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Beppe Sabatino / Alan Pampallona
Che cosa unisce la pittura di Beppe Sabatino e Alan Pampallona, apparentemente poco o niente, tanto è graffiata e cromaticamente aggressiva quella dell’uno, quanto è misurata e fluida quella dell’altro
Comunicato stampa
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Che cosa unisce la pittura di Beppe Sabatino e Alan Pampallona, apparentemente poco o niente, tanto è graffiata e cromaticamente aggressiva quella dell’uno, quanto è misurata e fluida quella dell’altro. Tuttavia entrambi si muovono utilizzando dei modelli estetici in cui il rapporto tra ideazione e manualità, tra idea e prassi è in costante e necessaria dialettica. Si tratta insomma per tutte e due di un’operazione di conoscenza della realtà.
Beppe Sabatino, come molti artisti racconta la metropoli contemporanea e nel farlo non sceglie edifici o strade, piuttosto gli abitanti. L’artista, ormai da diversi anni percorre una ricerca linguistica dedita alla pittura, in cui racconta della vita ordinaria di uomini e donne persi tra una bevuta al bar e l’attesa ad una fermata dell’autobus, insomma di questi gesti quotidiani tanto misteriosi, quanto ironicamente impacciati. Da sempre animato da una grande passione per il colore caldo e vitale, ora sembra avvicendarsi verso soluzioni cromatiche più meste e scarne, in cui il segno rutila qua là e là, sottolineando la consistenza mutevole e pruriginosa della pittura.
Diversamente il giovane Alan Pampallona, si sofferma ad analizzare soprattutto il volto, nelle sue espressioni mutevoli, di stizza o di stupore e nel farlo, sceglie l’ inquadratura ravvicinata, un po’ come avviene nel cinema, quando si utilizzano i primi piani. Proprio questa sua peculiarità, fa si che il semplice ritratto, acquisti il significato si presenza inquietante, quasi inquisitoria, della serie non sapevi di essere visto, eppure ci sono. Un aspetto il suo che viene risolto attraverso un impaginato scarno e volutamente semplice, così da riuscire a cogliere gli elementi essenziali e comunque misteriosi che sappiamo presenti dietro il volto di ogni persona.
ROSANNA RUSCIO
Beppe Sabatino, come molti artisti racconta la metropoli contemporanea e nel farlo non sceglie edifici o strade, piuttosto gli abitanti. L’artista, ormai da diversi anni percorre una ricerca linguistica dedita alla pittura, in cui racconta della vita ordinaria di uomini e donne persi tra una bevuta al bar e l’attesa ad una fermata dell’autobus, insomma di questi gesti quotidiani tanto misteriosi, quanto ironicamente impacciati. Da sempre animato da una grande passione per il colore caldo e vitale, ora sembra avvicendarsi verso soluzioni cromatiche più meste e scarne, in cui il segno rutila qua là e là, sottolineando la consistenza mutevole e pruriginosa della pittura.
Diversamente il giovane Alan Pampallona, si sofferma ad analizzare soprattutto il volto, nelle sue espressioni mutevoli, di stizza o di stupore e nel farlo, sceglie l’ inquadratura ravvicinata, un po’ come avviene nel cinema, quando si utilizzano i primi piani. Proprio questa sua peculiarità, fa si che il semplice ritratto, acquisti il significato si presenza inquietante, quasi inquisitoria, della serie non sapevi di essere visto, eppure ci sono. Un aspetto il suo che viene risolto attraverso un impaginato scarno e volutamente semplice, così da riuscire a cogliere gli elementi essenziali e comunque misteriosi che sappiamo presenti dietro il volto di ogni persona.
ROSANNA RUSCIO
14
dicembre 2006
Beppe Sabatino / Alan Pampallona
Dal 14 al 23 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
RAVEART
Milano, Via Zuara, 16, (Milano)
Milano, Via Zuara, 16, (Milano)
Vernissage
14 Dicembre 2006, ore 18.30
Autore