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Walter Iscra – Sguardi recuperati
mostra delle sue più recenti opere fotografiche, per la prima volta realizzate su grande formato
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 14 dicembre, alle ore 19.00, al Café Livre Walter Iscra, con Stefano Suozzi, apre Sguardi recuperati, la mostra delle sue più recenti opere fotografiche, per la prima volta realizzate su grande formato.
Ogniqualvolta sia sollecitato a parlare del proprio lavoro, Walter Iscra (Modena, 1947), descrive innanzitutto ciò che non ha mai fatto e tuttora non fa: intervenire sulla materia e il soggetto delle sue fotografie. Siano le ruggini, primo straordinario soggetto che gli valse i favori della critica già alla fine degli anni Settanta, quando si cominciò a parlare di una scuola di fotografia di Modena, o le più recenti carte ritrovate al macero, Iscra non interviene in nessun modo a modificare quanto è prima di tutto trovato, né al momento della “composizione”, né in “post-produzione”, anche ora che si è finalmente convertito alla praticità della macchina digitale.
In altri termini, vagando per il macero della carta di Modena, strappi, lacerazioni, pieghe e accostamenti che trasformano la carta straccia negli inaspettati soggetti del suo obiettivo sono il risultato del caso – o potremmo anche dire lo stadio finale della nostra società dei consumi – che Iscra si limita a registrare. Anche perché il caso lavora in modo straordinario: gli strappi, le deformazioni assunte dai volti famosi sulle copertine stropicciate e lacerate di riviste e rotocalchi, offriono alla nostra percezione qualcosa che sembra essere stato sempre sotto i nostri occhi, ma che solo in questo modo risulta evidente, mostrando così sia il lato oscuro della nostra società, che il suo lato dissacrante e ironico.
E se Iscra interviene non è mai sullo stato della carta, su quello che potremmo definire come la tessitura dell’opera, ma solo sulla composizione, ed è sempre un intervento che ha più a che vedere con “la possibilità del dire” che non con la forma dell’opera. E’ un’azione sempre molto evidente, che permette di distinguere immediatamente le opere l’una dall’altra. Infatti, fermo restando che pieghe, lacerazioni, strappi e buchi sono sempre un risultato indipendente dall’intervento dell’artista, gli accostamenti, la composizione delle carte nell’inquadratura, in un piccolo numero di casi, è opera sua, che tuttavia non interviene per equilibrare forme e colori secondo il proprio intento, ma lo fa per “favorire” quegli accostamenti che così spesso sono il risultato del caso otennedo risultati altrettanto inaspettita come volti famosi che “si guardano” in modo nuovo o immagini che altrimenti non sarebbe mai possibile vedere accostate.
E’ grazie a questa particolare opera di ricerca e alla sempre attenta capacità di sorprendersi, che Iscra riporta al nostra sguardo spesso disattento, altri sguardi che, lasciate le vetrine e gli espositori delle edicole, “intrappolati” nelle copertine, abbandonati e maltrattati, solo così possono ritornare e mostrarci ciò che crediamo di non sapere.
Ogniqualvolta sia sollecitato a parlare del proprio lavoro, Walter Iscra (Modena, 1947), descrive innanzitutto ciò che non ha mai fatto e tuttora non fa: intervenire sulla materia e il soggetto delle sue fotografie. Siano le ruggini, primo straordinario soggetto che gli valse i favori della critica già alla fine degli anni Settanta, quando si cominciò a parlare di una scuola di fotografia di Modena, o le più recenti carte ritrovate al macero, Iscra non interviene in nessun modo a modificare quanto è prima di tutto trovato, né al momento della “composizione”, né in “post-produzione”, anche ora che si è finalmente convertito alla praticità della macchina digitale.
In altri termini, vagando per il macero della carta di Modena, strappi, lacerazioni, pieghe e accostamenti che trasformano la carta straccia negli inaspettati soggetti del suo obiettivo sono il risultato del caso – o potremmo anche dire lo stadio finale della nostra società dei consumi – che Iscra si limita a registrare. Anche perché il caso lavora in modo straordinario: gli strappi, le deformazioni assunte dai volti famosi sulle copertine stropicciate e lacerate di riviste e rotocalchi, offriono alla nostra percezione qualcosa che sembra essere stato sempre sotto i nostri occhi, ma che solo in questo modo risulta evidente, mostrando così sia il lato oscuro della nostra società, che il suo lato dissacrante e ironico.
E se Iscra interviene non è mai sullo stato della carta, su quello che potremmo definire come la tessitura dell’opera, ma solo sulla composizione, ed è sempre un intervento che ha più a che vedere con “la possibilità del dire” che non con la forma dell’opera. E’ un’azione sempre molto evidente, che permette di distinguere immediatamente le opere l’una dall’altra. Infatti, fermo restando che pieghe, lacerazioni, strappi e buchi sono sempre un risultato indipendente dall’intervento dell’artista, gli accostamenti, la composizione delle carte nell’inquadratura, in un piccolo numero di casi, è opera sua, che tuttavia non interviene per equilibrare forme e colori secondo il proprio intento, ma lo fa per “favorire” quegli accostamenti che così spesso sono il risultato del caso otennedo risultati altrettanto inaspettita come volti famosi che “si guardano” in modo nuovo o immagini che altrimenti non sarebbe mai possibile vedere accostate.
E’ grazie a questa particolare opera di ricerca e alla sempre attenta capacità di sorprendersi, che Iscra riporta al nostra sguardo spesso disattento, altri sguardi che, lasciate le vetrine e gli espositori delle edicole, “intrappolati” nelle copertine, abbandonati e maltrattati, solo così possono ritornare e mostrarci ciò che crediamo di non sapere.
14
dicembre 2006
Walter Iscra – Sguardi recuperati
Dal 14 dicembre 2006 al 14 gennaio 2007
fotografia
Location
CAFE’ LIVRE
Modena, Via Emilia Centro, 103, (Modena)
Modena, Via Emilia Centro, 103, (Modena)
Orario di apertura
domenica-giovedì: 8.30-20.30
venerdì e sabato: 8.30-1.00
Vernissage
14 Dicembre 2006, ore 19
Autore