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Alessandro Caioni – Raccolto
Nelle immagini di Caioni troviamo spesso il riferimento al doppio: due facce, due corpi che ci dicono sempre dello stesso eterno ed intramontabile concetto di ambiguità
Comunicato stampa
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Religione ha in sé la radice latina relegere che significa raccogliere.
Raccogliere segni, tracce del sé ma anche di un io collettivo e condiviso attraverso un espressionismo mistico e meditativo. Questo il linguaggio intimamente universalizzato attraverso il quale Caioni ci parla di un raccoglimento che è momento cruciale di osservazione ed ascolto.
Nelle immagini di Caioni troviamo spesso il riferimento al doppio: due facce, due corpi che ci dicono sempre dello stesso eterno ed intramontabile concetto di ambiguità, contraddittorietà, complementarietà, inconoscibilità che, secondo racconti millenari, contraddistinguerebbe l’uomo. Temi grandi e piccoli allo stesso tempo, che ci parlano di genere umano, tradizione, cultura, religione, filosofia, psicoanalisi, ed individuo che nella sua infinitamente piccola ed intima sfera di solitudine indaga e s’indaga, come fa l’artista che nell’immagine cerca risposte.
L’uso dei simboli della mitologia cristiana e i riferimenti all’iconografia liturgica sono solo uno degli aspetti -e forse neanche il più profondo- della spiritualità contenuta nel lavoro di Caioni, perché probabilmente il tratto più autenticamente religioso, nel senso più complesso del termine, è costituito dal suo metodo di lavoro. Un’antica tecnica di tessitura d’origine asiatica che prevede la paziente sovrapposizione di strati di feltro che, trattati con alcuni liquidi e attraverso un procedimento di rollatura, si contraggono fino a divenire trama, supporto e immagine stessa di un linguaggio artistico intrinsecamente mistico, rituale e spirituale nell’accezione più ampia ed arcaica del termine.
Pensiamo infatti alla somiglianza con la pratica della preghiera, assai presente nei lavori in mostra, come strumento che conduce alla meditazione attraverso la ripetizione. “Si comincia a recitare” afferma l’artista, “fino a che respiro, battito cardiaco e parole diventano un unisono attraverso il quale l’uomo stesso diventa preghiera”. I minuscoli segni frantumati e pressati che fanno la scrittura corrispondente ai suoni della litania, e che funzionano da sfondo-trama di disegni di figurine umane e volti, raccontano di una ripetitività e ossessività di cui si nutre ogni forma di ritualità religiosa, ma forse anche, e altrettanto profondamente, ogni forma del fare artistico e creativo.
Raccogliere segni, tracce del sé ma anche di un io collettivo e condiviso attraverso un espressionismo mistico e meditativo. Questo il linguaggio intimamente universalizzato attraverso il quale Caioni ci parla di un raccoglimento che è momento cruciale di osservazione ed ascolto.
Nelle immagini di Caioni troviamo spesso il riferimento al doppio: due facce, due corpi che ci dicono sempre dello stesso eterno ed intramontabile concetto di ambiguità, contraddittorietà, complementarietà, inconoscibilità che, secondo racconti millenari, contraddistinguerebbe l’uomo. Temi grandi e piccoli allo stesso tempo, che ci parlano di genere umano, tradizione, cultura, religione, filosofia, psicoanalisi, ed individuo che nella sua infinitamente piccola ed intima sfera di solitudine indaga e s’indaga, come fa l’artista che nell’immagine cerca risposte.
L’uso dei simboli della mitologia cristiana e i riferimenti all’iconografia liturgica sono solo uno degli aspetti -e forse neanche il più profondo- della spiritualità contenuta nel lavoro di Caioni, perché probabilmente il tratto più autenticamente religioso, nel senso più complesso del termine, è costituito dal suo metodo di lavoro. Un’antica tecnica di tessitura d’origine asiatica che prevede la paziente sovrapposizione di strati di feltro che, trattati con alcuni liquidi e attraverso un procedimento di rollatura, si contraggono fino a divenire trama, supporto e immagine stessa di un linguaggio artistico intrinsecamente mistico, rituale e spirituale nell’accezione più ampia ed arcaica del termine.
Pensiamo infatti alla somiglianza con la pratica della preghiera, assai presente nei lavori in mostra, come strumento che conduce alla meditazione attraverso la ripetizione. “Si comincia a recitare” afferma l’artista, “fino a che respiro, battito cardiaco e parole diventano un unisono attraverso il quale l’uomo stesso diventa preghiera”. I minuscoli segni frantumati e pressati che fanno la scrittura corrispondente ai suoni della litania, e che funzionano da sfondo-trama di disegni di figurine umane e volti, raccontano di una ripetitività e ossessività di cui si nutre ogni forma di ritualità religiosa, ma forse anche, e altrettanto profondamente, ogni forma del fare artistico e creativo.
02
dicembre 2006
Alessandro Caioni – Raccolto
Dal 02 dicembre 2006 al 25 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA 091
Palermo, Via Enrico Fermi, 38, (Palermo)
Palermo, Via Enrico Fermi, 38, (Palermo)
Orario di apertura
martedi-sabato 10-13 e 17-19,30
Vernissage
2 Dicembre 2006, ore 18.30
Autore