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Federica Galli – Grandi alberi
La mostra, dedicata alle incisioni di Federica Galli, presenta una selezione di opere dai vasti cicli degli “alberi monumentali” e delle “cascine”. I maestosi alberi, riprodotti minuziosamente dall’artista lombarda, sono il ritratto di affascinanti monumenti naturali
Comunicato stampa
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La mostra, dedicata alle incisioni di Federica Galli, presenta una selezione di opere dai vasti cicli degli “alberi monumentali” e delle “cascine”. I maestosi alberi, riprodotti minuziosamente dall’artista lombarda, sono il ritratto di affascinanti monumenti naturali.
Il culto degli alberi è antichissimo. In posizione eretta come l’uomo, l’albero funge da tramite tra il cielo e la terra. L’albero che fa ombra, la più grande e forte delle piante, anticamente appartiene al mondo simbolico, agli archetipi dell’umanità. Scriveva Ernst Jünger che nell’albero la natura acquista individualità o meglio personalità. E noi assistiamo, profondamente turbati, alla moria dei boschi di tutto il mondo, sintomo della profonda crisi nella vita dell’uomo moderno.
Nelle opere di Federica Galli si coglie il rispetto, la fedeltà, l’amore per i prodigi della natura. La luce cangiante delle diverse stagioni e ore del giorno ha un ruolo importante nel calcolo dell’artista. Ma anche quando si pensasse di scorgere la carezza del vento ed il fruscio delle foglie nella luce argentea o quando la luce abbacinante del sole penetra tra le silhouettes del fogliame rigoglioso degli alberi, la concretezza della natura non viene mai dissolta dalla luce. Federica Galli non è impressionista.
I suoi paesaggi non sono ampi, ariosi, bensì rappresentazioni di alberi e gruppi di alberi che impediscono allo sguardo di spaziare lontano. La terra è più importante del cielo. I paesaggi, formati da delicate righe, punti e linee filigrane, riflettono la felicità e la soddisfazione dell’essere tutt’uno con la natura, ancorché senza le concezioni umanistiche, tramandate dall’antichità, del paesaggio ideale.
A partire dal 1966 l’artista si dedica esclusivamente alla difficile tecnica dell’acquaforte. A differenza dei disegni e dei quadri, l’incisione non consente correzioni a posteriori e offre soltanto toni neri e grigi, così come la luce bianca del foglio di carta. Rinunciando ai colori, la tecnica dell’acquaforte costringe l’artista all’astrazione. In compenso la grafica in bianco e nero può risultare più profonda, più essenziale.
Federica Galli, nata a Soresina (CR) nel 1932, ha compiuto i suoi studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Brera a Milano. La sua prima lastra è del 1954 e del 1957 è l’incisione del primo grande albero. A partire dalla prima mostra di Milano nel 1958 ha esposto in più di 300 personali in Italia e all’estero. Fra le più significative: Galérie Loeb – Parigi, 1982; Palazzo Diamanti – Ferrara, 1983; Fondazione Cini – Venezia, 1987; Palazzo Te – Mantova, 1988; Accademia di Firenze, 1988; Castello Sforzesco – Milano, 1990; Istituto Italiano di Cultura – Londra, 1990; Archivi Imperiali della Città Proibita – Pechino, 1995; Fondazione Culturale del Municipio di Atene, 1996. Sul suo lavoro sono stati pubblicati numerosi libri. In oltre 50 anni di attività, l’artista ha inciso più di 750 lastre.
Il culto degli alberi è antichissimo. In posizione eretta come l’uomo, l’albero funge da tramite tra il cielo e la terra. L’albero che fa ombra, la più grande e forte delle piante, anticamente appartiene al mondo simbolico, agli archetipi dell’umanità. Scriveva Ernst Jünger che nell’albero la natura acquista individualità o meglio personalità. E noi assistiamo, profondamente turbati, alla moria dei boschi di tutto il mondo, sintomo della profonda crisi nella vita dell’uomo moderno.
Nelle opere di Federica Galli si coglie il rispetto, la fedeltà, l’amore per i prodigi della natura. La luce cangiante delle diverse stagioni e ore del giorno ha un ruolo importante nel calcolo dell’artista. Ma anche quando si pensasse di scorgere la carezza del vento ed il fruscio delle foglie nella luce argentea o quando la luce abbacinante del sole penetra tra le silhouettes del fogliame rigoglioso degli alberi, la concretezza della natura non viene mai dissolta dalla luce. Federica Galli non è impressionista.
I suoi paesaggi non sono ampi, ariosi, bensì rappresentazioni di alberi e gruppi di alberi che impediscono allo sguardo di spaziare lontano. La terra è più importante del cielo. I paesaggi, formati da delicate righe, punti e linee filigrane, riflettono la felicità e la soddisfazione dell’essere tutt’uno con la natura, ancorché senza le concezioni umanistiche, tramandate dall’antichità, del paesaggio ideale.
A partire dal 1966 l’artista si dedica esclusivamente alla difficile tecnica dell’acquaforte. A differenza dei disegni e dei quadri, l’incisione non consente correzioni a posteriori e offre soltanto toni neri e grigi, così come la luce bianca del foglio di carta. Rinunciando ai colori, la tecnica dell’acquaforte costringe l’artista all’astrazione. In compenso la grafica in bianco e nero può risultare più profonda, più essenziale.
Federica Galli, nata a Soresina (CR) nel 1932, ha compiuto i suoi studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Brera a Milano. La sua prima lastra è del 1954 e del 1957 è l’incisione del primo grande albero. A partire dalla prima mostra di Milano nel 1958 ha esposto in più di 300 personali in Italia e all’estero. Fra le più significative: Galérie Loeb – Parigi, 1982; Palazzo Diamanti – Ferrara, 1983; Fondazione Cini – Venezia, 1987; Palazzo Te – Mantova, 1988; Accademia di Firenze, 1988; Castello Sforzesco – Milano, 1990; Istituto Italiano di Cultura – Londra, 1990; Archivi Imperiali della Città Proibita – Pechino, 1995; Fondazione Culturale del Municipio di Atene, 1996. Sul suo lavoro sono stati pubblicati numerosi libri. In oltre 50 anni di attività, l’artista ha inciso più di 750 lastre.
24
febbraio 2007
Federica Galli – Grandi alberi
Dal 24 febbraio al primo aprile 2007
disegno e grafica
Location
GALLERIA SANT’ANGELO
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15.30–19; domenica 10.30–12.30 e 15.30–19
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