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Luisa Raffaelli – Attraversamenti
Si tratta di immagini in cui vivono elementi narrativi, immaginari frames da video, che raccontano una condizione della protagonista volta a raccogliere una dimensione esistenziale non solo personale ma di tutte le donne
Comunicato stampa
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Si inaugura venerdì 26 gennaio alle ore 18.30, nella Galleria Sottopasso della Stua (Largo Europa), la mostra fotografica “Luisa Raffaelli. Attraversamenti”.
La manifestazione, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia, presenta una singolare serie di lavori dell’artista torinese, che prosegue la rassegna “Racconti di donne”.
Si tratta di immagini in cui vivono elementi narrativi, immaginari frames da video, che raccontano una condizione della protagonista volta a raccogliere una dimensione esistenziale non solo personale ma di tutte le donne. Si tratta di una fotopittura digitale che punta sull’effetto iperreale e straniato della scena: quasi tutto ciò che è contenuto nelle immagini non esiste nella realtà, ma è il frutto di un assemblaggio di frammenti fotografici, attraverso cui l’artista costruisce una sorta di set virtuale elaborato digitalmente in senso pittorico. La modella coinvolta nelle azioni è una giovane donna il cui volto è in genere nascosto dai capelli per sottolineare la sua funzione di rispecchiamento. Essa è colta di frequente mentre attraversa, correndo verso luoghi esterni, o ancora mentre sosta, contratta, in ambienti chiusi. Luoghi virtuali ma fortemente realistici. Gli esterni rappresentati sono luoghi non-relazionali, non-simbolici, non-temporali, frutto di una rappresentazione della contemporaneità: quindi della precarietà, della transitorietà, della isolata individualità. Luoghi che si attraversano ma non si possono abitare. Dove non ci si può fermare e quindi definire attraverso qualche coordinata stabile. Spazi di Time - out, come direbbe l’antropologo francese Marc Augé. Gli interni sono spesso ambienti privati, sovraccarichi di oggetti, anch'essi molto connotati, come gli abiti della modella, pieni di scorci, angoli, supposizioni di presenze e di cose, vie di uscita o di barriere. Oppure sono luoghi chiusi, non privati ma pubblici, anonimi e freddi: sorta di uffici o di zone sotterranee, dove la protagonista si aggira in genere armata di una lampada, una alabarda intelligente per aprirsi delle vie di fuga. La contemporaneità della condizione esistenziale raccontata è ulteriormente sottolineata da una scelta linguistica di tipo filmico. I colori sono vividi e pulsanti, l’atmosfera elettrica e tesa, come ad enfatizzare una situazione di azione e movimento, contraddizione e smarrimento.
La manifestazione, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia, presenta una singolare serie di lavori dell’artista torinese, che prosegue la rassegna “Racconti di donne”.
Si tratta di immagini in cui vivono elementi narrativi, immaginari frames da video, che raccontano una condizione della protagonista volta a raccogliere una dimensione esistenziale non solo personale ma di tutte le donne. Si tratta di una fotopittura digitale che punta sull’effetto iperreale e straniato della scena: quasi tutto ciò che è contenuto nelle immagini non esiste nella realtà, ma è il frutto di un assemblaggio di frammenti fotografici, attraverso cui l’artista costruisce una sorta di set virtuale elaborato digitalmente in senso pittorico. La modella coinvolta nelle azioni è una giovane donna il cui volto è in genere nascosto dai capelli per sottolineare la sua funzione di rispecchiamento. Essa è colta di frequente mentre attraversa, correndo verso luoghi esterni, o ancora mentre sosta, contratta, in ambienti chiusi. Luoghi virtuali ma fortemente realistici. Gli esterni rappresentati sono luoghi non-relazionali, non-simbolici, non-temporali, frutto di una rappresentazione della contemporaneità: quindi della precarietà, della transitorietà, della isolata individualità. Luoghi che si attraversano ma non si possono abitare. Dove non ci si può fermare e quindi definire attraverso qualche coordinata stabile. Spazi di Time - out, come direbbe l’antropologo francese Marc Augé. Gli interni sono spesso ambienti privati, sovraccarichi di oggetti, anch'essi molto connotati, come gli abiti della modella, pieni di scorci, angoli, supposizioni di presenze e di cose, vie di uscita o di barriere. Oppure sono luoghi chiusi, non privati ma pubblici, anonimi e freddi: sorta di uffici o di zone sotterranee, dove la protagonista si aggira in genere armata di una lampada, una alabarda intelligente per aprirsi delle vie di fuga. La contemporaneità della condizione esistenziale raccontata è ulteriormente sottolineata da una scelta linguistica di tipo filmico. I colori sono vividi e pulsanti, l’atmosfera elettrica e tesa, come ad enfatizzare una situazione di azione e movimento, contraddizione e smarrimento.
26
gennaio 2007
Luisa Raffaelli – Attraversamenti
Dal 26 gennaio al 24 febbraio 2007
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA SOTTOPASSO DELLA STUA
Padova, Largo Europa, (Padova)
Padova, Largo Europa, (Padova)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 11.00/13.00 - 15.00/19.00. Chiuso la domenica
Vernissage
26 Gennaio 2007, ore 18.30
Autore
Curatore