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Daniela Monaci – Fotopitture
Le immagini che Daniela Monaci, artista romana, mostra alla galleria Di effe sono una riflessione sull’inquietudine e sul disagio che accompagna il nostro vivere contemporaneo: spaesamento, difficoltà di indentità, incertezza
Comunicato stampa
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Le immagini che Daniela Monaci, artista romana, mostra alla galleria Di effe sono una riflessione sull’inquietudine e sul disagio che accompagna il nostro vivere contemporaneo: spaesamento, difficoltà di indentità, incertezza.
Ne è simbolo l’immagine “ Si, no, non so” che rappresenta una giovane tailandese con un duplice volto, quello reale che sta perdendosi nello sfondo, mentre l’altro è dolcemente tra le sue mani. Come scrive Rolando Bellini “Trovo in quest’immagine di giovane donna che si propone con in braccio la propria testa, il bel volto intenso avvolto da aura magica, la postura elegante e fragile, antica e nobile; trovo in quest’invenzione inattesa e fulminante di Daniela Monaci, l’espressione in cifre di un disagio e di una sfida che coinvolgono l’intero “universo mondo”. Il mondo odierno, afflitto e al tempo stesso salvato da sua tormentante globalizzazione, dal flusso inesausto di una migrazione continua, martellante, vivificante. In lei, questa donna “decollata” con tanta grazia, è dunque rappresentata un’intera umanità, un’epopea esistenziale oggidiana.”
Così le immagini della natività, progettate dopo l’11 settembre con la presa di coscienza del fatto che la guerra, magari nella forma dell’attentato, era entrata nella apparente normalità del nostro vivere.
Sono immagini dove vita e morte, speranza e paura, rosso e nero, si uniscono in un'unica trama.
O l’immagine del giocoliere, quasi figura mitologica, che, con la testa di cespuglio, senza poter vedere, tiene magicamente il suo gioco di equilibrio, e ricorda ad ognuno di noi il difficile gioco di tenere in equilibrio la propria vita.
O il solitario camminare di un uomo e una donna in piazze dilatate e con una prospettiva forzata, seguiti da impossibili ombre, ricordi forse, o paure che si fanno presenze reali, che ci seguono e ci osservano nel nostro vivere quotidiano.
Classiche, a prima vista, le immagini, con un forte rimando alla tradizione della grande pittura italiana, ma intrise di una inquietudine tutta contemporanea.
Anche il linguaggio gioca su questo confine e contaminazione tra pittura e fotografia, grazie ad un sapiente uso del digitale.
“la fotografia rappresenta una sorta di spunto o lacerto di realtà che, prelevato, manipolato, saldato ad altri, va a costituire un puzzle oscillante oltre ogni possibile realtà e tuttavia ancora intriso di quella. E poi, ecco che su questa trama va componendosi un fitto ordito che dà corpo, sostanza e forma, alla pittura.”
Ne è simbolo l’immagine “ Si, no, non so” che rappresenta una giovane tailandese con un duplice volto, quello reale che sta perdendosi nello sfondo, mentre l’altro è dolcemente tra le sue mani. Come scrive Rolando Bellini “Trovo in quest’immagine di giovane donna che si propone con in braccio la propria testa, il bel volto intenso avvolto da aura magica, la postura elegante e fragile, antica e nobile; trovo in quest’invenzione inattesa e fulminante di Daniela Monaci, l’espressione in cifre di un disagio e di una sfida che coinvolgono l’intero “universo mondo”. Il mondo odierno, afflitto e al tempo stesso salvato da sua tormentante globalizzazione, dal flusso inesausto di una migrazione continua, martellante, vivificante. In lei, questa donna “decollata” con tanta grazia, è dunque rappresentata un’intera umanità, un’epopea esistenziale oggidiana.”
Così le immagini della natività, progettate dopo l’11 settembre con la presa di coscienza del fatto che la guerra, magari nella forma dell’attentato, era entrata nella apparente normalità del nostro vivere.
Sono immagini dove vita e morte, speranza e paura, rosso e nero, si uniscono in un'unica trama.
O l’immagine del giocoliere, quasi figura mitologica, che, con la testa di cespuglio, senza poter vedere, tiene magicamente il suo gioco di equilibrio, e ricorda ad ognuno di noi il difficile gioco di tenere in equilibrio la propria vita.
O il solitario camminare di un uomo e una donna in piazze dilatate e con una prospettiva forzata, seguiti da impossibili ombre, ricordi forse, o paure che si fanno presenze reali, che ci seguono e ci osservano nel nostro vivere quotidiano.
Classiche, a prima vista, le immagini, con un forte rimando alla tradizione della grande pittura italiana, ma intrise di una inquietudine tutta contemporanea.
Anche il linguaggio gioca su questo confine e contaminazione tra pittura e fotografia, grazie ad un sapiente uso del digitale.
“la fotografia rappresenta una sorta di spunto o lacerto di realtà che, prelevato, manipolato, saldato ad altri, va a costituire un puzzle oscillante oltre ogni possibile realtà e tuttavia ancora intriso di quella. E poi, ecco che su questa trama va componendosi un fitto ordito che dà corpo, sostanza e forma, alla pittura.”
30
novembre 2006
Daniela Monaci – Fotopitture
Dal 30 novembre 2006 al 13 gennaio 2007
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA DIEFFE
Torino, Via Porta Palatina, 9, (Torino)
Torino, Via Porta Palatina, 9, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle ore 16 alle 19,30
Vernissage
30 Novembre 2006, ore 19 aperitivo in rosso e in nero
Autore
Curatore