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Ennio Bertrand – Gli Avatar di Botticelli: Venere
L’aspetto che piu’ mi affascina del progetto di scultura virtuale è la possibilità di giungere ad un oggetto fisico, tangibile, con un peso e una forma, partendo e passando esclusivamente attraverso una serie di algoritmi matematici e di software
Comunicato stampa
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L’aspetto che piu’ mi affascina del progetto di scultura virtuale è la possibilità di giungere ad un oggetto fisico, tangibile, con un peso e una forma, partendo e passando esclusivamente attraverso una serie di algoritmi matematici e di software. Le figure sono realizzate a prescindere da una condizione fisica iniziale, senza creta, marmo, bronzo. Solamente uno schermo. In fondo un foglio di carta: ma non un foglio rinascimentale leonardesco che registra degli oggetti emersi dalla “potenza di calcolo” del cervello di Leonardo, oggetti che vengono visualizzati, comunicati, attraverso una immagine la quale per essere compresa richiede il percorso alla rovescia, un ritorno al pensiero iniziale dell’artista creatore per ricostruire con il nostro pensiero i movimenti di ingranaggi e leve da lui immaginati. Un dialogo a distanza. L’area di lavoro in questo caso è un foglio che già contiene le regole della corretta riproduzione della natura: è possibile muovere, ruotare e visualizzare in qualunque posizione un corpo e questo viene immediatamente ricreato e visualizzato senza un personale intervento di sapere grafico e anatomico. Il sapere è contenuto nel software, nel DNA digitale del programma che disegna e opera. L’interazione progettuale è slegata dalla conoscenza anatomica, dei materiali, dal bravo fonditore, dal ceramista che cuoce la creta, dal fabbro che lavora il ferro. Tutti questi saperi non servono più, sono scomparsi e il processo di creazione inizia da un’idea proposta a/e da una macchina, il computer, e termina con un oggetto, per ora inanimato e di plastica prodotto da un altro sistema digitale che assume il ruolo di scultore. All’artista il ruolo demiurgico di individuare e scoprire le forme e salvare periodicamente quanto soddisfa e concretizza la sua immaginazione. I percorsi e i passaggi tra le varie fasi sono software, puro pensiero e intenzione. Si aggiunge un nuovo aspetto all’analisi di Benjamin: oltre alla riproducibilità di un’opera appare nella tecnica la possibilità, per ora parziale, di autonomia creativa dell’artista. Saranno forse necessari Ur-artisti per creare le forme di base da cui le macchine prenderanno ispirazione o esse stesse saranno in grado di generare forme iniziali su cui lavorare e creare?Lo strumento della visione: occhio, camera o video collocato nel vertice del triangolo prospettico rinascimentale, che fissa una porzione di realtà viene sostituito da un altro strumento o tecnologia che non riceve ed interpreta, ma per sua autonomia progettuale propone ed emette altro “reale” proveniente in origine dagli strumenti sopra detti in un continuo gioco di specchi e rimandi. La macchina digitale possedendo già la capacità di vedere ora può far vedere. Anche visioni di tale complessità che prima del suo avvento non si potevano immaginare.
Ennio Bertrand
Ennio Bertrand (1949, Pinerolo) vive e lavora tra Torino e Milano.
Ennio Bertrand
Ennio Bertrand (1949, Pinerolo) vive e lavora tra Torino e Milano.
13
febbraio 2007
Ennio Bertrand – Gli Avatar di Botticelli: Venere
Dal 13 febbraio al 24 marzo 2007
arte contemporanea
Location
GAS ART GALLERY
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15-20
Vernissage
13 Febbraio 2007, ore 18.30-21
Autore