Uno specchio della nostra storia che si compone a mosaico attraverso l’alfabeto di 120 fotografie, identiche nel formato 40x50 e nella stampa su carta baritata, ma proprio per questo ancor più agili e incisive nel mostrare tutti quegli scossoni evolutivi che nel tempo hanno modificato fondali e protagonisti del mondo del lavoro.

Centoventi immagini di Uliano Lucas, da trent’anni attento osservatore delle realtà del lavoro, ne raccontano i cambiamenti, dalla rigida divisione fra fabbrica e mondo impiegatizio degli anni ’70 alle trasformazioni dell’oggi, con l’espansione del terziario e la new economy della comunicazione, le piccole imprese a tecnologia avanzata e la poliedrica realtà delle professioni “inventate” di quest’ultimo decennio. In un costante alternarsi di storia e attualità, di una riflessione sul passato che si intreccia all’analisi del presente e alle ipotesi sul futuro, la mostra offre un racconto per immagini che cerca di dare un volto alle contraddizioni di un’economia sospesa fra il vecchio e il nuovo, individuando nelle nuove condizioni del mondo del lavoro un angolo di visuale privilegiato per capire l’Italia, le sue ambiguità, i suoi miti.
Alla ricca documentazione degli anni ’70 e ’80, raccolta entrando nelle fabbriche, nei centri di ricerca, negli uffici pubblici e in quelli delle imprese, si affiancano recentissimi reportage che con un mutato stile indagano i cambiamenti negli impianti, negli ambienti, ma anche nel lavoratore agli albori di un duemila in cui nuove tecnologie e automatizzazione prospettano un cambiamento globale dell’economia, della società e quindi dei modi, dei tempi, dei tipi di lavoro. Lucas torna così nelle vecchie fabbriche fotografate negli anni ’60 - nell’Ansaldo, ad esempio - per scoprire che al posto degli operai in piedi davanti alla catena di montaggio c’è oggi una fila di impiegati in giacca e cravatta che controllano un impianto totalmente informatizzato seduti di fronte ad un computer, fotografa le nuove professioni, il lavoro interinale o casalingo e quello degli smistatori dei rifiuti riciclabili. E insieme alla molteplicità dei mestieri e dei luoghi di lavoro, tenta di documentare le diverse situazioni regionali, in un percorso visivo che dà testimonianza dei diversi settori di produzione e dei mondi che vi gravitano attorno così come delle svariate, talvolta abissalmente differenti, realtà professionali ed economiche che si scoprono attraversando l’Italia. Non solo dunque la Torino dell’era post Fiat, con i figli degli immigrati degli anni ‘60 assunti nei più disparati settori del Terziario, non solo la realtà del modenese, che con il comparto della ceramica di Sassuolo si offre come fucina di nuove tecnologie e nuovi modelli produttivi nel terziario avanzato, ma anche il Mezzogiorno d’Italia, che ha visto nascere Menfi e centinaia di fabbrichette disseminate tra la Lucania e la Puglia.


Uliano Lucas, nato a Milano nel 1942, si afferma come fotografo intorno agli anni ’70, quando documenta le lotte operaie e studentesche a Torino e Milano. Ben presto le immagini dei suoi libri fotografici entrano nel linguaggio della nostra quotidianità, mostrando un’attenzione particolare nei confronti di questioni sociali come quelle legate all’immigrazione e alle forme del lavoro. Testimonianze visive di un impegno e di una volontà di analisi che in Lucas si sono sempre uniti alle sue capacità evocative, creando quel binario narrativo comune che lo ha accompagnato in tutta la sua biografia artistica.



Multimedia Labor Festival è promosso da: CGIL Centenario, MIBAC, Patronato della Repubblica, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna – Cultura e Università, Fondazione di Vittorio; con il contributo di: Fondazione Carisbo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena; con la collaborazione di: Alma Mater, Arena del Sole, British Council, Cineteca di Bologna, CGIL Bologna – Camera del Lavoro, CGIL Lombardia, Imaie, Link, MRF, Rai teche, SPI; con la partecipazione di: Autogrill, Bredamenarini, CMB, Fincantieri, Finmeccanica, INCA, Indesit, Company, Lottomatica, Monte dei Paschi di Siena, Poste, Unipol.