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Kiki Smith
In un momento in cui la grafica contemporanea sembra essere stata messa da parte dalle grandi mostre-mercato, la Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare “What is at hand”, una personale dell’artista americana Kiki Smith (classe 1954), dedicata proprio alla parte meno conosciuta della sua produzione: quella delle stampe e più in generale dei multipli, celebrata dalla grande mostra antologica “Prints, Books & Things” al MoMA nel dicembre 2003
Comunicato stampa
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In un momento in cui la grafica contemporanea sembra essere stata messa da parte dalle grandi mostre-mercato, la Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare “What is at hand”, una personale dell’artista americana Kiki Smith (classe 1954), dedicata proprio alla parte meno conosciuta della sua produzione: quella delle stampe e più in generale dei multipli, celebrata dalla grande mostra antologica “Prints, Books & Things” al MoMA nel dicembre 2003.
Artista da sempre votata alla sperimentazione, Smith si avvicina all’incisione sin dalla prima metà degli anni ottanta e da questo momento in avanti l’attività grafica sarà una pratica costante e significativa del suo lavoro.
La centralità del corpo umano, in particolare quello femminile, resta un importante oggetto di indagine, sebbene gli interessi di Kiki Smith si aprono, a partire dagli anni novanta, al rapporto tra l’uomo e la natura. Ne sono un esempio “White Mammals” (1998), sette incisioni di mammiferi artici e albini, rappresentati non “in posa” ma fluttuanti su un fondo bianco che esalta il loro essere semplicemente dei corpi; o ancora “Falcon” (2001), in cui la grande abilità dell’artista emerge nei dettagli del piumaggio.
“Constellations”(1996) testimonia il profondo interesse di Smith per l’astronomia. Nella litografia, la bellezza delle figure è esaltata dal supporto di carta nepalese, usata spesso nei disegni.
“Banshee Pearls” (1991), litografia su 12 fogli realizzata assemblando dozzine di autoritratti in diverse grandezze, orientamenti ed espressioni, è il primo di una serie di lavori dedicati all’autoritratto; un soggetto che l’artista indagherà in modo particolare con questa tecnica.
Nel corso della sua ricerca artistica Kiki Smith ha tratto più volte ispirazione dalla letteratura, dal mito e dalla favole, cercando sempre di reinterpretare le storie dei personaggi “presi in prestito”, da un punto di vista femminile e personale come nella serie delle Blue Print (1999) in cui confluiscono numerosi rimandi ai Maestri nordici (“Melancholia” in cui cita testualmente il titolo di un‘incisione di Albrecht Dürer) e all’arte Vittoriana (“Emily D.” che ritrae la poetessa Emily Dickinson).
In seguito l’artista realizza alcune grandi incisioni, acquarellate a mano, ispirata al celebre romanzo di Lewis Carroll “Alice nel paese delle meraviglie”. Nascono “Pool of Tears 2 (After Lewis Carroll)” (2001)che interpreta l’episodio in cui Alice si trova immersa nelle sue lacrime in mezzo a grandi animali, e “Come away from her (After Lewis Carroll)” (2003) tratto dalla scena in cui gli uccelli abbandonano la bambina alla sua solitudine. La favola di “Alice nel paese delle meraviglie” è esplorata anche nella scultura in porcellana bianca, “Alice II (Feet Uncrossed)” (2005), raffigurante un’Alice sognante e vulnerabile.
Nello stesso periodo Kiki Smith esplora anche la favola di “Cappuccetto Rosso”, interpretata in termini di dominazione maschile, da cui trae numerose opere ma soprattutto le due grandi litografie, “Companions” e “Born”.
Negli ultimi anni, l’artista si dedica a una serie di piccole sculture in porcellana di soggetti femminili: “Woman with Dog” (2003), Tahitian Girls with Feathers (2005), Me in a Corner (2005) e Lo (Seated) (2005)
Fra le numerose mostre a lei dedicate ricordiamo la personale alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia nel giugno 2005 e la grande mostra itinerante “A Gathering, 1980-2005”, dal 16 novembre al Whitney Museum of American Art di New York.
Artista da sempre votata alla sperimentazione, Smith si avvicina all’incisione sin dalla prima metà degli anni ottanta e da questo momento in avanti l’attività grafica sarà una pratica costante e significativa del suo lavoro.
La centralità del corpo umano, in particolare quello femminile, resta un importante oggetto di indagine, sebbene gli interessi di Kiki Smith si aprono, a partire dagli anni novanta, al rapporto tra l’uomo e la natura. Ne sono un esempio “White Mammals” (1998), sette incisioni di mammiferi artici e albini, rappresentati non “in posa” ma fluttuanti su un fondo bianco che esalta il loro essere semplicemente dei corpi; o ancora “Falcon” (2001), in cui la grande abilità dell’artista emerge nei dettagli del piumaggio.
“Constellations”(1996) testimonia il profondo interesse di Smith per l’astronomia. Nella litografia, la bellezza delle figure è esaltata dal supporto di carta nepalese, usata spesso nei disegni.
“Banshee Pearls” (1991), litografia su 12 fogli realizzata assemblando dozzine di autoritratti in diverse grandezze, orientamenti ed espressioni, è il primo di una serie di lavori dedicati all’autoritratto; un soggetto che l’artista indagherà in modo particolare con questa tecnica.
Nel corso della sua ricerca artistica Kiki Smith ha tratto più volte ispirazione dalla letteratura, dal mito e dalla favole, cercando sempre di reinterpretare le storie dei personaggi “presi in prestito”, da un punto di vista femminile e personale come nella serie delle Blue Print (1999) in cui confluiscono numerosi rimandi ai Maestri nordici (“Melancholia” in cui cita testualmente il titolo di un‘incisione di Albrecht Dürer) e all’arte Vittoriana (“Emily D.” che ritrae la poetessa Emily Dickinson).
In seguito l’artista realizza alcune grandi incisioni, acquarellate a mano, ispirata al celebre romanzo di Lewis Carroll “Alice nel paese delle meraviglie”. Nascono “Pool of Tears 2 (After Lewis Carroll)” (2001)che interpreta l’episodio in cui Alice si trova immersa nelle sue lacrime in mezzo a grandi animali, e “Come away from her (After Lewis Carroll)” (2003) tratto dalla scena in cui gli uccelli abbandonano la bambina alla sua solitudine. La favola di “Alice nel paese delle meraviglie” è esplorata anche nella scultura in porcellana bianca, “Alice II (Feet Uncrossed)” (2005), raffigurante un’Alice sognante e vulnerabile.
Nello stesso periodo Kiki Smith esplora anche la favola di “Cappuccetto Rosso”, interpretata in termini di dominazione maschile, da cui trae numerose opere ma soprattutto le due grandi litografie, “Companions” e “Born”.
Negli ultimi anni, l’artista si dedica a una serie di piccole sculture in porcellana di soggetti femminili: “Woman with Dog” (2003), Tahitian Girls with Feathers (2005), Me in a Corner (2005) e Lo (Seated) (2005)
Fra le numerose mostre a lei dedicate ricordiamo la personale alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia nel giugno 2005 e la grande mostra itinerante “A Gathering, 1980-2005”, dal 16 novembre al Whitney Museum of American Art di New York.
30
novembre 2006
Kiki Smith
Dal 30 novembre 2006 al 27 gennaio 2007
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15.00-19.30 e su appuntamento
Vernissage
30 Novembre 2006, ore 18-21
Autore