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Italo Zuffi – La nostra evoluzione è qualche cosa di diverso
L¹artista presenterà una sintesi di scenari e situazioni, tutte riconducibili a quella pulsione che obbliga ciascun individuo a collocarsi continuamente tra il dentro ed il fuori, tra un desiderio di ritrosia e la sfida in campo aperto
Comunicato stampa
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L¹artista presenterà una sintesi di scenari e situazioni, tutte riconducibili a quella pulsione che obbliga ciascun individuo a collocarsi continuamente tra il dentro ed il fuori, tra un desiderio di ritrosia e la sfida in campo aperto. Nelle opere che saranno esposte aspirano infatti a convivere, non senza qualche frizione, abulia e inoperosità da una parte, affermazione del sé e scatto nel paesaggio esterno dall¹altra.
Il punto di partenza è la rappresentazione del luogo da cui far agire lo strumento-sguardo: un¹apertura a parete (qui risolta solo allegoricamente) avente le misure di cm 21 x 29,7. Un piccolo varco, dalle dimensioni standardizzate dell¹A4, tramite cui potersi relazionare al mondo o, al contrario, da esso ritrarsi.
Ecco allora che la finestra la cui reale funzione sarebbe quella di membrana, permeabile, che marca un confine viene in questo caso trattata come oggetto a tutti gli effetti, che si stacca dalla parete per rimanere finestra sì, ma portatile, indossabile. In una serie di scatole luminose (³La nostra evoluzione è qualche cosa di diverso², 2006), contenenti immagini dal taglio caratteristico del servizio di moda, le piccole finestre appaiono addirittura utilizzate come accessorio: scrigno da viaggio, pochette metallica, PlaystationŠ
Altra opera in mostra, un oggetto in ceramica (³Volume cosciente², 2006) rimanderà invece a quella semplice legge (qui trascritta sulla superficie delle sue forme geometriche) che, pur se impercettibilmente, sottende ogni spostamento materico da A a B.
Ancora, un¹opera fotografica del 2002 (³Progetto per una barricata²) trova lo spunto per essere, in questa occasione, rivisitata e adattata agli spazi della galleria. Il suo ruolo sarà essenzialmente quello di visualizzare una condizione di stasi e immobilità, a dispetto di un titolo che, paradossalmente, rimanda invece a un momento di energia in divenire, a un¹azione premeditata e coordinata.
Infine, un gruppo di 4 brevi testi inediti, composti dall¹artista nel 1998, troveranno a Palermo un momento di sosta all¹interno della galleria. Anch¹essi, come del resto tutti gli altri lavori scelti per questa mostra, si riferiscono ad alcune delle modalità, di azione e/o inazione, che è possibile intraprendere negli istanti immediatamente successivi a una presa di coscienza visiva o esperienziale.
Italo Zuffi (Imola, 1969) si diploma nel 1993 all¹Accademia di Belle Arti di Bologna, e nel 1997 ottiene il Master of Arts presso il Central Saint Martins College of Art & Design di Londra.
Nel 2001 gli viene assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Sculpture presso l¹Institute of Art & Design, School of Art, di Birmingham (GB). Nel 1999 vince, ex-equo, il Premio d¹Arte Mercedes-Benz, promosso dal Centro d¹Arte La Loggia di Montefiridolfi.
Vive a Milano.
Lavora con la scultura, l¹installazione, la performance ed il video. Attraverso le sue opere: a) esplora stati di vulnerabilità; b) esprime la prudenza di una persona che si trovi in un ambiente ostile, all¹interno del quale adottare lo sguardo come finestra sul mondo, e l¹esperienza interiore in funzione di un cambiamento di stato, crollo, o combustione. (Chiara Chelotti)
Il suo lavoro è stato incluso nella pubblicazione Espresso Arte oggi in Italia, edito da Electa nel 2000.
Del 2003 è invece la monografia The Mystery Boy, con testi critici di Pier Luigi Tazzi, Luca Cerizza, e Nicolas Bourriaud.
Di recente ha tenuto mostre personali presso la Fondazione Ado Furlan, Pordenone, 2006; il Museo dell¹Arredo Contemporaneo, Russi 2006; il CRAC Alsace, Altkirch (F) 2005; Volume!, Roma 2005; la Galleria Continua, San Gimignano 2003; e la Gallery Suite 106, New York 2003.
Tra le mostre collettive si ricordano quelle al Museo Cantonale d¹Arte, Lugano; alla Salzburger Kunstverein, Salzburg; alla Galeria e Arteve e Kosovës, Pristina (UNMIK Kosova); alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano; al Musée d¹Art Moderne de Saint-Etienne Metropole (F); al Coleman Project Space, London; al W139, Amsterdam; alla Galeria Arsenal, Bialystok (PL); alla Galleria Civica d¹Arte Contemporanea, Trento; al Domaine de Kerguéhennec, Centre d¹Art Contemporain, Bignan (F); alla Galerie Analix Forever, Genève (CH); al Palazzo Sandretto Re Rebaudengo di Guarene d¹Alba; e al De Appel, Amsterdam.
Le opere di questa mostra sono state realizzate in collaborazione con il Museo Carlo Zauli di Faenza, e con l¹agenzia Visual Team di Milano. Si ringraziano Matteo Zauli, Simone Falcetta, e Francesca Mirabile.
Il punto di partenza è la rappresentazione del luogo da cui far agire lo strumento-sguardo: un¹apertura a parete (qui risolta solo allegoricamente) avente le misure di cm 21 x 29,7. Un piccolo varco, dalle dimensioni standardizzate dell¹A4, tramite cui potersi relazionare al mondo o, al contrario, da esso ritrarsi.
Ecco allora che la finestra la cui reale funzione sarebbe quella di membrana, permeabile, che marca un confine viene in questo caso trattata come oggetto a tutti gli effetti, che si stacca dalla parete per rimanere finestra sì, ma portatile, indossabile. In una serie di scatole luminose (³La nostra evoluzione è qualche cosa di diverso², 2006), contenenti immagini dal taglio caratteristico del servizio di moda, le piccole finestre appaiono addirittura utilizzate come accessorio: scrigno da viaggio, pochette metallica, PlaystationŠ
Altra opera in mostra, un oggetto in ceramica (³Volume cosciente², 2006) rimanderà invece a quella semplice legge (qui trascritta sulla superficie delle sue forme geometriche) che, pur se impercettibilmente, sottende ogni spostamento materico da A a B.
Ancora, un¹opera fotografica del 2002 (³Progetto per una barricata²) trova lo spunto per essere, in questa occasione, rivisitata e adattata agli spazi della galleria. Il suo ruolo sarà essenzialmente quello di visualizzare una condizione di stasi e immobilità, a dispetto di un titolo che, paradossalmente, rimanda invece a un momento di energia in divenire, a un¹azione premeditata e coordinata.
Infine, un gruppo di 4 brevi testi inediti, composti dall¹artista nel 1998, troveranno a Palermo un momento di sosta all¹interno della galleria. Anch¹essi, come del resto tutti gli altri lavori scelti per questa mostra, si riferiscono ad alcune delle modalità, di azione e/o inazione, che è possibile intraprendere negli istanti immediatamente successivi a una presa di coscienza visiva o esperienziale.
Italo Zuffi (Imola, 1969) si diploma nel 1993 all¹Accademia di Belle Arti di Bologna, e nel 1997 ottiene il Master of Arts presso il Central Saint Martins College of Art & Design di Londra.
Nel 2001 gli viene assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Sculpture presso l¹Institute of Art & Design, School of Art, di Birmingham (GB). Nel 1999 vince, ex-equo, il Premio d¹Arte Mercedes-Benz, promosso dal Centro d¹Arte La Loggia di Montefiridolfi.
Vive a Milano.
Lavora con la scultura, l¹installazione, la performance ed il video. Attraverso le sue opere: a) esplora stati di vulnerabilità; b) esprime la prudenza di una persona che si trovi in un ambiente ostile, all¹interno del quale adottare lo sguardo come finestra sul mondo, e l¹esperienza interiore in funzione di un cambiamento di stato, crollo, o combustione. (Chiara Chelotti)
Il suo lavoro è stato incluso nella pubblicazione Espresso Arte oggi in Italia, edito da Electa nel 2000.
Del 2003 è invece la monografia The Mystery Boy, con testi critici di Pier Luigi Tazzi, Luca Cerizza, e Nicolas Bourriaud.
Di recente ha tenuto mostre personali presso la Fondazione Ado Furlan, Pordenone, 2006; il Museo dell¹Arredo Contemporaneo, Russi 2006; il CRAC Alsace, Altkirch (F) 2005; Volume!, Roma 2005; la Galleria Continua, San Gimignano 2003; e la Gallery Suite 106, New York 2003.
Tra le mostre collettive si ricordano quelle al Museo Cantonale d¹Arte, Lugano; alla Salzburger Kunstverein, Salzburg; alla Galeria e Arteve e Kosovës, Pristina (UNMIK Kosova); alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano; al Musée d¹Art Moderne de Saint-Etienne Metropole (F); al Coleman Project Space, London; al W139, Amsterdam; alla Galeria Arsenal, Bialystok (PL); alla Galleria Civica d¹Arte Contemporanea, Trento; al Domaine de Kerguéhennec, Centre d¹Art Contemporain, Bignan (F); alla Galerie Analix Forever, Genève (CH); al Palazzo Sandretto Re Rebaudengo di Guarene d¹Alba; e al De Appel, Amsterdam.
Le opere di questa mostra sono state realizzate in collaborazione con il Museo Carlo Zauli di Faenza, e con l¹agenzia Visual Team di Milano. Si ringraziano Matteo Zauli, Simone Falcetta, e Francesca Mirabile.
02
dicembre 2006
Italo Zuffi – La nostra evoluzione è qualche cosa di diverso
Dal 02 dicembre 2006 al 25 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
FRANCESCO PANTALEONE ARTECONTEMPORANEA (sede chiusa)
Palermo, Piazzetta Garraffello, 25, (Palermo)
Palermo, Piazzetta Garraffello, 25, (Palermo)
Orario di apertura
il giovedì dalle 16:00 alle 20:00 gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
2 Dicembre 2006, ore 19
Autore