Il paesaggio è il tema delle immagini di Anna Halm Schudel: esteticamente perfette si presentano in colori accattivanti. Carine? Tutt’altro: pregnanti e necessarie, pur lasciando spazio anche a sogno e fantasia.

Il “viaggio infinito” è fotografia di viaggio dal soggetto casuale e quotidiano: nulla di sensazionale e spettacolare. Le immagini nascono attraverso il finestrino dell’autovettura in movimento tra un luogo espositivo e l’altro oppure in viaggio verso la vacanza.

Anna Halm Schudel cattura il transeunte, il momentaneo. Non si ferma mai oppure non torna mai indietro per fare un’immagine migliore. Le immagini vengono catturate per essere lasciate andare all’istante: le immagini vengono registrate, ma ciò che resta è sfocato. Sono immagini “movimentate”, che assomigliano a quadri dipinti: la verticale è la direzione prevalente, centrale è il topos dello scorrere.

Durante il “viaggio infinito” di Anna Halm Schudel nascono innumerevoli fotografie di paesaggio, immagini d’atmosfera dotate di un’aura mistica, caratterizzate da calma distaccata. A casa poi avviene la selezione e il trattamento con tecniche digitali: di nuovo l’attimo viene liberato, la spontaneità sospesa.

In queste immagini si legge la distanza che separa la civiltà postmoderna dalla natura. Il metodo che Anna Halm Schudel adotta ribadisce questa distanza: movendosi su autostrade asfaltate che tagliano il paesaggio, fotografa la natura intangibile dall’interno di un guscio.



Anna Halm Schudel, nata a Berna nel 1945, ha studiato fotografia alla Kunstgewerbeschule Vevey dal 1964 al 1967; nel 1968 ha frequentato il College of Art and Design a Birmingham; assistente di Renè Groebli a Zurigo dal 1968 al 1973. Nel 1973 apre un proprio studio a Zurigo; dal 1982 espone in patria e all’estero.

Tra le pubblicazioni ricordiamo: The never ending journey, Verlag Scheidegger & Spiss, Zürich, 2003; The never ending journey II, Galerie von Braunbehrens, München, 2005; Faszination Blüte. 365 Fotos von Anna Halm Schudel, DVA Verlag, München, 2006.

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