiche e una metafora della perdita di senso del mondo
contemporaneo; un posto che è contemporaneamente "centro" e
"periferia".
Con la collaborazione di Lorenzo Cherin arte contemporanea (Lecce)
e B&B Casina Mozart (Magliano, LE).
Documentazione visiva a cura di Gabriele Buscicchio.
I partecipanti:
Emilio Fantin. Vive a Bologna. Nei lavori sulla parola, Fantin
evidenzia la sua passione per la filosofia e la logica che lo
accompagna fin dagli esordi. Un dato costante nel lavoro di Fantin è
il concetto di "assenza", di cui l'artista si serve per dare vita ad
installazioni in cui piuttosto che all'oggetto o all'immagine viene
data importanza al potere immaginativo. Ha tenuto personali alla GAM
di Bologna e a Le Magasin di Grenoble, ed è stato tra i promotori
del Progetto Oreste (1997-2001).
Luigi Negro. Artista, sociologo e storico dell'economia, vive a Lecce.
Il "curare" diviene per lui strumento per la gestione della
complessità e del caso. L'artista deve "edificare il mondo", creare
dispositivi di relazione e senso, costruire encarte, concependo mappe
dinamiche di nessi, emozioni, azioni, norme. Il "curare" come una
delle possibili forme dell'arte. Ha partecipato a mostre e progetti
collettivi (Oreste, Synapser, Undo.Net) e individuali.
Giancarlo Norese. Vive a Milano. Il suo lavoro sembra nascere da una
contingenza, da una semplice osservazione o da una banale
constatazione: la reale perdita di ogni sicurezza e l'accettazione
della dipendenza come condizione di vita. Nei suoi video - spesso muti
e senza immagini, ma dotati di sottotitoli – sottopone il pubblico
alle proprie vicissitudini personali, alla sua vita intesa come opera
d'arte. Ha dormito per sei mesi sotto un tavolo.
Cesare Pietroiusti. Vive a Roma. Con spirito rigoroso e analitico,
Cesare Pietroiusti trasforma l'esperienza della vita in arte
indagando, nella propria ricerca, microeventi, situazioni paradossali
o problematiche nascoste nelle pieghe dell'ordinarietà dell'esistenza.
Estremamente attento alla dimensione collettiva e interessato agli
aspetti relazionali e "pubblici" dell'arte, Pietroiusti è stato tra i
fondatori del Centro Studi Jartrakor di Roma e della "Rivista di
Psicologia dell'Arte" e, nel 1997, fra gli iniziatori del Progetto
Oreste.
nel cortile del Careof mi disse che era di San Cesario: 'Abito in
periferia, a lluca fausu', disse in un sornione dialetto salentino.
Pensai: 'Abita in un falso Luca, al-Luca-fausu' (al-Luca-falso),
appunto. Nei giorni che seguirono il falso Luca mi tornò spesso,
inspiegabilmente in testa. Un paio di mesi dopo, eravamo a San Cesario
in auto, Alessandra aveva una parrucca azzurra, erano le tre di notte
e tornavamo da una festa. Avevamo bevuto vino rosso, rum e chinotto,
io anche masticato menta. 'Adesso ti faccio vedere una cosa!' - disse
– 'Sai cos'è lucafausu?'. Non mi sembrava vero, colsi l'occasione al
volo. Il falso Luca ci fu davanti proprio dopo un paio di curve
(guidava lei).
Ci sono una decina di palazzine intorno a quella che credo si possa
definire una piazza. Al centro una piccola struttura ('oggetto', mi
viene da dire) in muratura sgretolabile, una specie di pagoda
stravagante, di ispirazione mediorientale (aveva una mezza luna sul
tetto), fragile, decadente, quasi indecente.
Il quartiere di Efrem non prendeva il nome da un mentore-mentitore, ma
da una Coffee House che per decenni (secoli?) è stata tante piccole
cose: luogo di aggregazione per contadini, bar, tea house per nobili e
militari inglesi, dimora per un giovane orfano e il suo cavallo
bianco, pollaio, vespasiano, guardiola, garage, luogo di pratiche
sessuali, sala parto, angolo per le masturbazioni estive, stanza da
letto, sito punitivo, deposito di attrezzature agricole, bisca
clandestina, oggetto onirico. Era ed è un posto inammissibile. Una
'metafora', credo si possa dire.
Lu Cafausu è territorio d'accumulazione di senso, di svolgimento di
senso. Di mancanza di senso. È quello che siamo e non siamo,
simultaneamente (scandalosamente), senza scandalo. È ciò che stiamo
diventando e quello che siamo non stati. Al centro esatto di un lungo
corridoio d'insalienze e fallimenti (una volta erano cipressi),
passaggio per il limbo. È il nulla, segno oscuro, campo della
disfatta. È presagio inaccessibile, luogo alieno. È varco per l'ade e
rotatoria incompiuta".
(Luigi Negro)
Si svolge a San Cesario di Lecce la prima parte di "A False Luke", un
progetto realizzato dagli artisti Emilio Fantin, Luigi Negro,
Giancarlo Norese e Cesare Pietroiusti, che sarà sviluppato in una
mostra alla galleria VertexList di New York nel prossimo gennaio.
Sabato 21 ottobre 2006, alle ore 15, i quattro artisti realizzeranno
altrettante performance presso il "Cafausu", che verranno documentate
e successivamente presentate in mostra. Il progetto trae spunto dalle
suggestioni ispirate dalla piccola e misteriosa costruzione di San
Cesario, un luogo che è insieme un'elaborazione delle contraddizioni
estetiche e una metafora della perdita di senso del mondo
contemporaneo; un posto che è contemporaneamente "centro" e
"periferia".
Con la collaborazione di Lorenzo Cherin arte contemporanea (Lecce)
e B&B Casina Mozart (Magliano, LE).
Documentazione visiva a cura di Gabriele Buscicchio.
I partecipanti:
Emilio Fantin. Vive a Bologna. Nei lavori sulla parola, Fantin
evidenzia la sua passione per la filosofia e la logica che lo
accompagna fin dagli esordi. Un dato costante nel lavoro di Fantin è
il concetto di "assenza", di cui l'artista si serve per dare vita ad
installazioni in cui piuttosto che all'oggetto o all'immagine viene
data importanza al potere immaginativo. Ha tenuto personali alla GAM
di Bologna e a Le Magasin di Grenoble, ed è stato tra i promotori
del Progetto Oreste (1997-2001).
Luigi Negro. Artista, sociologo e storico dell'economia, vive a Lecce.
Il "curare" diviene per lui strumento per la gestione della
complessità e del caso. L'artista deve "edificare il mondo", creare
dispositivi di relazione e senso, costruire encarte, concependo mappe
dinamiche di nessi, emozioni, azioni, norme. Il "curare" come una
delle possibili forme dell'arte. Ha partecipato a mostre e progetti
collettivi (Oreste, Synapser, Undo.Net) e individuali.
Giancarlo Norese. Vive a Milano. Il suo lavoro sembra nascere da una
contingenza, da una semplice osservazione o da una banale
constatazione: la reale perdita di ogni sicurezza e l'accettazione
della dipendenza come condizione di vita. Nei suoi video - spesso muti
e senza immagini, ma dotati di sottotitoli – sottopone il pubblico
alle proprie vicissitudini personali, alla sua vita intesa come opera
d'arte. Ha dormito per sei mesi sotto un tavolo.
Cesare Pietroiusti. Vive a Roma. Con spirito rigoroso e analitico,
Cesare Pietroiusti trasforma l'esperienza della vita in arte
indagando, nella propria ricerca, microeventi, situazioni paradossali
o problematiche nascoste nelle pieghe dell'ordinarietà dell'esistenza.
Estremamente attento alla dimensione collettiva e interessato agli
aspetti relazionali e "pubblici" dell'arte, Pietroiusti è stato tra i
fondatori del Centro Studi Jartrakor di Roma e della "Rivista di
Psicologia dell'Arte" e, nel 1997, fra gli iniziatori del Progetto
Oreste.
21
ottobre 2006
Il falso Luca
21 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
LU CAFAUSU
San Cesario Di Lecce, (Lecce)
San Cesario Di Lecce, (Lecce)
Vernissage
21 Ottobre 2006, ore 15
Autore
Curatore