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Serena Barbisan / Emilio Pian – Esigenze Cromatiche
Progetto di Umanizzazione delle strutture sanitarie e delocalizzazione dell’arte nei luoghi sociali
Comunicato stampa
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Per il terzo anno consecutivo mi ritrovo a portare avanti un’iniziativa che certamente è partita con grande entusiasmo, ma anche con alcune difficoltà. Le prime di carattere tecnico: riuscire ad adeguare strutture ad una funzione che non era quella per cui sono concepite. Merito va anche agli artisti che hanno abilmente operato per creare un equilibrato connubio tra arte e contesto preesistente.
Il vero problema però è stato lo scetticismo di coloro che perseguono solo gli schemi tradizionali. Il cui snobbismo li rende ciechi verso iniziative che portano con sé valori ben più grandi delle loro perplessità. Portare opere d’arte in un luogo non convenzionale, rispetto a quelli che sono i normali siti espositivi è una sfida affascinante. Anche quest’anno la sede è l’Ospedale di Vittorio Veneto. Mentre sto scrivendo la mostra non è ancora stata montata, ma sento già una forte emozione nel pensare come i quadri di Serena Barbisan invaderanno con i loro cromatismi il bianco di pareti in genere anonime e fredde. Attribuiranno a corridoi usualmente bui e stantii la valenza del luogo d’arte. Sto immaginando la sorpresa di tutti coloro che vedranno le opere di Pian realizzate con la materia. Magari passando involontariamente in quel luogo saranno incuriositi da questi materiali “poveri” come il piombo, il legno, e l’alluminio. Un incontro destabilizzante con opere d’arte in un luogo inaspettato. E poi tutte le persone che invece cercheranno l’arte nelle sale dell’Ospedale, che si incroceranno tra di loro, per attimi di socialità.
ESIGENZE CROMATICHE
Ho scelto il titolo Esigenze Cromatiche, per ribadire in modo forte e deciso una mia personale necessità di approfondire un certo modo di fare arte.
Nel mese di settembre di quest’anno mi sono recato con l’autore Emilio Pian nella città di Viterbo. Siamo stati ospiti dell’amico Marcello Carriero, critico d’arte, verso cui nutro profonda e sincera stima. In quei pochi -ma intensi- giorni abbiamo discusso circa le nostre visioni dell’arte. In particolare circa l’esigenza di scandagliare una ricerca non-figurativa delle tendenze visive.
Ridare attenzione agli artisti delle giovani generazioni che hanno il coraggio di affrontare una linea estetica che non si adatti alle facili mistificazioni.
Ritengo che al giorno d’oggi non abbia senso creare nette distinzioni tra figurativi e astratti, sono totalmente anacronistiche. Non credo nelle “barricate”, e nei “partigiani” dell’arte. Ma allo stesso tempo ritengo necessario che gli autori contemporanei non cadano nella banalità. Che non si lascino sedurre dalle immagini di facile comunicazione, sicuramente effimere.
L’artista deve (con ogni forma e mezzo, anche extra pittorico) riappropriarsi della sua centrale essenzialità. Una sorta di nuova interiorizzazione del fenomeno arte. Non cadere nelle facili costruzioni visive, e nelle sterili figurazioni. Non voglio escludere a priori il mio interesse per le ricerche ancora legate alla figura, al contrario ammiro molto tali percorsi. Ma al tempo stesso voglio riflettere su molte ricerche non-figurative, non a sufficienza valorizzate.
Proprio oggi ho letto il risultato del Turner Prize, la vincitrice è la pittrice tedesca Tomma Abts. Questa è certamente una notizia che rafforza la mia idea. Un così autorevole riconoscimento che premia la coerenza di questo tipo di autori. Circa tale risultato non ho ancora sentito Marcello, ma sono convinto che condivida la mia soddisfazione.
GLI AUTORI
Quest’anno la rassegna presenta l’opera di due autori molto distanti sul piano estetico e generazionale. Da un lato la giovane Serena Barbisan. Astrattista completa, dotata di un uso prorompente del colore. Una pennellata vigorosa, che fa emergere sulla tela istanze di vita. Un’arte dal forte connotato emozionale e interiore.
Emilio Pian è un autore che ha alle spalle un percorso più lungo è articolato. Anche lui ha avuto degli inizi segnico-informali. Poi nel corso degli anni ha rivolto la sua attenzione al valore della materia. Un approfondimento sul senso del pieno e il vuoto, mediante una riflessione sulla spazialità e la tridimensionalità. In questa mostra porta anche opere in cui il senso del colore riaffiora. In particolare nel ritorno (ma in fondo non la ha mi lasciata) alla tela.
Due poeti hanno colto le suggestioni sprigionate dalle opere degli artisti. Francesco Crosato, ironico e valente poeta che non è nuovo a rapporti di collaborazione con le arti visive. E Fabio Franzin poeta dalla forte coscienza, che ci riporta attimi perduti di memoria.
Carlo Sala
Il vero problema però è stato lo scetticismo di coloro che perseguono solo gli schemi tradizionali. Il cui snobbismo li rende ciechi verso iniziative che portano con sé valori ben più grandi delle loro perplessità. Portare opere d’arte in un luogo non convenzionale, rispetto a quelli che sono i normali siti espositivi è una sfida affascinante. Anche quest’anno la sede è l’Ospedale di Vittorio Veneto. Mentre sto scrivendo la mostra non è ancora stata montata, ma sento già una forte emozione nel pensare come i quadri di Serena Barbisan invaderanno con i loro cromatismi il bianco di pareti in genere anonime e fredde. Attribuiranno a corridoi usualmente bui e stantii la valenza del luogo d’arte. Sto immaginando la sorpresa di tutti coloro che vedranno le opere di Pian realizzate con la materia. Magari passando involontariamente in quel luogo saranno incuriositi da questi materiali “poveri” come il piombo, il legno, e l’alluminio. Un incontro destabilizzante con opere d’arte in un luogo inaspettato. E poi tutte le persone che invece cercheranno l’arte nelle sale dell’Ospedale, che si incroceranno tra di loro, per attimi di socialità.
ESIGENZE CROMATICHE
Ho scelto il titolo Esigenze Cromatiche, per ribadire in modo forte e deciso una mia personale necessità di approfondire un certo modo di fare arte.
Nel mese di settembre di quest’anno mi sono recato con l’autore Emilio Pian nella città di Viterbo. Siamo stati ospiti dell’amico Marcello Carriero, critico d’arte, verso cui nutro profonda e sincera stima. In quei pochi -ma intensi- giorni abbiamo discusso circa le nostre visioni dell’arte. In particolare circa l’esigenza di scandagliare una ricerca non-figurativa delle tendenze visive.
Ridare attenzione agli artisti delle giovani generazioni che hanno il coraggio di affrontare una linea estetica che non si adatti alle facili mistificazioni.
Ritengo che al giorno d’oggi non abbia senso creare nette distinzioni tra figurativi e astratti, sono totalmente anacronistiche. Non credo nelle “barricate”, e nei “partigiani” dell’arte. Ma allo stesso tempo ritengo necessario che gli autori contemporanei non cadano nella banalità. Che non si lascino sedurre dalle immagini di facile comunicazione, sicuramente effimere.
L’artista deve (con ogni forma e mezzo, anche extra pittorico) riappropriarsi della sua centrale essenzialità. Una sorta di nuova interiorizzazione del fenomeno arte. Non cadere nelle facili costruzioni visive, e nelle sterili figurazioni. Non voglio escludere a priori il mio interesse per le ricerche ancora legate alla figura, al contrario ammiro molto tali percorsi. Ma al tempo stesso voglio riflettere su molte ricerche non-figurative, non a sufficienza valorizzate.
Proprio oggi ho letto il risultato del Turner Prize, la vincitrice è la pittrice tedesca Tomma Abts. Questa è certamente una notizia che rafforza la mia idea. Un così autorevole riconoscimento che premia la coerenza di questo tipo di autori. Circa tale risultato non ho ancora sentito Marcello, ma sono convinto che condivida la mia soddisfazione.
GLI AUTORI
Quest’anno la rassegna presenta l’opera di due autori molto distanti sul piano estetico e generazionale. Da un lato la giovane Serena Barbisan. Astrattista completa, dotata di un uso prorompente del colore. Una pennellata vigorosa, che fa emergere sulla tela istanze di vita. Un’arte dal forte connotato emozionale e interiore.
Emilio Pian è un autore che ha alle spalle un percorso più lungo è articolato. Anche lui ha avuto degli inizi segnico-informali. Poi nel corso degli anni ha rivolto la sua attenzione al valore della materia. Un approfondimento sul senso del pieno e il vuoto, mediante una riflessione sulla spazialità e la tridimensionalità. In questa mostra porta anche opere in cui il senso del colore riaffiora. In particolare nel ritorno (ma in fondo non la ha mi lasciata) alla tela.
Due poeti hanno colto le suggestioni sprigionate dalle opere degli artisti. Francesco Crosato, ironico e valente poeta che non è nuovo a rapporti di collaborazione con le arti visive. E Fabio Franzin poeta dalla forte coscienza, che ci riporta attimi perduti di memoria.
Carlo Sala
17
dicembre 2006
Serena Barbisan / Emilio Pian – Esigenze Cromatiche
Dal 17 dicembre 2006 al 07 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
OSPEDALE
Vittorio Veneto, Via Carlo Forlanini, 71, (Treviso)
Vittorio Veneto, Via Carlo Forlanini, 71, (Treviso)
Vernissage
17 Dicembre 2006, ore 11
Autore
Curatore