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Piersandro Coelli – Ma sono briefing o sono trendy?
Alcune sculture in forma di teatrini dove tra quinte disegnate si muovono le immagini caricaturizzate del nostro quotidiano
Comunicato stampa
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MILARTE, presenta in contemporanea a Milano ed alla Galleria d’ART GALLERY Seokyo-dong, Mapo-Gu, Seoul Corea, due personali di Piersandro Coelli.
E i quadri non sono più quadri.
Alcune sculture in forma di teatrini dove tra quinte disegnate si muovono le immagini caricaturizzate del nostro quotidiano.
Alcune sagome in legno di improbabili personaggi che altro non sono se non il nostro vicino colto nell’atteggiamento più grottesco. O forse dovremmo vedere noi stessi in queste figure sarcasticamente da lui incise?
E poi coloratissimi altorilievi in sughero e piombo scontornati dove fluttuano ritagli di fotografie, parole di fumetti, tracce di disegni impietosi nel raffigurare più i vizi che le virtù dell’uomo attuale.
Ci sta tutto in queste opere agglomerate che fanno datare al 2007 reminiscenze di gusto barocco.
Ci si perde ad osservare un unicum che parte dal particolare minimo per giungere al caos del tutto,
come in una sequenza filmica i cui fotogrammi sono proposti senza alcun ordine logico.
E così possiamo leggere queste opere di Coelli nello stesso modo in cui vediamo le persone e respiriamo l’atmosfera in un qualunque sabato in una qualunque strada di un qualunque centro cittadino.
La velocità, il rumore, il buon gusto, il cattivo gusto ricondotti al rigore di un’arte cui non basta più il rettangolo di un quadro ma che ha bisogno di spezzarsi nei frammenti del nostro oggi.
Più di cinquant’anni, più di cinquanta mostre e l’artista guarda ancora il mondo con occhi sbarrati che, però non vogliono più essere buoni perché Coelli rimane sempre un enfant terribile.
Simonetta M. Rodinò
E i quadri non sono più quadri.
Alcune sculture in forma di teatrini dove tra quinte disegnate si muovono le immagini caricaturizzate del nostro quotidiano.
Alcune sagome in legno di improbabili personaggi che altro non sono se non il nostro vicino colto nell’atteggiamento più grottesco. O forse dovremmo vedere noi stessi in queste figure sarcasticamente da lui incise?
E poi coloratissimi altorilievi in sughero e piombo scontornati dove fluttuano ritagli di fotografie, parole di fumetti, tracce di disegni impietosi nel raffigurare più i vizi che le virtù dell’uomo attuale.
Ci sta tutto in queste opere agglomerate che fanno datare al 2007 reminiscenze di gusto barocco.
Ci si perde ad osservare un unicum che parte dal particolare minimo per giungere al caos del tutto,
come in una sequenza filmica i cui fotogrammi sono proposti senza alcun ordine logico.
E così possiamo leggere queste opere di Coelli nello stesso modo in cui vediamo le persone e respiriamo l’atmosfera in un qualunque sabato in una qualunque strada di un qualunque centro cittadino.
La velocità, il rumore, il buon gusto, il cattivo gusto ricondotti al rigore di un’arte cui non basta più il rettangolo di un quadro ma che ha bisogno di spezzarsi nei frammenti del nostro oggi.
Più di cinquant’anni, più di cinquanta mostre e l’artista guarda ancora il mondo con occhi sbarrati che, però non vogliono più essere buoni perché Coelli rimane sempre un enfant terribile.
Simonetta M. Rodinò
08
febbraio 2007
Piersandro Coelli – Ma sono briefing o sono trendy?
Dall'otto al 24 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
MILARTE
Milano, Via Solferino, 42, (Milano)
Milano, Via Solferino, 42, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00
Vernissage
8 Febbraio 2007, ore 18-21
Autore