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Costabile Guariglia – Tripzoit
opere in bilico in attesa di caduta
Comunicato stampa
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Tripzoit: opere in bilico in attesa di caduta
Tripzoit è la prima opera di un più vasto programma espositivo dell’artista Costabile Guariglia pensata come mi dice egli stesso “in tre capitoli”. Il primo viene presentato all’Accademia di Belle Arti di Napoli luogo di formazione dell’artista che sfoggia già da tempo una pratica artistica matura ed eticamente impegnata. Una sedia da barbiere al centro dell’ambiente installativo, la sua immagine in foto è riflessa in uno specchio, un video realizzato a quattro mani con il noto performer Camillo Capolongo e la giovane artista Emma Crimi e ancora un altro specchio a riflettere il video. Immagini e parole si compongono in un continuum di forma, materia ed energia, in cui alla certezza semantica del visivo l’artista oppone la superficie illusoria delle immagini riflesse sfidando il codice visuale e la percezione. Restiamo inermi, disarmati. Nessuno degli strumenti che normalmente utilizziamo per percepire il mondo, per difendersi da esso, viene in soccorso, può esserci utile. Al centro dell’ambiente espositivo si crea uno spazio concettuale alimentato dalla riflessione e privato d’azione e riposo. Un luogo non fisico in cui il tempo è sospeso e viene a prodursi un viaggio interiore, un percorso introspettivo. Sono le superfici solide e regolari delle opere di Costabile Guariglia a non permettere la distrazione, a non consentire di pensare ad altro che a noi stessi. Un’oggettualità rigorosa contraddistingue il suo lavoro, che in questa personale all’Accademia di Belle Arti di Napoli viene ad esprimersi attraverso una logica combinatoria di moduli associati a due sensi: vista e udito. Definizioni che consentono di collegare le concettualizzazioni ottenute dall’artista ad una categoria più che riuscire a descrivere esattamente i materiali usati. Privati delle caratteristiche di energia e vitalità che da sempre gli appartengono, anche gli oggetti appaiono nello spazio dell’istallazione come fossero un distillato della propria sostanza. Un lavoro lento, meditato, di forte impatto sociale, ottenuto dall’accostamento di mentalizzazioni successive, che nella traiettoria operativa di Guariglia risultano mai essere uguali le une alle altre, ma piuttosto vanno a fondersi ed unirsi alle superfici regolari delle immagini disposte dall’artista. Una texture costituita da impercettibili segni, segnali quotidiani e innocenti come la sedia al centro dell’installazione, ma fitti, che mutano il valore dell’ambiente secondo l’incidenza dello spettatore.(e dovrei dire feedback per la forte valenza comunicativa delle opere di Costabile, componente etica messa in campo tra l’altro in una bellissima esposizione a Castelnuovo nel febbraio scorso). L’opera di Guariglia non si percepisce utilizzando i soli sensi, bensì si finisce per assorbirla e comprenderla unicamente attraverso la nostra coscienza.
Pasquale Lettieri
Tripzoit è la prima opera di un più vasto programma espositivo dell’artista Costabile Guariglia pensata come mi dice egli stesso “in tre capitoli”. Il primo viene presentato all’Accademia di Belle Arti di Napoli luogo di formazione dell’artista che sfoggia già da tempo una pratica artistica matura ed eticamente impegnata. Una sedia da barbiere al centro dell’ambiente installativo, la sua immagine in foto è riflessa in uno specchio, un video realizzato a quattro mani con il noto performer Camillo Capolongo e la giovane artista Emma Crimi e ancora un altro specchio a riflettere il video. Immagini e parole si compongono in un continuum di forma, materia ed energia, in cui alla certezza semantica del visivo l’artista oppone la superficie illusoria delle immagini riflesse sfidando il codice visuale e la percezione. Restiamo inermi, disarmati. Nessuno degli strumenti che normalmente utilizziamo per percepire il mondo, per difendersi da esso, viene in soccorso, può esserci utile. Al centro dell’ambiente espositivo si crea uno spazio concettuale alimentato dalla riflessione e privato d’azione e riposo. Un luogo non fisico in cui il tempo è sospeso e viene a prodursi un viaggio interiore, un percorso introspettivo. Sono le superfici solide e regolari delle opere di Costabile Guariglia a non permettere la distrazione, a non consentire di pensare ad altro che a noi stessi. Un’oggettualità rigorosa contraddistingue il suo lavoro, che in questa personale all’Accademia di Belle Arti di Napoli viene ad esprimersi attraverso una logica combinatoria di moduli associati a due sensi: vista e udito. Definizioni che consentono di collegare le concettualizzazioni ottenute dall’artista ad una categoria più che riuscire a descrivere esattamente i materiali usati. Privati delle caratteristiche di energia e vitalità che da sempre gli appartengono, anche gli oggetti appaiono nello spazio dell’istallazione come fossero un distillato della propria sostanza. Un lavoro lento, meditato, di forte impatto sociale, ottenuto dall’accostamento di mentalizzazioni successive, che nella traiettoria operativa di Guariglia risultano mai essere uguali le une alle altre, ma piuttosto vanno a fondersi ed unirsi alle superfici regolari delle immagini disposte dall’artista. Una texture costituita da impercettibili segni, segnali quotidiani e innocenti come la sedia al centro dell’installazione, ma fitti, che mutano il valore dell’ambiente secondo l’incidenza dello spettatore.(e dovrei dire feedback per la forte valenza comunicativa delle opere di Costabile, componente etica messa in campo tra l’altro in una bellissima esposizione a Castelnuovo nel febbraio scorso). L’opera di Guariglia non si percepisce utilizzando i soli sensi, bensì si finisce per assorbirla e comprenderla unicamente attraverso la nostra coscienza.
Pasquale Lettieri
12
dicembre 2006
Costabile Guariglia – Tripzoit
Dal 12 dicembre 2006 al 15 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Napoli, Via Santa Maria Di Costantinopoli, 107, (Napoli)
Napoli, Via Santa Maria Di Costantinopoli, 107, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 14.30
Vernissage
12 Dicembre 2006, ore 12
Autore
Curatore