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Marco Di Giovanni
installazione-performance
Comunicato stampa
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Con l’installazione-performance di Marco Di Giovanni, la Galleria Il Ponte prosegue il percorso espositivo di Close Up che - in concomitanza con la mostra di Giuseppe Spagnulo - presenta in primo piano, attraverso un sguardo ravvicinato, un aspetto specifico del lavoro di questo giovane scultore.
La necessità della mostra nasce da un viaggio in Ucraina di Marco di Giovanni e coinvolge il visitatore nella proiezione dello sguardo oltre le mura della galleria: l’artista su una bianca base circolare, abbandonati i sandali di questo lungo cammino, con il volto rivolto all’interno di un grande tubo, che attraversa lo spazio in direzione di questa regione della terra, rinomata per l’azzurro del cielo e il giallo del grano...
I suoi ferri - spesso scarti arrugginiti di canalizzazioni, serbatoi, ... - sprofondano nel suolo, sfondano le pareti, sfidano le leggi canoniche dello spazio e inducono lo spettatore a “vivere” il loro interno coinvolgendolo in un’esperienza “altra” di percezione delle cose. A tal scopo utilizza tubi catodici rudimentali, accorgimenti luminosi, meccanismi lenticolari, lenti di ingrandimento e specchi. Ribalta così prospettive e punti di vista, rendendoci partecipi di una visione ingannevole e ironica del mondo. Installazioni e performance insorgono, emergono, esondano dallo spazio, più che esservi collocati e lo trasformano radicalmente. Spesso l’evento è sceneggiato in prima persona, coinvolgendo gli spettatori-attori... “Voglio che si crei una tensione tra lo spazio, l’opera e chi la guarda, non a caso le mie opere sono spesso praticabili, mutano con il mutare del punto di vista dell’osservatore, anche se sono statiche…” Le persone sono dunque una parte dell’opera, talvolta ne sono uno dei “materiali”.
Marco di Giovanni è tra gli artisti degni di attenzione della nuova scultura; nato a Teramo nel 1976, vive e lavora tra Imola e Solarolo. Fin dalla fine anni Novanta porta avanti una costante attività espositiva, in Italia soprattutto - oltre che all’estero (Centre Pompidou, Parigi 2002; Galleria Carloni SpazioArte, Francoforte, 2004) - in spazi privati (Galleria 10.2!, Milano 2002; Otto Gallery Arte Contemporanea, Bologna 2003; Galleria Arte Ricambi, Verona 2003; Il Chiostro Arte Contemporanea, Saronno 2005; Galleria Spazia, Bologna 2006) e pubblici (Galleria Civica, Modena 2003; Giardini di Villa Guastavillani e GAM Bologna 2005) presentando il suo lavoro in personali e collettive. Attualmente partecipa alla quarantanovesima edizione del Premio Campigna, un momento significativo nel panorama giovanile dell’arte contemporanea italiana, che si svolge nel borgo medievale di Santa Sofia (Forlì): quattordici giovani italiani dialogano con il territorio attraverso le loro espressioni artistiche.
La necessità della mostra nasce da un viaggio in Ucraina di Marco di Giovanni e coinvolge il visitatore nella proiezione dello sguardo oltre le mura della galleria: l’artista su una bianca base circolare, abbandonati i sandali di questo lungo cammino, con il volto rivolto all’interno di un grande tubo, che attraversa lo spazio in direzione di questa regione della terra, rinomata per l’azzurro del cielo e il giallo del grano...
I suoi ferri - spesso scarti arrugginiti di canalizzazioni, serbatoi, ... - sprofondano nel suolo, sfondano le pareti, sfidano le leggi canoniche dello spazio e inducono lo spettatore a “vivere” il loro interno coinvolgendolo in un’esperienza “altra” di percezione delle cose. A tal scopo utilizza tubi catodici rudimentali, accorgimenti luminosi, meccanismi lenticolari, lenti di ingrandimento e specchi. Ribalta così prospettive e punti di vista, rendendoci partecipi di una visione ingannevole e ironica del mondo. Installazioni e performance insorgono, emergono, esondano dallo spazio, più che esservi collocati e lo trasformano radicalmente. Spesso l’evento è sceneggiato in prima persona, coinvolgendo gli spettatori-attori... “Voglio che si crei una tensione tra lo spazio, l’opera e chi la guarda, non a caso le mie opere sono spesso praticabili, mutano con il mutare del punto di vista dell’osservatore, anche se sono statiche…” Le persone sono dunque una parte dell’opera, talvolta ne sono uno dei “materiali”.
Marco di Giovanni è tra gli artisti degni di attenzione della nuova scultura; nato a Teramo nel 1976, vive e lavora tra Imola e Solarolo. Fin dalla fine anni Novanta porta avanti una costante attività espositiva, in Italia soprattutto - oltre che all’estero (Centre Pompidou, Parigi 2002; Galleria Carloni SpazioArte, Francoforte, 2004) - in spazi privati (Galleria 10.2!, Milano 2002; Otto Gallery Arte Contemporanea, Bologna 2003; Galleria Arte Ricambi, Verona 2003; Il Chiostro Arte Contemporanea, Saronno 2005; Galleria Spazia, Bologna 2006) e pubblici (Galleria Civica, Modena 2003; Giardini di Villa Guastavillani e GAM Bologna 2005) presentando il suo lavoro in personali e collettive. Attualmente partecipa alla quarantanovesima edizione del Premio Campigna, un momento significativo nel panorama giovanile dell’arte contemporanea italiana, che si svolge nel borgo medievale di Santa Sofia (Forlì): quattordici giovani italiani dialogano con il territorio attraverso le loro espressioni artistiche.
25
novembre 2006
Marco Di Giovanni
Dal 25 novembre al 16 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL PONTE
Firenze, Via Di Mezzo, 42/B, (Firenze)
Firenze, Via Di Mezzo, 42/B, (Firenze)
Orario di apertura
16-19.30, chiuso lunedì e festivi
Vernissage
25 Novembre 2006, ore 18.30
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