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Serafino Maiorano – Pace velata
L’ultimo ciclo di Serafino Maiorano ruota attorno all’Ara Pacis Augustae, leggendario altare romano che ha visto un recente rifacimento del suo contenitore di epoca mussoliniana
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione della VI edizione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma, la Galleria Traghetto ha il piacere di presentare una personale di Serafino Maiorano, con i suoi lavori più recenti.
L’ultimo ciclo di Serafino Maiorano ruota attorno all’Ara Pacis Augustae, leggendario altare romano che ha visto un recente rifacimento del suo contenitore di epoca mussoliniana. A firmare l’opera l’architetto statunitense Richard Meier, amato e ingiustamente criticato per il suo incastro di vetro, travertino e intonaco bianco.
Maiorano ha scelto una doppia opera (Ara Pacis + contenitore) che sintetizza quanto finora raccontato con le sue architetture spirituali. Il luogo diviene un catalizzante monolite di pietra e luce, un fantasma concreto ma anche sfuggente, ai confini dell’invisibile. Ora leggerissimo come nubi evanescenti, ora solido come una grande nave al diporto. Incastri di blocchi geometrici e linee fluenti che scivolano via, luci mistiche e apparizioni ad alto contenuto simbolico: un altare visionario che avvicenda gli opposti e impone uno sguardo “altro” dentro il proprio mondo. Un luogo dove scomparire ma anche proteggersi dentro l’anonimato del flusso collettivo, finché nella città ideale si ritrovano pezzi del proprio universo sospeso.
Al nostro sguardo si svela una Roma monumentale e gridata, figlia dell’era moderna, senza la classica retorica di punti troppo noti. La metropoli, attraverso le sciabolate luminose, si astrae dal proprio status, perde peso e spiritualizza la pietra che la blocca al suolo. La protagonista, al dunque, si chiama luce, eccessiva e metafisica, dantesca e indefinibile. Solida eppure gassosa, ghiacciata ma elasticamente fluida. I quadri combinano la radice fotografica con alcune decisive manipolazioni elettroniche e un successivo intervento manuale sopra la stampa. Congegni tecnici per ottenere risultati che sono il cuore onesto della visione immaginata, il fulcro di una mescolanza tra individuo e mondo esterno, freddezza e calore, distanza e vicinanza.
Serafino Maiorano è nato a Crotone nel 1957, vive e lavora a Roma. Ha esposto in numerose città italiane e straniere (Basilea, Torino, Venezia, Ravello, Valencia,) e sue opere sono presentate con regolarità nelle più importanti fiere d’arte internazionali.
Catalogo con testo di Gianluca Marziani.
L’ultimo ciclo di Serafino Maiorano ruota attorno all’Ara Pacis Augustae, leggendario altare romano che ha visto un recente rifacimento del suo contenitore di epoca mussoliniana. A firmare l’opera l’architetto statunitense Richard Meier, amato e ingiustamente criticato per il suo incastro di vetro, travertino e intonaco bianco.
Maiorano ha scelto una doppia opera (Ara Pacis + contenitore) che sintetizza quanto finora raccontato con le sue architetture spirituali. Il luogo diviene un catalizzante monolite di pietra e luce, un fantasma concreto ma anche sfuggente, ai confini dell’invisibile. Ora leggerissimo come nubi evanescenti, ora solido come una grande nave al diporto. Incastri di blocchi geometrici e linee fluenti che scivolano via, luci mistiche e apparizioni ad alto contenuto simbolico: un altare visionario che avvicenda gli opposti e impone uno sguardo “altro” dentro il proprio mondo. Un luogo dove scomparire ma anche proteggersi dentro l’anonimato del flusso collettivo, finché nella città ideale si ritrovano pezzi del proprio universo sospeso.
Al nostro sguardo si svela una Roma monumentale e gridata, figlia dell’era moderna, senza la classica retorica di punti troppo noti. La metropoli, attraverso le sciabolate luminose, si astrae dal proprio status, perde peso e spiritualizza la pietra che la blocca al suolo. La protagonista, al dunque, si chiama luce, eccessiva e metafisica, dantesca e indefinibile. Solida eppure gassosa, ghiacciata ma elasticamente fluida. I quadri combinano la radice fotografica con alcune decisive manipolazioni elettroniche e un successivo intervento manuale sopra la stampa. Congegni tecnici per ottenere risultati che sono il cuore onesto della visione immaginata, il fulcro di una mescolanza tra individuo e mondo esterno, freddezza e calore, distanza e vicinanza.
Serafino Maiorano è nato a Crotone nel 1957, vive e lavora a Roma. Ha esposto in numerose città italiane e straniere (Basilea, Torino, Venezia, Ravello, Valencia,) e sue opere sono presentate con regolarità nelle più importanti fiere d’arte internazionali.
Catalogo con testo di Gianluca Marziani.
06
aprile 2007
Serafino Maiorano – Pace velata
Dal 06 aprile al 09 maggio 2007
fotografia
Location
GALLERIA TRAGHETTO
Roma, Via Reggio Emilia, 25, (Roma)
Roma, Via Reggio Emilia, 25, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, dalle 15.00 alle 19.00, o per appuntamento
Vernissage
6 Aprile 2007, ore 18
Autore
Curatore