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Michele Roccotelli
Cangiante e multilaterale l’uso del colore, da cui si creano prismi, nei quali si proietta una faccia dell’universo
Comunicato stampa
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La mostra personale di pittura di Michele Roccotelli verrà inaugurata sabato 24 febbraio 2007 alle ore 18,00 nella galleria “Il Mondo dell’Arte” a Roma.
In occasione della mostra verrà presentata la sua nuova monografia “Stelle Danzanti” (edita da “Il mondo dell’arte” e curata da Elvino Echeoni e Remo Panacchia), nella quale l’artista “si parla”, raccontando le emozioni, le sensazioni e l’impatto creativo che egli vive nel momento in cui si trova davanti alla tela bianca.
“Scrivo: bisogna avere un caos dentro di sè per generare una stella danzante (Nietzsche), così parlò Zarathustra ed io invento stelle danzanti che formano caleidoscopi di scie colorate, forme illuminate, graffi di segni incisi. E stelle danzanti sono allora le mie idee del tumulto energetico della mente, che mi porta a muovere tutto per generare la stella danzante più di luce; più di colore; più di forma materia, nel fondo di un bianco canapone di una tela che si tinge, si spande, si apre alla forma difforme, si ancora e vive con la mia pittura”.
Il “diarismo pittorico” delle opere di Michele Roccotelli si traduce in dipinti e disegni, in sovrimpressioni di realtà diverse, fino a formare un cosmo ottico che abbraccia ciò che apparentemente è difforme, per destino e collocazione. Le nature morte coesistono con i volti, le prospettive con gli interni incombenti e ravvicinati. Gli elementi naturali trovano, in tal modo, un etimo psicologico comune. I motivi s’incalzano, l’idea esistenziale che la storia sovverta la successione cronologica degli eventi, sovverte la logica della rappresentazione. Un diario non si riassume. E così è della pittura di Roccotelli, combinata per epigrafi, come in un paradossale cimitero, non della morte ma vita; dove le creature riposano, nel senso in una luminosa idea di resurrezione
Cangiante e multilaterale anche l’uso del colore, da cui si creano prismi, nei quali si proietta una faccia dell’universo. Come il diarista, l’arte di Roccotelli è un annotare di momenti, spesso destinati a smentirsi, con la volubilità che è propria della vita, l’artista appare riluttante a definire un quadro come a sezione categorica. Il massimo suo ideale è la lucidità, ma non crede affatto che il passato, il futuro e il presente debbano prevalere, in qualche modo l’uno sull’altro. Per questo motivo sono assenti in lui, sia la nostalgia del sentimentalismo, sia i colpi di testa di avvenierismi avventurosi.
Di Michele Roccotelli hanno scritto i maggiori critici d’arte, tra i quali Vittorio Sgarbi, Gustavo Delgato, Giuseppe Veronesi, Franco Solmi, Maurizio Vitello, Giorgio Segato e altri.
Le sue opere figurano nelle maggiori collezioni di tutto il mondo e numerose sono le personali esposte presso le più importanti gallerie europee e americane.
A Roma, già da anni, è presente presso le gallerie del gruppo “Il mondo dell’arte”.
In occasione della mostra verrà presentata la sua nuova monografia “Stelle Danzanti” (edita da “Il mondo dell’arte” e curata da Elvino Echeoni e Remo Panacchia), nella quale l’artista “si parla”, raccontando le emozioni, le sensazioni e l’impatto creativo che egli vive nel momento in cui si trova davanti alla tela bianca.
“Scrivo: bisogna avere un caos dentro di sè per generare una stella danzante (Nietzsche), così parlò Zarathustra ed io invento stelle danzanti che formano caleidoscopi di scie colorate, forme illuminate, graffi di segni incisi. E stelle danzanti sono allora le mie idee del tumulto energetico della mente, che mi porta a muovere tutto per generare la stella danzante più di luce; più di colore; più di forma materia, nel fondo di un bianco canapone di una tela che si tinge, si spande, si apre alla forma difforme, si ancora e vive con la mia pittura”.
Il “diarismo pittorico” delle opere di Michele Roccotelli si traduce in dipinti e disegni, in sovrimpressioni di realtà diverse, fino a formare un cosmo ottico che abbraccia ciò che apparentemente è difforme, per destino e collocazione. Le nature morte coesistono con i volti, le prospettive con gli interni incombenti e ravvicinati. Gli elementi naturali trovano, in tal modo, un etimo psicologico comune. I motivi s’incalzano, l’idea esistenziale che la storia sovverta la successione cronologica degli eventi, sovverte la logica della rappresentazione. Un diario non si riassume. E così è della pittura di Roccotelli, combinata per epigrafi, come in un paradossale cimitero, non della morte ma vita; dove le creature riposano, nel senso in una luminosa idea di resurrezione
Cangiante e multilaterale anche l’uso del colore, da cui si creano prismi, nei quali si proietta una faccia dell’universo. Come il diarista, l’arte di Roccotelli è un annotare di momenti, spesso destinati a smentirsi, con la volubilità che è propria della vita, l’artista appare riluttante a definire un quadro come a sezione categorica. Il massimo suo ideale è la lucidità, ma non crede affatto che il passato, il futuro e il presente debbano prevalere, in qualche modo l’uno sull’altro. Per questo motivo sono assenti in lui, sia la nostalgia del sentimentalismo, sia i colpi di testa di avvenierismi avventurosi.
Di Michele Roccotelli hanno scritto i maggiori critici d’arte, tra i quali Vittorio Sgarbi, Gustavo Delgato, Giuseppe Veronesi, Franco Solmi, Maurizio Vitello, Giorgio Segato e altri.
Le sue opere figurano nelle maggiori collezioni di tutto il mondo e numerose sono le personali esposte presso le più importanti gallerie europee e americane.
A Roma, già da anni, è presente presso le gallerie del gruppo “Il mondo dell’arte”.
24
febbraio 2007
Michele Roccotelli
Dal 24 febbraio al 10 marzo 2007
arte contemporanea
Location
IL MONDO DELL’ARTE – PALAZZO MARGUTTA
Roma, Via Margutta, 55, (Roma)
Roma, Via Margutta, 55, (Roma)
Orario di apertura
10 – 13,00 e 16,00 - 20
Vernissage
24 Febbraio 2007, ore 18
Ufficio stampa
CJ
Autore