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Lorenzo Castore – La terra sotto i piedi
Fotografie
Comunicato stampa
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La Terra sotto i Piedi è un progetto iniziato nel 1999 e che è tuttora in corso di svolgimento. Ha come soggetto la mia vita, noi stessi, l’Europa, le radici comuni.
Con questo lavoro cerco di far convergere sullo stesso binario emozionale la mia storia personale con quella condivisibile da tutti, il passato e il presente, nel tentativo di presentare la memoria da un punto di vista emotivo e di identificazione psicologica, vale a dire cercando di rappresentare, attraverso la mia esperienza e gli incontri che ne sono scaturiti, le più diverse pulsioni che, in percentuali differenti, ognuno può riconoscere nel proprio cuore.
Questa lotta tra le spinte interiori più contrastanti, e il grado di capacità di venirne a capo, o comunque di fronteggiarle, sono ciò che più caratterizza la storia personale di ogni individuo, e più in generale la Storia ufficiale.
Il percorso geografico (fatto oltre che di luoghi anche di individui) è estremamente vario e importante perché unico aspetto sistematico del lavoro. L'intenzione è di fotografare in tutta Europa cercando di tralasciare il minimo indispensabile, per far sì che l’identificazione da parte di chi guarda sia il più possibile completa, data la varietà di tradizioni, di cultura e di contesto attraverso i quali si è arrivati alla complessa stratificazione che oggi ci fa essere quello che siamo.
L’approccio di questo lavoro non ha nessuna finalità socio-antropologica, né vuole seguire un itinerario tracciato da certa storiografia; piuttosto ha i suoi riferimenti nell'esperienza diretta e nei libri, nella musica, e in generale nell'arte che influenza giorno per giorno la mia formazione.
In occasione di questa mostra espongo una selezione di fotografie degli ultimi tre anni, principalmente ritratti, tralasciando il materiale precedente, che è comunque parte dello stesso progetto, già esposto in passato (Nero e i primi anni di lavoro in Polonia).
Ritengo infatti importante lavorare sulle nuove fotografie per continuare in futuro la scrematura per creare alla fine del progetto la selezione definitiva, e per far sì che la mostra, per gli spazi che la ospitano, sia di lettura diretta e immediata e che si possa considerare compiuta in sé e non solo come parte di un lavoro più vasto.
Lorenzo Castore
Non soltanto non ho saputo essere cattivo, ma non ho saputo essere niente di niente: né cattivo né buono, né canaglia né galantuomo, né eroe né insetto. E adesso passo i miei giorni qui nel mio cantuccio, burlando me stesso con la maligna e del tutto inutile consolazione che, comunque sia, una persona intelligente non può diventare sul serio qualcosa, giacché a diventare qualcosa ci riesce soltanto l'imbecille.
da “Le memorie del sottosuolo”, F.M. Dostoevskij
Tutto era tenebra e tuttavia splendore.
da “L’uomo della folla”, E. A. Poe
Non c’è altro amore che l'amore di Dio.
Non c’è altro amore che l'amore.
Non c’è altro amore.
Non c’è altro.
da “Salomè”, Carmelo Bene
Biografia
Lorenzo Castore nasce a Firenze il 22 giugno 1973. Nel 1981 si trasferisce a Roma con la madre. Dopo il liceo classico si iscrive alla facoltà di legge. Nel 1992 vive per alcuni mesi a New York, dove lavora per Bob Seligman e comincia a fotografare per la strada. Torna a Roma e studia fotografia privatamente. Nel frattempo fotografa la zona della Stazione Termini. Nel 1997 compie il suo primo viaggio in India seguendo gli itinerari dei pellegrinaggi induisti dell’Himachal Pradesh, da cui la prima piccola mostra alla Galleria di via della Minerva 5 a Roma. Nel 1999, appena laureato, parte per il Kosovo, dove documenta la vita di un gruppo di vecchi serbi reclusi in un monastero ortodosso assediato da kosovari di etnia albanese. Compie il primo viaggio in Polonia, nella regione mineraria della Slesia. Nello stesso anno vince il premio “Dintorni dello sguardo”.
Nel 2000 si reca in Polonia, e poi di nuovo in India nello stato dell’Uttar Pradesh. Prima mostra del lavoro sulla Slesia con il titolo Szczesc Boze, all’Istituto Polacco di Cultura di Roma. Nel 2001 è ancora in India, poi in Polonia e a New York. Realizza la documentazione fotografica della costruzione del Teatro degli Arcimboldi, lavoro che durerà quasi due anni. Espone a Varsavia, Genova, Milano, Katowice, Carbonia, Gliwice, Zurigo e Cracovia. Parte del lavoro su New York, riguardante l’11 settembre, viene presentato con il titolo Babylon, New York alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Da novembre 2001 è rappresentato dall’Agenzia Grazia Neri.
Nel 2002, dopo due lunghi soggiorni a L’Avana, nasce Paradiso. Comincia a lavorare con lo scultore Giuseppe Spagnulo. Espone il progetto sulla Slesia a Varsavia, e Babylon, New York a Monaco di Baviera. Da maggio 2003 è rappresentato dall’agenzia VU’. Lavora a lungo nel Sulcis, regione della Sardegna sud-occidentale, al progetto Nero su incarico della Società Umanitaria. Sempre nel 2003 fotografa la Biennale di Venezia per il Museo d’Arte Contemporanea del Lussemburgo, e il film Private di Saverio Costanzo. Vince il Premio Mario Giacomelli. Partecipa alla mostra L’attimo fuggente tra fotografia e cinema presso gli spazi della Fondazione Agnelli al Lingotto di Torino, e alla collettiva Unique per il quinto anniversario della Galleria VU a Parigi.
La prima mostra personale di Paradiso viene prodotta e presentata dalla Galleria Grazia Neri a Milano. Espone con Michael Ackerman in una mostra dal titolo Fedeli alla linea in occasione del Mese della Fotografia di Cracovia. Nel 2004 espone Paradiso a Parigi presso la Galleria VU’, una sintesi dei 5 anni di lavoro in Slesia presso lo Spazio San Fedele a Milano, e Nero a Carbonia, a Palazzo Reale a Milano e a Cracovia. Federico Motta Editore pubblica il libro Nero. Nel 2005 lavora in Italia, Francia, Turchia, Polonia e Germania. Partecipa al Festival Internazionale FotoGrafia di Roma.
Vince il Leica European Publishers Award for Photography.
Con questo lavoro cerco di far convergere sullo stesso binario emozionale la mia storia personale con quella condivisibile da tutti, il passato e il presente, nel tentativo di presentare la memoria da un punto di vista emotivo e di identificazione psicologica, vale a dire cercando di rappresentare, attraverso la mia esperienza e gli incontri che ne sono scaturiti, le più diverse pulsioni che, in percentuali differenti, ognuno può riconoscere nel proprio cuore.
Questa lotta tra le spinte interiori più contrastanti, e il grado di capacità di venirne a capo, o comunque di fronteggiarle, sono ciò che più caratterizza la storia personale di ogni individuo, e più in generale la Storia ufficiale.
Il percorso geografico (fatto oltre che di luoghi anche di individui) è estremamente vario e importante perché unico aspetto sistematico del lavoro. L'intenzione è di fotografare in tutta Europa cercando di tralasciare il minimo indispensabile, per far sì che l’identificazione da parte di chi guarda sia il più possibile completa, data la varietà di tradizioni, di cultura e di contesto attraverso i quali si è arrivati alla complessa stratificazione che oggi ci fa essere quello che siamo.
L’approccio di questo lavoro non ha nessuna finalità socio-antropologica, né vuole seguire un itinerario tracciato da certa storiografia; piuttosto ha i suoi riferimenti nell'esperienza diretta e nei libri, nella musica, e in generale nell'arte che influenza giorno per giorno la mia formazione.
In occasione di questa mostra espongo una selezione di fotografie degli ultimi tre anni, principalmente ritratti, tralasciando il materiale precedente, che è comunque parte dello stesso progetto, già esposto in passato (Nero e i primi anni di lavoro in Polonia).
Ritengo infatti importante lavorare sulle nuove fotografie per continuare in futuro la scrematura per creare alla fine del progetto la selezione definitiva, e per far sì che la mostra, per gli spazi che la ospitano, sia di lettura diretta e immediata e che si possa considerare compiuta in sé e non solo come parte di un lavoro più vasto.
Lorenzo Castore
Non soltanto non ho saputo essere cattivo, ma non ho saputo essere niente di niente: né cattivo né buono, né canaglia né galantuomo, né eroe né insetto. E adesso passo i miei giorni qui nel mio cantuccio, burlando me stesso con la maligna e del tutto inutile consolazione che, comunque sia, una persona intelligente non può diventare sul serio qualcosa, giacché a diventare qualcosa ci riesce soltanto l'imbecille.
da “Le memorie del sottosuolo”, F.M. Dostoevskij
Tutto era tenebra e tuttavia splendore.
da “L’uomo della folla”, E. A. Poe
Non c’è altro amore che l'amore di Dio.
Non c’è altro amore che l'amore.
Non c’è altro amore.
Non c’è altro.
da “Salomè”, Carmelo Bene
Biografia
Lorenzo Castore nasce a Firenze il 22 giugno 1973. Nel 1981 si trasferisce a Roma con la madre. Dopo il liceo classico si iscrive alla facoltà di legge. Nel 1992 vive per alcuni mesi a New York, dove lavora per Bob Seligman e comincia a fotografare per la strada. Torna a Roma e studia fotografia privatamente. Nel frattempo fotografa la zona della Stazione Termini. Nel 1997 compie il suo primo viaggio in India seguendo gli itinerari dei pellegrinaggi induisti dell’Himachal Pradesh, da cui la prima piccola mostra alla Galleria di via della Minerva 5 a Roma. Nel 1999, appena laureato, parte per il Kosovo, dove documenta la vita di un gruppo di vecchi serbi reclusi in un monastero ortodosso assediato da kosovari di etnia albanese. Compie il primo viaggio in Polonia, nella regione mineraria della Slesia. Nello stesso anno vince il premio “Dintorni dello sguardo”.
Nel 2000 si reca in Polonia, e poi di nuovo in India nello stato dell’Uttar Pradesh. Prima mostra del lavoro sulla Slesia con il titolo Szczesc Boze, all’Istituto Polacco di Cultura di Roma. Nel 2001 è ancora in India, poi in Polonia e a New York. Realizza la documentazione fotografica della costruzione del Teatro degli Arcimboldi, lavoro che durerà quasi due anni. Espone a Varsavia, Genova, Milano, Katowice, Carbonia, Gliwice, Zurigo e Cracovia. Parte del lavoro su New York, riguardante l’11 settembre, viene presentato con il titolo Babylon, New York alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Da novembre 2001 è rappresentato dall’Agenzia Grazia Neri.
Nel 2002, dopo due lunghi soggiorni a L’Avana, nasce Paradiso. Comincia a lavorare con lo scultore Giuseppe Spagnulo. Espone il progetto sulla Slesia a Varsavia, e Babylon, New York a Monaco di Baviera. Da maggio 2003 è rappresentato dall’agenzia VU’. Lavora a lungo nel Sulcis, regione della Sardegna sud-occidentale, al progetto Nero su incarico della Società Umanitaria. Sempre nel 2003 fotografa la Biennale di Venezia per il Museo d’Arte Contemporanea del Lussemburgo, e il film Private di Saverio Costanzo. Vince il Premio Mario Giacomelli. Partecipa alla mostra L’attimo fuggente tra fotografia e cinema presso gli spazi della Fondazione Agnelli al Lingotto di Torino, e alla collettiva Unique per il quinto anniversario della Galleria VU a Parigi.
La prima mostra personale di Paradiso viene prodotta e presentata dalla Galleria Grazia Neri a Milano. Espone con Michael Ackerman in una mostra dal titolo Fedeli alla linea in occasione del Mese della Fotografia di Cracovia. Nel 2004 espone Paradiso a Parigi presso la Galleria VU’, una sintesi dei 5 anni di lavoro in Slesia presso lo Spazio San Fedele a Milano, e Nero a Carbonia, a Palazzo Reale a Milano e a Cracovia. Federico Motta Editore pubblica il libro Nero. Nel 2005 lavora in Italia, Francia, Turchia, Polonia e Germania. Partecipa al Festival Internazionale FotoGrafia di Roma.
Vince il Leica European Publishers Award for Photography.
20
febbraio 2007
Lorenzo Castore – La terra sotto i piedi
Dal 20 febbraio al 22 marzo 2007
fotografia
Location
FNAC
Napoli, Via Luca Giordano, 59, (Napoli)
Napoli, Via Luca Giordano, 59, (Napoli)
Orario di apertura
Lun-dom: 10 - 21
Editore
PELITI ASSOCIATI
Autore