Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
L’animale che è in noi
group show
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'uso della maschera zoomorfa si fa risalire alla preistoria. Sulle pareti della grotta dei deux frères, sui Pirenei francesi, un dipinto del Cenozoico rappresenta un cacciatore mascherato da capra, durante la caccia. La tradizione di travestirsi con pelli e maschere di animali e di imitarne le movenze è presente in tutte le culture umane.
Tra le più antiche maschere italiane vi sono i mamuthones sardi, che si travestono con pelli di capra e campanacci che risuonano ad ogni suo movimento. Ancora oggi queste maschere sono utilizzate durante feste rituali nel centro-nord della Sardegna, accompagnata da altre maschere raffiguranti animali. Le origini dello zoomorfismo affondano nel Mito, nelle Leggende e nelle Favole poi. Non esiste cavaliere senza destriero, non può esserci eroe senza il drago, né Cappuccetto senza lupo. Gli artisti e i letterati hanno usato l’immagine zoomorfa per dare forma visiva ad un sentimento umano, ad una tendenza caratteriale. Esopo con le sue favole attribuiva agli animali le doti ed i difetti degli esseri umani per insegnare una morale. Quante volta abbiamo usato paragonare una persona senza scrupoli ad uno “squalo”, o uno che fa il furbo ad una “volpe”. Eppure,per quanto feroce, qualsiasi animale non fa mai del male gratuitamente ma per necessità o istinto naturale o per paura. L’Essere Umano invece, contro natura, è l’unica specie che uccide i propri simili per interesse o deviazione, a volte con metodo e premeditazione. La Storia ce ne dà fin troppi esempi, quotidiani e passati. In che rapporto siamo dunque con l’ Animale che è in noi? Abbiamo il coraggio di riconoscerlo e dominarlo? O ci sono momenti in cui lasciamo che prenda il sopravvento quella bestialità che abbiamo spinto in fondo al nostro essere cittadini e (apparentemente) civilizzati?
L’antico retaggio dell’Animale che è in noi con il suo istinto, libero dalla Ragione ma educato, può aiutare a cibare ciò che ci rende Essere umani: l’Anima. Al contrario…..” l'animale che mi porto dentro
non mi fa vivere felice mai…Mi rende schiavo delle mie passioni. E non si arrende mai e non sa attendere…” (da “L’Animale” di F.Battiato).
Claudio Composti
Tra le più antiche maschere italiane vi sono i mamuthones sardi, che si travestono con pelli di capra e campanacci che risuonano ad ogni suo movimento. Ancora oggi queste maschere sono utilizzate durante feste rituali nel centro-nord della Sardegna, accompagnata da altre maschere raffiguranti animali. Le origini dello zoomorfismo affondano nel Mito, nelle Leggende e nelle Favole poi. Non esiste cavaliere senza destriero, non può esserci eroe senza il drago, né Cappuccetto senza lupo. Gli artisti e i letterati hanno usato l’immagine zoomorfa per dare forma visiva ad un sentimento umano, ad una tendenza caratteriale. Esopo con le sue favole attribuiva agli animali le doti ed i difetti degli esseri umani per insegnare una morale. Quante volta abbiamo usato paragonare una persona senza scrupoli ad uno “squalo”, o uno che fa il furbo ad una “volpe”. Eppure,per quanto feroce, qualsiasi animale non fa mai del male gratuitamente ma per necessità o istinto naturale o per paura. L’Essere Umano invece, contro natura, è l’unica specie che uccide i propri simili per interesse o deviazione, a volte con metodo e premeditazione. La Storia ce ne dà fin troppi esempi, quotidiani e passati. In che rapporto siamo dunque con l’ Animale che è in noi? Abbiamo il coraggio di riconoscerlo e dominarlo? O ci sono momenti in cui lasciamo che prenda il sopravvento quella bestialità che abbiamo spinto in fondo al nostro essere cittadini e (apparentemente) civilizzati?
L’antico retaggio dell’Animale che è in noi con il suo istinto, libero dalla Ragione ma educato, può aiutare a cibare ciò che ci rende Essere umani: l’Anima. Al contrario…..” l'animale che mi porto dentro
non mi fa vivere felice mai…Mi rende schiavo delle mie passioni. E non si arrende mai e non sa attendere…” (da “L’Animale” di F.Battiato).
Claudio Composti
14
dicembre 2006
L’animale che è in noi
Dal 14 dicembre 2006 al 02 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA CA’ DI FRA’
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 10-13 e 15-19
Vernissage
14 Dicembre 2006, ore 18