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Sergio Zavattieri – Non esistono soluzioni intere positive all’equazione
Zavattieri opera sostituendo le carte in gioco in modo simultaneo, cosicché la meccanica del trucco sia definitivamente disillusa. Ed è Il titolo della mostra chiaramente ispirato all’ultimo “impossibile” teorema di Fermat, a sottolinearne l’approccio falsamente documentaristico
Comunicato stampa
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Il periodo migliore per il prelievo della pianta è, in genere, quello della tarda fioritura, allorché i primi frutti cominciano a maturare. Se ciò non fosse possibile, sarebbe opportuno raccogliere più campioni, in periodi diversi, per poter disporre sia di esemplari con fiori, sia di esemplari con frutti.
E' importante prelevare la pianta in maniera completa, mirando a conservare il maggior numero possibile di caratteri necessari per la sua identificazione.
Trasformare tutto ciò in lavorio mortifero sembra l’intento perseguito da Zavattieri. Congelando i cosiddetti “caratteri necessari”, bellamente esibiti in una sorta di mistificazione a cavallo tra il ludico e il macabro.
Ma l’interesse non è del tutto (per nulla?) naturalistico, riflessione sullo sfaldarsi temporale al quale contrapporre una dimensione condensata, cristallina. Un tableau mortel destinato a conservarsi tale il più a lungo possibile.
L’epidermide appare ricucita addosso alle architetture descritte da Karl Blossfeldt, ma la struttura qui è una lapide monumentale e l’epitaffio è fin troppo conciso. Il soffio vitale appare definitivamente volontà di un bravo giocatore.
Zavattieri opera sostituendo le carte in gioco in modo simultaneo, cosicché la meccanica del trucco sia definitivamente disillusa. Ed è Il titolo della mostra chiaramente ispirato all'ultimo "impossibile" teorema di Fermat, a sottolinearne l’approccio falsamente documentaristico.
Non vi è in queste immagini una pretesa dimostrativa, accecante, bensì a venir fuori è la duttilità di un linguaggio che gioca a tradursi.
E' importante prelevare la pianta in maniera completa, mirando a conservare il maggior numero possibile di caratteri necessari per la sua identificazione.
Trasformare tutto ciò in lavorio mortifero sembra l’intento perseguito da Zavattieri. Congelando i cosiddetti “caratteri necessari”, bellamente esibiti in una sorta di mistificazione a cavallo tra il ludico e il macabro.
Ma l’interesse non è del tutto (per nulla?) naturalistico, riflessione sullo sfaldarsi temporale al quale contrapporre una dimensione condensata, cristallina. Un tableau mortel destinato a conservarsi tale il più a lungo possibile.
L’epidermide appare ricucita addosso alle architetture descritte da Karl Blossfeldt, ma la struttura qui è una lapide monumentale e l’epitaffio è fin troppo conciso. Il soffio vitale appare definitivamente volontà di un bravo giocatore.
Zavattieri opera sostituendo le carte in gioco in modo simultaneo, cosicché la meccanica del trucco sia definitivamente disillusa. Ed è Il titolo della mostra chiaramente ispirato all'ultimo "impossibile" teorema di Fermat, a sottolinearne l’approccio falsamente documentaristico.
Non vi è in queste immagini una pretesa dimostrativa, accecante, bensì a venir fuori è la duttilità di un linguaggio che gioca a tradursi.
09
febbraio 2007
Sergio Zavattieri – Non esistono soluzioni intere positive all’equazione
Dal 09 febbraio al 17 marzo 2007
arte contemporanea
Location
ZELLE ARTE CONTEMPORANEA
Palermo, Via Matteo Bonello, 19, (Palermo)
Palermo, Via Matteo Bonello, 19, (Palermo)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 17-20
Vernissage
9 Febbraio 2007, ore 19
Autore