In occasione dell’omaggio che la Triennale Bovisa sta rendendo in questi mesi a Hans Hartung, anche la Galleria Santa Marta ha deciso di dedicare al grande maestro tedesco un’esposizione personale, in cui ospita una selezione di lavori realizzati negli anni settanta.

Ovviamente, non è intenzione della galleria, e non potrebbe essere altrimenti, competere con l’evento che ha inaugurato i nuovi spazi della Triennale, ancor più visto che tale appuntamento sta offrendo la panoramica probabilmente più esaustiva mai realizzata in Italia sul percorso dell’artista.

L’ esposizione, che si concentra sugli anni settanta e sulle tecniche su carta, può infatti proporre ai collezionisti una selezione di lavori d’incredibile raffinatezza, che pur nelle dimensioni contenute e in uno stile monotematico, offrono la possibilità a chi lo desidera di avvicinarsi a quest’arte di luce, musica e colore.


Le opere su carta – esposte in Galleria Santa Marta – rappresentano certo una produzione complementare della produzione di Hartung, ma questa parte della sua ricerca non è mai surclassata rispetto alle tele. Della carta, infatti, egli ama in modo del tutto originale la freddezza del bianco e la maniera in cui la tessitura del supporto si combina con le campiture di colore e con le linee nere dei contorni. La carta gli permette di dare libero sfogo alla velocità del gesto, all’immediatezza di un processo creativo che si fa tutt’uno con la tecnica espressiva che lo genera e che insieme a quest’ultima diviene la nota caratteristica di tutta la sua arte.

La Galleria Santa Marta propone ora una mostra decisamente contenuta, ma non per questo meno rilevante – soprattutto per chi ama e ha bisogno di collezionare – rispetto a quella della Triennale.

Abbiamo voluto il Maestro tedesco perché La sua ricerca, ancora estremamente attuale, è un andare sempre oltre, cercando quelle combinazioni di linee e colori che più si avvicinano all’espressione della pura forma e dei puri sentimenti.