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Hand Luggage Art
più di 2000 mq di spazi per la realizzazione di un progetto dal nome “Hand Luggage Art” rivolto alla produzione di giovani artisti contemporanei
Comunicato stampa
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L’idea non è nuova: l’arte e il viaggio si accompagnano dall’epoca del Grand Tour, che spingeva le elites intellettuali del Settecento in Italia, alla ricerca di emozioni fisiche e spirituali; ma le emozioni, nel paesaggio e nei musei, non si riproducono, non proseguono oggi negli alberghi, che offrono al più un ambiente efficiente, ma più spesso impersonale.
Ne nasce quindi una sensazione di discontinuità, e forse di squilibrio, fra le percezioni, e gli stimoli, di ambiente esterno ed interno. Al ritorno da escursioni, avventurose o tranquille, nella natura o nella cultura dei luoghi, una hall decorata ma anonima accoglie il viaggiatore, meritevole solo di un’occhiata distratta e senza ricordo, e in camera l’indifferenza prosegue, o si trasforma nei più sensibili in insofferenza davanti al solito assortimento di banalità (stampe, fotografie turistiche, acquerelli insignificanti, oli che non valgono il colore e la tela impiegati…).
In breve, ospitalità e wellness culturale sono l’eccezione e, forse per questo, da qualche anno gli alberghi tentano di aprirsi all’arte contemporanea, con esperienze come Riparte a Roma, o gli interventi della rivista Flash Art a Milano e Venezia, o il programma DiVA (www.divafair.com ) , attualmente in corso a Parigi presso l’Hotel Kube.
Con le debite differenze in materia di selezione e di qualità, l’idea è analoga: si tratta di offrire gli spazi comuni e/o le camere all’intervento di curatori, galleristi e artisti professionisti, per stimolare, e soddisfare, una domanda potenzialmente interessata, e interessante. L’interesse è tale che queste manifestazioni hanno reso famosi gli alberghi ospiti almeno quanto gli alberghi hanno promosso le manifestazioni, che dunque promettono di durare e di espandersi; ma sinergie del genere sono inesistenti in Sicilia, salvo l’esperienza molto speciale delle stanze d’artista dell’Atelier sul Mare di Antonio Presti a Tusa (ME); e, secondo, anche dove hanno avuto successo, le rassegne in albergo sono solo temporanee, una parentesi stimolante quanto effimera.
La domanda, quindi, è se si può fare di più e di meglio, riempiendo il vuoto di servizi e d’immagine dell’ostelleria siciliana con un’iniziativa pionieristica, e dando a questa iniziativa carattere permanente. La risposta, naturalmente, dipende dai mezzi, ma ancor più da un’adeguata programmazione, messa a punto con idee chiare sui target ai quali puntare e sui messaggi più appropriati per suscitarne l’attenzione. Quali che siano i mezzi, i target e i messaggi, inoltre, sembra essenziale strutturare gli interventi come un servizio in più, un supplemento gratuito dell’offerta di ospitalità, parte integrante del comfort del viaggiatore. Per questo, è fondamentale evitare l’affollamento di mercanzie, souvenir, gadgets, presentati e facilmente riconosciuti come tali, in molti alberghi. Senza escludere una dimensione commerciale, quel che si deve suggerire prima di tutto è l’idea di un’ospitalità nella quale i servizi utilitari-funzionali siano integrati alla informazione culturale: l’albergo, insomma, messaggero, e anticipatore, o primo passo, nelle attività creative della comunità, locale e nazionale, del paese visitato. Per avvalorare questa funzione, peraltro, arredare gli spazi non basta:
* l’albergo va percorso e scoperto come un museo, o un laboratorio, e il personale, o collaboratori specializzati, dovranno essere in grado di fornire un vero e proprio servizio guidato alla fruizione delle collezioni esposte.
* Periodicamente, infine, l’attività espositiva permanente potrà essere associata a specifiche iniziative culturali ( paganti), di promozione di marchi, prodotti e manufatti della moda ) in sintonia con l’arte e la creatività sul piano della qualità riconosciuta.
Ne nasce quindi una sensazione di discontinuità, e forse di squilibrio, fra le percezioni, e gli stimoli, di ambiente esterno ed interno. Al ritorno da escursioni, avventurose o tranquille, nella natura o nella cultura dei luoghi, una hall decorata ma anonima accoglie il viaggiatore, meritevole solo di un’occhiata distratta e senza ricordo, e in camera l’indifferenza prosegue, o si trasforma nei più sensibili in insofferenza davanti al solito assortimento di banalità (stampe, fotografie turistiche, acquerelli insignificanti, oli che non valgono il colore e la tela impiegati…).
In breve, ospitalità e wellness culturale sono l’eccezione e, forse per questo, da qualche anno gli alberghi tentano di aprirsi all’arte contemporanea, con esperienze come Riparte a Roma, o gli interventi della rivista Flash Art a Milano e Venezia, o il programma DiVA (www.divafair.com ) , attualmente in corso a Parigi presso l’Hotel Kube.
Con le debite differenze in materia di selezione e di qualità, l’idea è analoga: si tratta di offrire gli spazi comuni e/o le camere all’intervento di curatori, galleristi e artisti professionisti, per stimolare, e soddisfare, una domanda potenzialmente interessata, e interessante. L’interesse è tale che queste manifestazioni hanno reso famosi gli alberghi ospiti almeno quanto gli alberghi hanno promosso le manifestazioni, che dunque promettono di durare e di espandersi; ma sinergie del genere sono inesistenti in Sicilia, salvo l’esperienza molto speciale delle stanze d’artista dell’Atelier sul Mare di Antonio Presti a Tusa (ME); e, secondo, anche dove hanno avuto successo, le rassegne in albergo sono solo temporanee, una parentesi stimolante quanto effimera.
La domanda, quindi, è se si può fare di più e di meglio, riempiendo il vuoto di servizi e d’immagine dell’ostelleria siciliana con un’iniziativa pionieristica, e dando a questa iniziativa carattere permanente. La risposta, naturalmente, dipende dai mezzi, ma ancor più da un’adeguata programmazione, messa a punto con idee chiare sui target ai quali puntare e sui messaggi più appropriati per suscitarne l’attenzione. Quali che siano i mezzi, i target e i messaggi, inoltre, sembra essenziale strutturare gli interventi come un servizio in più, un supplemento gratuito dell’offerta di ospitalità, parte integrante del comfort del viaggiatore. Per questo, è fondamentale evitare l’affollamento di mercanzie, souvenir, gadgets, presentati e facilmente riconosciuti come tali, in molti alberghi. Senza escludere una dimensione commerciale, quel che si deve suggerire prima di tutto è l’idea di un’ospitalità nella quale i servizi utilitari-funzionali siano integrati alla informazione culturale: l’albergo, insomma, messaggero, e anticipatore, o primo passo, nelle attività creative della comunità, locale e nazionale, del paese visitato. Per avvalorare questa funzione, peraltro, arredare gli spazi non basta:
* l’albergo va percorso e scoperto come un museo, o un laboratorio, e il personale, o collaboratori specializzati, dovranno essere in grado di fornire un vero e proprio servizio guidato alla fruizione delle collezioni esposte.
* Periodicamente, infine, l’attività espositiva permanente potrà essere associata a specifiche iniziative culturali ( paganti), di promozione di marchi, prodotti e manufatti della moda ) in sintonia con l’arte e la creatività sul piano della qualità riconosciuta.
15
dicembre 2006
Hand Luggage Art
Dal 15 dicembre 2006 al 15 giugno 2007
giovane arte
Location
MARINA PALACE HOTEL
Acicastello, Via Provinciale, 1, (Catania)
Acicastello, Via Provinciale, 1, (Catania)
Orario di apertura
tutti i giorni, ore 10 - 22
Vernissage
15 Dicembre 2006, ore 19.30