La Galleria 70 inaugura mercoledì 7 Febbraio alle ore 19 la mostra di Mario De Biasi dal titolo Naturalis Historia. La rassegna consta di 23 fotografie vintage datate dal 1949 agli inizi degli anni 70 ed è una selezione di quelle sorprendenti composizioni ispirate dalla disposizione casuale di elementi minimi di paesaggio – foglie, ramoscelli, sabbia, rocce, piccoli organismi – così care al maestro bellunese da esserne divenute nel tempo una sorta di cifra stilistica caratterizzante e da costituire oggi una parte tutt’altro che irrilevante della sua vastissima produzione. Libere dall’aderenza a un tema particolare e proprio in ragione di ciò testimoni della più schietta sensibilità del loro autore, le immagini, realizzate spesso con l’obiettivo macro e in un bianco e nero che ne sottolinea la calligrafica eleganza costruttiva, provengono dagli scenari di mezzo mondo e denotano il medesimo bisogno di comprendere a fondo la realtà e lo stesso infallibile istinto per la composizione delle strutture che per più di trent’anni hanno fatto di De Biasi uno dei massimi protagonisti del fotogiornalismo italiano. Oltre alla grande finezza di costruzione, le opere rivelano una straordinaria capacità di resa espressiva attraverso le forme, che passa dalla sospesa e concentrata atmosfera di certe foglie imprigionate nel ghiaccio alla solenne drammaticità di una canna al vento del 1949, per misteriose vie sorprendentemente affine alla foto del miliziano colpito di Robert Capa. La mostra si protrarrà fino al 5 Maggio.



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Nato nel 1923 a Sois, nei pressi di Belluno, Mario De Biasi è dal 1938 milanese di adozione. Inizia a fotografare nel 1945 con un apparecchio rinvenuto fra le macerie di Norimberga, dove si trova deportato. Ritornato in Italia, tiene la sua prima mostra personale nel 1948 e nel 1953 entra a far parte della redazione di Epoca, periodico per il quale realizza, in più di trent’anni, centinaia di copertine e innumerevoli reportage da tutto il mondo. Fittissima la sua carriera espositiva, di cui vanno almeno menzionate la partecipazione alla rassegna Gli Universalisti alla Photokina di Colonia nel 1972, quella alla mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968 al Solomon Guggenhim Museum di New York (per il cui manifesto viene scelta la sua foto Gli italiani si voltano) e la grande retrospettiva all’Arengario di Milano nel 2000. Vincitore dell’Erich Salomon Preis a Colonia nel 1964, Premio Saint Vincent per il giornalismo nel 1982, premio alla carriera al Festival di Arles del 1994 e Ambrogino d’Oro nel 2006, è presente nel volume The Faces of Photography: Encounters with 50 Master Photographers of the 20th Century. Nel 2003 è stato insignito del titolo di Maestro della Fotografia Italiana dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), che gli ha inoltre dedicato un volume monografico nella collana Grandi Autori. L’elenco completo dei libri fotografici che fino ad oggi ha pubblicato ammonta a 91 titoli. Vive e lavora a Milano.