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Stefano Scheda – Fuoridentro
Fuoridentro è il titolo che Stefano Scheda usa da circa un anno, per indicare il significato essenziale delle sue ultime mostre
Comunicato stampa
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Fuoridentro è il titolo che Stefano Scheda usa da circa un anno, per indicare il significato essenziale delle sue ultime mostre.
Questa opposizione spaziale caratterizza non solo una composizione banale fisica ma anche una condizione psichica e dell’anima, rilevante in tutte le dimensioni dell’esistenza.
Il sentimento del terrore del cadere, vecchia immagine dei nostri sogni, già caratterizzava i suoi lavori fotografici degli anni novanta, nei quali i modelli nudi maschili si relazionavano alle atopiche architetture dei cantieri-non luoghi, creando metafore dello slittamento, della caduta e del ribaltamento, suscitando nel visitatore l’impulso a decifrare l’ambiguità delle immagini.
Negli ultimi anni Scheda utilizza grandi specchi, sia nelle performance-installazioni con persone e paesaggi, sia nella rappresentazione di case deserte, del mare, nei suoi oggetti mobili e negli ultimi video fantascientifici, come Reality Show of Allucination (ZKM, Karlsruhe, 2006) dove la difficoltà di distinguere fra illusione e realtà estremizza il coinvolgimento interattivo e conduce allo spaesamento come metafora esistenziale.
In mostra da Ugo Ferranti, le case sigillate da specchi riflettono il fuori e insieme parlano del dentro, e questo contrasto di finzione e realtà diventa la superficie di un complesso di domande che noi rivolgiamo all’immagine.
L’interesse per il mare e l’orizzonte sono parametri della ricerca di Scheda che assume anche un risvolto socio-politico, in particolare nei lavori sul tema degli uccelli e delle gabbie.
Chi è libero? Chi è prigioniero? Chi è nudo? Chi è vestito?
La gabbia mette in scena la metafora dell’irritazione spaziale, paradigma di un’irritazione della psiche.
La riflessione sulla percezione della realtà e la sua possibile traduzione mediale, la relazione tra l’evento e la sua immagine riflessa è espressa in mostra attraverso la versatilità dinamica dell’artista nell’utilizzo di mezzi diversi, come foto-messa in scena, video e un oggetto, tutti caratterizzati da una moltitudine di significati.
Peter Weiermair
Stefano Scheda, Faenza 1957. Docente di decorazione all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Vive e lavora tra Bologna e Milano.
Questa opposizione spaziale caratterizza non solo una composizione banale fisica ma anche una condizione psichica e dell’anima, rilevante in tutte le dimensioni dell’esistenza.
Il sentimento del terrore del cadere, vecchia immagine dei nostri sogni, già caratterizzava i suoi lavori fotografici degli anni novanta, nei quali i modelli nudi maschili si relazionavano alle atopiche architetture dei cantieri-non luoghi, creando metafore dello slittamento, della caduta e del ribaltamento, suscitando nel visitatore l’impulso a decifrare l’ambiguità delle immagini.
Negli ultimi anni Scheda utilizza grandi specchi, sia nelle performance-installazioni con persone e paesaggi, sia nella rappresentazione di case deserte, del mare, nei suoi oggetti mobili e negli ultimi video fantascientifici, come Reality Show of Allucination (ZKM, Karlsruhe, 2006) dove la difficoltà di distinguere fra illusione e realtà estremizza il coinvolgimento interattivo e conduce allo spaesamento come metafora esistenziale.
In mostra da Ugo Ferranti, le case sigillate da specchi riflettono il fuori e insieme parlano del dentro, e questo contrasto di finzione e realtà diventa la superficie di un complesso di domande che noi rivolgiamo all’immagine.
L’interesse per il mare e l’orizzonte sono parametri della ricerca di Scheda che assume anche un risvolto socio-politico, in particolare nei lavori sul tema degli uccelli e delle gabbie.
Chi è libero? Chi è prigioniero? Chi è nudo? Chi è vestito?
La gabbia mette in scena la metafora dell’irritazione spaziale, paradigma di un’irritazione della psiche.
La riflessione sulla percezione della realtà e la sua possibile traduzione mediale, la relazione tra l’evento e la sua immagine riflessa è espressa in mostra attraverso la versatilità dinamica dell’artista nell’utilizzo di mezzi diversi, come foto-messa in scena, video e un oggetto, tutti caratterizzati da una moltitudine di significati.
Peter Weiermair
Stefano Scheda, Faenza 1957. Docente di decorazione all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Vive e lavora tra Bologna e Milano.
19
gennaio 2007
Stefano Scheda – Fuoridentro
Dal 19 gennaio al 15 marzo 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA UGO FERRANTI
Roma, Via Dei Soldati, 25a, (Roma)
Roma, Via Dei Soldati, 25a, (Roma)
Orario di apertura
11-13 e 18-20, sabato e festivi chiuso
Vernissage
19 Gennaio 2007, ore 18
Autore
Curatore