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Georges Lilanga – Storie di Villaggio
Dipinti, sculture e batik
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria NerA. inaugura Sabato 2 dicembre 2006 alle ore 18.00 la mostra di dipinti, sculture di George Lilanga. Uno dei maggiori artisti africani che è stato in grado di fondere, in un originale e personale linguaggio, le culture della propria terra: la scultura makonde e la lezione della Scuola Tinga Tinga.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 gennaio 2007.
George Lilanga nasce nel 1934 nel villaggio di Kikwetu, un villaggio del distretto di Masasi nella regione Mitwara, nel sud della Tanzania da genitori Makonde, un gruppo etnico originario del Mozambico. La famiglia si trasferisce a Masasi dove George frequenta la “Scuola Primaria” per soli quattro anni dei sette previsti per seguire le orme paterne e diventare operaio agricolo nella città di Lutamba. A quindici anni partecipa alla tradizionale cerimonia Makonde (jandoni), l’iniziazione, dove acquisisce conoscenze indispensabili per diventare uomo. In seguito, come la maggior parte degli uomini Makonde, è introdotto all’arte della scultura, dapprima con le radici, poi con legni dolci e infine con il duro ebano.
L’arte per Lilanga rimane un’attività secondaria all’impegno in agricoltura fino al 1970, quando i volontari europei del campo rifugiati a Lutamba, colpiti dal suo lavoro, lo spingono a tentare il commercio delle sculture nella grande città di Dar es Salaam. Nel 1974, inizia una collaborazione presso la Maison de l’Art, centro per l’arte e l’artigianato, notato dal responsabile Sister Jaen, approfondisce le tecniche del disegno, della litografia, del batik e della fusione del bronzo realizzando le porte in legno massiccio, i frontoni e le cancellate in legno. Sempre nel 1974, alcune opere di Lilanga arrivano al National Museum di Dar es Salaam introducendolo alla scuola Tingatinga. Inizia così a privilegiare la pittura rispetto alla faticosa scalfittura dell’ebano.
Nel 1977 al Maryknoll Sister Center a Ossining, New York, le opere di Lilanga suscitano l’ammirazione di Keith Haring di cui diviene il precursore.
Il 1978, anno fondamentale per la sua carriera, partecipa ad una mostra organizzata alla IMF Hall della World Bank di Washington dove delle duecentoottanta opere presentate più di cento sono sue, diventando così il maggior rappresentante dell’arte africana. Le sue opere oggi sono esposte nelle più importanti Gallerie e Musei degli Stati Uniti, dell’Europa e del Giappone.
Nel 1999 la celebre Casa d’aste Sotheby’s a Londra gli dedica la copertina della grande asta sull’arte africana contemporanea.
Lilanga ha continuato il suo lavoro fino al 2005, anno della sua morte.
L’Arte di Lilanga – animata da un vivo senso di critica e caricatura sociale – illustra la continuità della sua visione artistica: dall’arte Makonde alla sua evoluzione contemporanea, sempre ispirato dalla tradizione.
Le sue buffe e ironiche figure, con il pareo e le orecchie lunghe, la pancia gonfia e la disarticolazione motoria, sono eredi degli shetani, indisciplinati spiriti della cosmologia Makonde.
Allo stesso modo la complessità delle sue pitture possono essere paragonate all’albero della vita Makonde (ujama) che significa unità e solidarietà.
Il lavoro fantasioso e movimentato di Lilanga non solo testimonia una profonda rivoluzione dell’arte in Africa ma l’affermazione di un talento artistico originale.
La tradizione che ha ispirato Lilanga e che è presente in tutte le sue opere, anche se a volte in modo nascosto, emerge con tutta la sua forza dall’accostamento degli oli e delle statue agli oggetti di arte tradizionale africana esposti alla galleria NerA.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 gennaio 2007.
George Lilanga nasce nel 1934 nel villaggio di Kikwetu, un villaggio del distretto di Masasi nella regione Mitwara, nel sud della Tanzania da genitori Makonde, un gruppo etnico originario del Mozambico. La famiglia si trasferisce a Masasi dove George frequenta la “Scuola Primaria” per soli quattro anni dei sette previsti per seguire le orme paterne e diventare operaio agricolo nella città di Lutamba. A quindici anni partecipa alla tradizionale cerimonia Makonde (jandoni), l’iniziazione, dove acquisisce conoscenze indispensabili per diventare uomo. In seguito, come la maggior parte degli uomini Makonde, è introdotto all’arte della scultura, dapprima con le radici, poi con legni dolci e infine con il duro ebano.
L’arte per Lilanga rimane un’attività secondaria all’impegno in agricoltura fino al 1970, quando i volontari europei del campo rifugiati a Lutamba, colpiti dal suo lavoro, lo spingono a tentare il commercio delle sculture nella grande città di Dar es Salaam. Nel 1974, inizia una collaborazione presso la Maison de l’Art, centro per l’arte e l’artigianato, notato dal responsabile Sister Jaen, approfondisce le tecniche del disegno, della litografia, del batik e della fusione del bronzo realizzando le porte in legno massiccio, i frontoni e le cancellate in legno. Sempre nel 1974, alcune opere di Lilanga arrivano al National Museum di Dar es Salaam introducendolo alla scuola Tingatinga. Inizia così a privilegiare la pittura rispetto alla faticosa scalfittura dell’ebano.
Nel 1977 al Maryknoll Sister Center a Ossining, New York, le opere di Lilanga suscitano l’ammirazione di Keith Haring di cui diviene il precursore.
Il 1978, anno fondamentale per la sua carriera, partecipa ad una mostra organizzata alla IMF Hall della World Bank di Washington dove delle duecentoottanta opere presentate più di cento sono sue, diventando così il maggior rappresentante dell’arte africana. Le sue opere oggi sono esposte nelle più importanti Gallerie e Musei degli Stati Uniti, dell’Europa e del Giappone.
Nel 1999 la celebre Casa d’aste Sotheby’s a Londra gli dedica la copertina della grande asta sull’arte africana contemporanea.
Lilanga ha continuato il suo lavoro fino al 2005, anno della sua morte.
L’Arte di Lilanga – animata da un vivo senso di critica e caricatura sociale – illustra la continuità della sua visione artistica: dall’arte Makonde alla sua evoluzione contemporanea, sempre ispirato dalla tradizione.
Le sue buffe e ironiche figure, con il pareo e le orecchie lunghe, la pancia gonfia e la disarticolazione motoria, sono eredi degli shetani, indisciplinati spiriti della cosmologia Makonde.
Allo stesso modo la complessità delle sue pitture possono essere paragonate all’albero della vita Makonde (ujama) che significa unità e solidarietà.
Il lavoro fantasioso e movimentato di Lilanga non solo testimonia una profonda rivoluzione dell’arte in Africa ma l’affermazione di un talento artistico originale.
La tradizione che ha ispirato Lilanga e che è presente in tutte le sue opere, anche se a volte in modo nascosto, emerge con tutta la sua forza dall’accostamento degli oli e delle statue agli oggetti di arte tradizionale africana esposti alla galleria NerA.
02
dicembre 2006
Georges Lilanga – Storie di Villaggio
Dal 02 dicembre 2006 al 28 gennaio 2007
arte contemporanea
arte etnica
arte etnica
Location
NERA
Bologna, Via Quirino Majorana, 9A, (Bologna)
Bologna, Via Quirino Majorana, 9A, (Bologna)
Orario di apertura
Giovedì, Venerdì e Sabato: 16 – 19,30; Domenica: 17 – 19,30; Lunedì, Martedì, Mercoledì: chiuso
Vernissage
2 Dicembre 2006, ore 18
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