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Un giardino per Josephine
Percorsi di conoscenza, emozioni, luci e suoni nel Castello e nel parco di Racconigi
Comunicato stampa
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Titola Un giardino per Josephine la proposta per la stagione invernale del Castello reale di Racconigi.
Raccoglie il testimone dai fortunati Colori napoletani in una casa di Re, Altre voci altre stanze, Le dimore interiori, Saudade e Il giardino d’inverno.
Dà seguito, grazie alla creatività di Progetto Cantoregi, ad un linguaggio che potremmo provare genericamente a definire performance multimediale, dove le discipline artistiche sconfinano e si combinano tra loro, generando un unicum scenico che offre un’opportunità diversa e innovativa di scoperta e conoscenza della vicenda storica della residenza sabauda e dei personaggi che vi hanno soggiornato. Uno statuto narrativo davvero congeniale a creare le condizioni di una partecipazione sensoriale dello spettatore, sollecitato sotto molteplici aspetti -fisico, acustico, tattile, visivo- pur lasciando che questo moto ondoso di sensazioni trascolori nella sua emotività interiore.
Questa volta il percorso di immagini, suoni e luci sarà incentrato sull’affascinante figura della principessa Josephine di Lorena Carignano (1753-1797) e si snoderà, novità assoluta, di notte nel parco con un prologo nelle sale del Castello che ospitarono il suo appartamento.
Josephine è una delle figure simbolo della storia del Castello e del parco di Racconigi quale ispiratrice e committente di una delle più importanti stagioni culturali ed artistiche della residenza.
Nata e cresciuta nella Francia della metà del Settecento, caratterizzata da un re “in declino” -Luigi XV-, contornato da una corte e una aristocrazia su cui cominciavano ad addensarsi nuvole minacciose, ma anche dalla presenza del grande movimento culturale, letterario, filosofico e divulgativo dell’Illuminismo, la nostra principessa era figlia di Luigi Carlo Duca di Lorraine Harcourt Armagnac, conte di Brionne e di Charmy, grande scudiero e cavaliere degli Ordini del Re.
Educata nel salotto della madre, la contessa di Brionne, che raccoglieva le riflessioni delle migliori personalità del mondo intellettuale del tempo, tra cui lo stesso Voltaire, Josephine giunse a Torino nel 1768 sposa, appena quindicenne, di Vittorio Amedeo quinto principe di Carignano.
Descritta dagli ambasciatori presso la corte sabauda “di corporatura elegante, aspetto nobile, dolce e fiero, andatura agile, occhi vivi e ridenti, naso fatto, bocca graziosa, colorito bruno ma uniforme …” fu una fervida studiosa di storia greca e romana e di filosofia, sensibile lettrice di poesia, copiosa scrittrice lei stessa, grande viaggiatrice.
Fiera di carattere, dotata di coraggio e forza di spirito, protofemminista, femme savant, ebbe una vita breve ma intensa.
Per il suo fare disinvolto e spigliato, ma anche per la potenziale concorrenza alla successione al trono che la famiglia Carignano rappresentava, non riscosse grandi simpatie presso la corte sabauda che viveva allora sotto il pesante regime spagnolo.
I viaggi, lo studio, la composizione letteraria, la conversazione con gli spiriti eletti del tempo, primo fra tutti Tommaso Valperga di Caluso cui era legata da profonda amicizia, i soggiorni a Parigi e a Racconigi, dove comunque non rifuggiva dai divertimenti, i balli, le feste, le cavalcate, la caccia…, furono la sua espressione di libertà.
A Racconigi ebbe modo di affermare la sua visione della vita con la trasformazione del parco, finalizzata anche a dare lavoro agli abitanti del paese impoveriti da una crisi dell’industria della seta, essendo la filantropia un tratto importante della sua personalità.
Le scene che Giacomo Pregliasco –autore delle scenografie degli spettacoli più importanti che si rappresentavano al Teatro Regio di Torino in quello stesso periodo- progettò e realizzò per la principessa a Racconigi disegnano un simbolico itinerario esistenziale, una “camera delle meraviglie all’aperto”, un “teatro della memoria”, un viaggio nella storia, nelle diverse regioni del mondo, nelle stagioni della vita dell’uomo, il luogo-non luogo dove s’incarna il mito della bontà della natura, e dove di esaurisce l’affannosa e inesausta ricerca del bonheur.
Della villa e del giardino della nostra principessa restano testimonianze importanti.
L’appartamento cinese conservato intatto dalla ristrutturazione del nipote Carlo Alberto; il viale dei platani, l’eremitaggio, il lago dei cigni, la chiesa gotica, la casa del contadino, la grotta del mago Merlino che Xavier Kurten trasferì nella composizione del parco romantico.
La mostra svilupperà attraverso due principali ambientazioni la figura della Principessa evidenziandone i tratti biografici, il ritratto interiore, gli interessi intellettuali, l’entourage artistico e culturale, anche proponendo un’evocazione degli allestimenti di cui fu promotrice allorché elesse Racconigi a dimora prediletta.
In particolare, al piano nobile del Castello, il Salone d’Ercole, la Sala di Diana e gli ambienti dell’Appartamento cinese ospiteranno l’iconografia, le fonti, le opere, gli arredi e gli elementi correlati al personaggio. Oltreché dalle collezioni del Castello, il materiale proverrà da fondi della Biblioteca Reale di Torino, dell’Archivio di Stato e dal Palazzo Reale.
Nel parco, per la prima volta aperto di sera, sarà imbastito, sulle metaforiche fabriques che Giacomo Pregliasco ideò per Giuseppina, un viaggio notturno, un gioco di suoni, luci, immagini ed atmosfere suggestive.
L’ideazione di Progetto Cantoregi propone un percorso di scoperta della ricchezza ma anche della complessità della personalità di Giuseppina dove il parco si fa, eccezionalmente, mediatore tra l’ aspetto formale e l’essenza che ci è ancora ignota, si fa cioè soglia, passaggio ad un mondo nascosto, sconosciuto, che si rivela uno “spazio” altro, uno “spazio interiore”, che travalica la nostra percezione sensoriale.
Dove rintracciare, di Josephine, quell’istanza complessiva che si nasconde dietro l’orizzonte dei suoi tanti e stimolanti rimandi intellettuali, dei suoi innumerevoli riferimenti culturali. E dove sintonizzarci, anche se nel provisorium di una sera soltanto, con le sue più recondite emozioni. Con le sue più intime esitazioni del cuore. Forse, anche le nostre.
La visita si conclude con la presentazione di un audiovisivo, elaborato da Fondazione FITZCARRALDO in collaborazione con la direzione del Castello, che, evocando la complessiva ricchezza di contenuti che la residenza propone, intende suggerire i nessi, le connessioni, le potenzialità, le piste di lavoro sulle quali ci si potrà muovere nel prossimo futuro per costruire nuove proposte culturali.
Raccoglie il testimone dai fortunati Colori napoletani in una casa di Re, Altre voci altre stanze, Le dimore interiori, Saudade e Il giardino d’inverno.
Dà seguito, grazie alla creatività di Progetto Cantoregi, ad un linguaggio che potremmo provare genericamente a definire performance multimediale, dove le discipline artistiche sconfinano e si combinano tra loro, generando un unicum scenico che offre un’opportunità diversa e innovativa di scoperta e conoscenza della vicenda storica della residenza sabauda e dei personaggi che vi hanno soggiornato. Uno statuto narrativo davvero congeniale a creare le condizioni di una partecipazione sensoriale dello spettatore, sollecitato sotto molteplici aspetti -fisico, acustico, tattile, visivo- pur lasciando che questo moto ondoso di sensazioni trascolori nella sua emotività interiore.
Questa volta il percorso di immagini, suoni e luci sarà incentrato sull’affascinante figura della principessa Josephine di Lorena Carignano (1753-1797) e si snoderà, novità assoluta, di notte nel parco con un prologo nelle sale del Castello che ospitarono il suo appartamento.
Josephine è una delle figure simbolo della storia del Castello e del parco di Racconigi quale ispiratrice e committente di una delle più importanti stagioni culturali ed artistiche della residenza.
Nata e cresciuta nella Francia della metà del Settecento, caratterizzata da un re “in declino” -Luigi XV-, contornato da una corte e una aristocrazia su cui cominciavano ad addensarsi nuvole minacciose, ma anche dalla presenza del grande movimento culturale, letterario, filosofico e divulgativo dell’Illuminismo, la nostra principessa era figlia di Luigi Carlo Duca di Lorraine Harcourt Armagnac, conte di Brionne e di Charmy, grande scudiero e cavaliere degli Ordini del Re.
Educata nel salotto della madre, la contessa di Brionne, che raccoglieva le riflessioni delle migliori personalità del mondo intellettuale del tempo, tra cui lo stesso Voltaire, Josephine giunse a Torino nel 1768 sposa, appena quindicenne, di Vittorio Amedeo quinto principe di Carignano.
Descritta dagli ambasciatori presso la corte sabauda “di corporatura elegante, aspetto nobile, dolce e fiero, andatura agile, occhi vivi e ridenti, naso fatto, bocca graziosa, colorito bruno ma uniforme …” fu una fervida studiosa di storia greca e romana e di filosofia, sensibile lettrice di poesia, copiosa scrittrice lei stessa, grande viaggiatrice.
Fiera di carattere, dotata di coraggio e forza di spirito, protofemminista, femme savant, ebbe una vita breve ma intensa.
Per il suo fare disinvolto e spigliato, ma anche per la potenziale concorrenza alla successione al trono che la famiglia Carignano rappresentava, non riscosse grandi simpatie presso la corte sabauda che viveva allora sotto il pesante regime spagnolo.
I viaggi, lo studio, la composizione letteraria, la conversazione con gli spiriti eletti del tempo, primo fra tutti Tommaso Valperga di Caluso cui era legata da profonda amicizia, i soggiorni a Parigi e a Racconigi, dove comunque non rifuggiva dai divertimenti, i balli, le feste, le cavalcate, la caccia…, furono la sua espressione di libertà.
A Racconigi ebbe modo di affermare la sua visione della vita con la trasformazione del parco, finalizzata anche a dare lavoro agli abitanti del paese impoveriti da una crisi dell’industria della seta, essendo la filantropia un tratto importante della sua personalità.
Le scene che Giacomo Pregliasco –autore delle scenografie degli spettacoli più importanti che si rappresentavano al Teatro Regio di Torino in quello stesso periodo- progettò e realizzò per la principessa a Racconigi disegnano un simbolico itinerario esistenziale, una “camera delle meraviglie all’aperto”, un “teatro della memoria”, un viaggio nella storia, nelle diverse regioni del mondo, nelle stagioni della vita dell’uomo, il luogo-non luogo dove s’incarna il mito della bontà della natura, e dove di esaurisce l’affannosa e inesausta ricerca del bonheur.
Della villa e del giardino della nostra principessa restano testimonianze importanti.
L’appartamento cinese conservato intatto dalla ristrutturazione del nipote Carlo Alberto; il viale dei platani, l’eremitaggio, il lago dei cigni, la chiesa gotica, la casa del contadino, la grotta del mago Merlino che Xavier Kurten trasferì nella composizione del parco romantico.
La mostra svilupperà attraverso due principali ambientazioni la figura della Principessa evidenziandone i tratti biografici, il ritratto interiore, gli interessi intellettuali, l’entourage artistico e culturale, anche proponendo un’evocazione degli allestimenti di cui fu promotrice allorché elesse Racconigi a dimora prediletta.
In particolare, al piano nobile del Castello, il Salone d’Ercole, la Sala di Diana e gli ambienti dell’Appartamento cinese ospiteranno l’iconografia, le fonti, le opere, gli arredi e gli elementi correlati al personaggio. Oltreché dalle collezioni del Castello, il materiale proverrà da fondi della Biblioteca Reale di Torino, dell’Archivio di Stato e dal Palazzo Reale.
Nel parco, per la prima volta aperto di sera, sarà imbastito, sulle metaforiche fabriques che Giacomo Pregliasco ideò per Giuseppina, un viaggio notturno, un gioco di suoni, luci, immagini ed atmosfere suggestive.
L’ideazione di Progetto Cantoregi propone un percorso di scoperta della ricchezza ma anche della complessità della personalità di Giuseppina dove il parco si fa, eccezionalmente, mediatore tra l’ aspetto formale e l’essenza che ci è ancora ignota, si fa cioè soglia, passaggio ad un mondo nascosto, sconosciuto, che si rivela uno “spazio” altro, uno “spazio interiore”, che travalica la nostra percezione sensoriale.
Dove rintracciare, di Josephine, quell’istanza complessiva che si nasconde dietro l’orizzonte dei suoi tanti e stimolanti rimandi intellettuali, dei suoi innumerevoli riferimenti culturali. E dove sintonizzarci, anche se nel provisorium di una sera soltanto, con le sue più recondite emozioni. Con le sue più intime esitazioni del cuore. Forse, anche le nostre.
La visita si conclude con la presentazione di un audiovisivo, elaborato da Fondazione FITZCARRALDO in collaborazione con la direzione del Castello, che, evocando la complessiva ricchezza di contenuti che la residenza propone, intende suggerire i nessi, le connessioni, le potenzialità, le piste di lavoro sulle quali ci si potrà muovere nel prossimo futuro per costruire nuove proposte culturali.
17
dicembre 2006
Un giardino per Josephine
Dal 17 dicembre 2006 al 18 febbraio 2007
Location
CASTELLO DI RACCONIGI
Racconigi, Piazza Carlo Alberto, 1, (Cuneo)
Racconigi, Piazza Carlo Alberto, 1, (Cuneo)
Biglietti
Mostra nell’appartamento di Josephine: 3 €
Percorso scenografico nel parco: 2 €
Mostra nell’appartamento di Josephine e percorso scenografico nel parco: 4 €
Castello e mostra nell’appartamento di Josephine: 7 €
Castello, mostra nell’appartamento di Josephine e percorso scenografico nel parco: 8 €
Ridotto 50% tra i 18 e i 25 anni.
Gratuito minori anni 18 e over 65
Orario di apertura
GIORNI E ORARI DI APERTURA DEL PERCORSO SCENOGRAFICO NEL PARCO:
17 dicembre; 22 e 23 dicembre, dal 26 dicembre al 7 gennaio (escluso il 31 dicembre e il primo gennaio), 12,13,14 gennaio; 19,20,21 gennaio; 26, 27, 28 gennaio; 2, 3, 4 febbraio; 9, 10, 11 febbraio; 16,17, 18 febbraio.
Dalle 17:30 alle 23:00
GIORNI E ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA NELL’APPARTAMENTO DI JOSEPHINE IN CASTELLO:
dal 17