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Raul Gabriel – Cerchi di grana
La prima personale romana di RAUL GABRIEL gira attorno ad un oggetto, il SEMAFORO, che da elemento funzionale della vita urbana diventa un reattore di misticismi cromatici, una polifonia tonale a tre voci armoniche
Comunicato stampa
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Tre cerchi in verticale
Bianco che diventa sempre più bianco
Nero che diventa sempre più nero
Livelli di saturazione cromatica estrema
Un semaforo che lampeggia e vive in modo inaspettato
Un’apparizione misteriosa nello spazio espositivo
Il semaforo come spunto per trasformare la realtà
La realtà che si trasforma in una scultura pittorica
Il suo ideatore si chiama Raul Gabriel
La prima personale romana di RAUL GABRIEL gira attorno ad un oggetto, il SEMAFORO, che da elemento funzionale della vita urbana diventa un reattore di misticismi cromatici, una polifonia tonale a tre voci armoniche. L’artista ha scelto il semaforo per la sua essenzialità universale, per la capacità di “parlare” a chiunque con regole pure e dirette. Da qui l’inversione della rigidità cromatica (verde, giallo, rosso) in un meccanismo visivo dalle mutazioni continue, potenzialmente infinite. Gabriel ha intuito le qualità mistiche del totem urbano, ne ha ribaltato il senso da “forma impositiva” a “forma ispirativa”.Il semaforo si esplica così su direzioni parallele: il linguaggio video che ribalta l’oggetto fisico con la fluidità della manipolazione digitale; la pittura e la sua involontaria astrazione che nasce da modi essenziali ma calibrati, da movimenti liquidi simili a calligrafie giapponesi su fondali piatti; e poi c’è il linguaggio installativo, visualizzabile con veri semafori che cambiano la triade cromatica in una nuova orchestrazione estetica.
La mobilità cromatica è accompagnata da suoni elettronici che nascono dalla strada, dal rumore urbano, dal cuore vitale del quotidiano. L’artista, similmente ai processi visuali, comprime e dilata il suono, rumorizza le sensazioni, campiona il vero con grammatiche progressive e mutanti.
La mostra presso lo Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande è un viaggio tra atmosfere rarefatte, nebulosità e dissolvenze che raggiungono forti saturazioni cromatiche. Una grande parete sarà occupata da una proiezione dove vedere “ciò che resta del semaforo”, ovvero, immagini che sembrano nascere dalla nostra mente, dai nostri sogni più astratti, da viaggi sensoriali dove la realtà si libra in uno stadio di coscienza stimolata. Assieme alla videoinstallazione ci saranno tre grandi quadri pittorici, così rarefatti da rendere il semaforo iniziale una radice lontana, una sottile ispirazione che conduce il colore sul perfetto confine tra figura e componenti astratte.
Raul Gabriel è nato a Ensenada (Argentina) nel 1966.
Vive e lavora a Milano e Londra
Bianco che diventa sempre più bianco
Nero che diventa sempre più nero
Livelli di saturazione cromatica estrema
Un semaforo che lampeggia e vive in modo inaspettato
Un’apparizione misteriosa nello spazio espositivo
Il semaforo come spunto per trasformare la realtà
La realtà che si trasforma in una scultura pittorica
Il suo ideatore si chiama Raul Gabriel
La prima personale romana di RAUL GABRIEL gira attorno ad un oggetto, il SEMAFORO, che da elemento funzionale della vita urbana diventa un reattore di misticismi cromatici, una polifonia tonale a tre voci armoniche. L’artista ha scelto il semaforo per la sua essenzialità universale, per la capacità di “parlare” a chiunque con regole pure e dirette. Da qui l’inversione della rigidità cromatica (verde, giallo, rosso) in un meccanismo visivo dalle mutazioni continue, potenzialmente infinite. Gabriel ha intuito le qualità mistiche del totem urbano, ne ha ribaltato il senso da “forma impositiva” a “forma ispirativa”.Il semaforo si esplica così su direzioni parallele: il linguaggio video che ribalta l’oggetto fisico con la fluidità della manipolazione digitale; la pittura e la sua involontaria astrazione che nasce da modi essenziali ma calibrati, da movimenti liquidi simili a calligrafie giapponesi su fondali piatti; e poi c’è il linguaggio installativo, visualizzabile con veri semafori che cambiano la triade cromatica in una nuova orchestrazione estetica.
La mobilità cromatica è accompagnata da suoni elettronici che nascono dalla strada, dal rumore urbano, dal cuore vitale del quotidiano. L’artista, similmente ai processi visuali, comprime e dilata il suono, rumorizza le sensazioni, campiona il vero con grammatiche progressive e mutanti.
La mostra presso lo Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande è un viaggio tra atmosfere rarefatte, nebulosità e dissolvenze che raggiungono forti saturazioni cromatiche. Una grande parete sarà occupata da una proiezione dove vedere “ciò che resta del semaforo”, ovvero, immagini che sembrano nascere dalla nostra mente, dai nostri sogni più astratti, da viaggi sensoriali dove la realtà si libra in uno stadio di coscienza stimolata. Assieme alla videoinstallazione ci saranno tre grandi quadri pittorici, così rarefatti da rendere il semaforo iniziale una radice lontana, una sottile ispirazione che conduce il colore sul perfetto confine tra figura e componenti astratte.
Raul Gabriel è nato a Ensenada (Argentina) nel 1966.
Vive e lavora a Milano e Londra
08
marzo 2007
Raul Gabriel – Cerchi di grana
Dall'otto marzo al 13 aprile 2007
arte contemporanea
Location
STUDIO D’ARTE CONTEMPORANEA PINO CASAGRANDE
Roma, Via Degli Ausoni, 7a, (Roma)
Roma, Via Degli Ausoni, 7a, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì, dalle 17,00 alle 20,00
Vernissage
8 Marzo 2007, ore 18:30
Autore
Curatore