Mostra di Antonia Di Giulio ispirata al grande scrittore Robert Musil. La duchessa di Valmont della pittura, (cfr. Achille Bonito Oliva, 2000) dimessi gli orpelli e le ridondanze barocche, s’inoltra sull’impervio sentiero dell’interiorizzazione e del silenzio. Abbandonati i cromatismi delle opere degli anni ‘90, s’immerge nell’assenza del colore, nell’asciuttezza delle forme, nel silenzio profondo che viene turbato solo dall’eco dei pensieri. E tuttavia, proprio come Musil a cui questa mostra è dedicata, Antonia Di Giulio esprime la sua interiorità con un fine senso d’ironia e una poetica che diventa scienza dell’uomo, ossia una scienza che, a differenza di quelle cosiddette esatte, è costretta ad operare con una serie di incognite senza fine per divenire legge universale dell’episodico, scoperta di nuove connessioni e variabile “invenzione” dell’uomo interiore proprio come Musil esprime nel suo capolavoro.

Introduzione sulla vita e l’opera di Musil: Micaela Latini (Università degli Studi Roma Tre)

Presentazione della mostra: Elio Rumma (Curatore) e Carmine Siniscalco (Direttore Galleria d’Arte Contemporanea, Roma)