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Eugenio Tibaldi – Points of view
Gli ultimi sviluppi della ricerca dell’artista, alla sua terza mostra dopo le due precedenti nella galleria di Giugliano, si concentrano sull’analisi estetico-economica ed architettonica della periferia, non prendendo in esame una realtà generica comune alle nostre metropoli contemporanee bensì quella unica di Napoli
Comunicato stampa
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La Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea è lieta di presentare, mercoledì 14 marzo 2007, per la prima volta nello spazio napoletano, la personale di Eugenio Tibaldi dal titolo Points of view.
Gli ultimi sviluppi della ricerca dell’artista, alla sua terza mostra dopo le due precedenti nella galleria di Giugliano, si concentrano sull’analisi estetico-economica ed architettonica della periferia, non prendendo in esame una realtà generica comune alle nostre metropoli contemporanee bensì quella unica di Napoli. Lo sviluppo tentacolare e caotico, insieme alle economie ed ai modelli abitativi del tutto peculiari generati dalle necessità e dall'ingegno di chi li abita, hanno costituito un terreno fertile su cui costruire il suo lavoro. Eugenio Tibaldi, venendo da una società completamente differente come quella di Alba (CN) analizza con una prospettiva diversa, con occhio non critico, ma scientifico quasi antropologico, la nuova comunità con cui viene a contatto. È solo da questa premessa che può partire una nuova valutazione di un territorio tanto straziato, ma che al contempo, nella sua personale visione, ha fatto della propria diversità una ricchezza, costituendosi come laboratorio di sperimentazione per nuovi modelli sociali ed estetici e traendo la propria forza dalle sinergie col centro-città.
Ecco che allora, con i suoi centri di produzione e con la sua cultura multietnica data dalla fusione di esperienze di vita provenienti da paesi lontani, la periferia napoletana conquista un’autonomia del tutto originale che l’artista ha modo di sperimentare quotidianamente, coinvolgendo nella propria attività gli artigiani locali e venendo a contatto con le diverse professionalità attive sul territorio. Solo a questo punto interviene la sua azione, che si scontra con l’impotenza della politica di cambiare le sorti di una realtà segnata dall’abusivismo edilizio, dalla mancanza di un piano regolatore, dall’accumulo indiscriminato dei rifiuti, da quelle disfunzioni a cui ormai si è abituati e che invece sono poste in primo piano con tutta la loro evidenza dal gesto artistico. L’utilizzo del bianco, che da sempre nell’arte è carico di un forte valore simbolico, cerca di trovare ordine nel caos di costruzioni, assi viari, spazi industriali alla ricerca di una nuova forma estetica. L’immagine che se ne ricava ha il potere di farne scorgere l’attualità, invitando a non gettare questa realtà nel dimenticatoio, ma di .valorizzarla come paesaggio culturale contemporaneo.
In occasione della mostra presso la Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea, il percorso si snoda attraverso le tre diverse fasi del lavoro di Eugenio Tibaldi. Nella prima stanza, il pubblico si trova di fronte ad un’installazione di salvagenti e canotti, semplicemente prelevati dall’artista e ridisposti a formare una gigantesca pila, alla maniera in cui sono abituati a portarli i venditori ambulanti, in cui l’idea di leggerezza e la brillantezza dei colori sono mescolate alla fatica ed all’ingiustizia sociale. Passando alla seconda stanza, l’opera consiste in una pavimentazione, che si estende ad occupare completamente lo spazio, in modo che il visitatore si trovi costretto a camminarci sopra, osservando dal punto di vista privilegiato del satellite la cartina topografica, sulla quale l’artista è intervenuto con delle cancellazioni, eliminando tutti i residui della vecchia società basata su un’economia rurale, per lasciare in evidenza le costruzioni sorte dallo sviluppo della periferia. Infine, nell’ultima stanza, il gesto creativo riesce a trasformare il processo di analisi del territorio in una forma estetica definitiva; un particolare estratto dalla mappa satellitare e inciso su lastra di onice, viene trasformato in lightbox con l’effetto finale di risultare quasi pura astrazione.
Nato nel 1977 ad Alba (CN), Eugenio Tibaldi vive e lavora a Giugliano in Campania (NA).
Mostre personali e collettive selezionate:
2006: Fragmented show, Fabbrica del Vapore – Careof – neon>fdv – Viafarini, Milano
Fragmented city, Corso Superiore di Arti Visive (CSAV), Fondazione Antonio Ratti, Como, Visiting Professor Marjetica Potrč
Becoming place, Castello di San Terenzo, Lerici (SP), a cura di Luigi Giovinazzo
2005: Napoli presente, PAN, Napoli, a cura di Lòrànd Hegyi
XII BJCEM – Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Castel S. Elmo, Napoli, a cura di Gigiotto Del Vecchio.
Assab one, Masai Art Factory 2005, Milano, “artista selezionato”, a cura di Roberto Pinto
Area_prolegomeni ad una metafisica dei luoghi e del costruire,Galleria Sogospatty, Roma, a cura di Raffaele Gavarro
2004: Landscape, Umberto Di Marino Arte Contemporanea, Giugliano (Na), testo di Tiziana Di Caro
2003: Born Out, Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea -.Giugliano (Na), a cura di Simona Barucco
2001: Bestiario, Umberto Di Marino Arte Contemporanea, Giugliano (Na), testo di Simona Barucco
2000: Galleria Maze, Torino, a cura di O. Gambari
Gli ultimi sviluppi della ricerca dell’artista, alla sua terza mostra dopo le due precedenti nella galleria di Giugliano, si concentrano sull’analisi estetico-economica ed architettonica della periferia, non prendendo in esame una realtà generica comune alle nostre metropoli contemporanee bensì quella unica di Napoli. Lo sviluppo tentacolare e caotico, insieme alle economie ed ai modelli abitativi del tutto peculiari generati dalle necessità e dall'ingegno di chi li abita, hanno costituito un terreno fertile su cui costruire il suo lavoro. Eugenio Tibaldi, venendo da una società completamente differente come quella di Alba (CN) analizza con una prospettiva diversa, con occhio non critico, ma scientifico quasi antropologico, la nuova comunità con cui viene a contatto. È solo da questa premessa che può partire una nuova valutazione di un territorio tanto straziato, ma che al contempo, nella sua personale visione, ha fatto della propria diversità una ricchezza, costituendosi come laboratorio di sperimentazione per nuovi modelli sociali ed estetici e traendo la propria forza dalle sinergie col centro-città.
Ecco che allora, con i suoi centri di produzione e con la sua cultura multietnica data dalla fusione di esperienze di vita provenienti da paesi lontani, la periferia napoletana conquista un’autonomia del tutto originale che l’artista ha modo di sperimentare quotidianamente, coinvolgendo nella propria attività gli artigiani locali e venendo a contatto con le diverse professionalità attive sul territorio. Solo a questo punto interviene la sua azione, che si scontra con l’impotenza della politica di cambiare le sorti di una realtà segnata dall’abusivismo edilizio, dalla mancanza di un piano regolatore, dall’accumulo indiscriminato dei rifiuti, da quelle disfunzioni a cui ormai si è abituati e che invece sono poste in primo piano con tutta la loro evidenza dal gesto artistico. L’utilizzo del bianco, che da sempre nell’arte è carico di un forte valore simbolico, cerca di trovare ordine nel caos di costruzioni, assi viari, spazi industriali alla ricerca di una nuova forma estetica. L’immagine che se ne ricava ha il potere di farne scorgere l’attualità, invitando a non gettare questa realtà nel dimenticatoio, ma di .valorizzarla come paesaggio culturale contemporaneo.
In occasione della mostra presso la Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea, il percorso si snoda attraverso le tre diverse fasi del lavoro di Eugenio Tibaldi. Nella prima stanza, il pubblico si trova di fronte ad un’installazione di salvagenti e canotti, semplicemente prelevati dall’artista e ridisposti a formare una gigantesca pila, alla maniera in cui sono abituati a portarli i venditori ambulanti, in cui l’idea di leggerezza e la brillantezza dei colori sono mescolate alla fatica ed all’ingiustizia sociale. Passando alla seconda stanza, l’opera consiste in una pavimentazione, che si estende ad occupare completamente lo spazio, in modo che il visitatore si trovi costretto a camminarci sopra, osservando dal punto di vista privilegiato del satellite la cartina topografica, sulla quale l’artista è intervenuto con delle cancellazioni, eliminando tutti i residui della vecchia società basata su un’economia rurale, per lasciare in evidenza le costruzioni sorte dallo sviluppo della periferia. Infine, nell’ultima stanza, il gesto creativo riesce a trasformare il processo di analisi del territorio in una forma estetica definitiva; un particolare estratto dalla mappa satellitare e inciso su lastra di onice, viene trasformato in lightbox con l’effetto finale di risultare quasi pura astrazione.
Nato nel 1977 ad Alba (CN), Eugenio Tibaldi vive e lavora a Giugliano in Campania (NA).
Mostre personali e collettive selezionate:
2006: Fragmented show, Fabbrica del Vapore – Careof – neon>fdv – Viafarini, Milano
Fragmented city, Corso Superiore di Arti Visive (CSAV), Fondazione Antonio Ratti, Como, Visiting Professor Marjetica Potrč
Becoming place, Castello di San Terenzo, Lerici (SP), a cura di Luigi Giovinazzo
2005: Napoli presente, PAN, Napoli, a cura di Lòrànd Hegyi
XII BJCEM – Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Castel S. Elmo, Napoli, a cura di Gigiotto Del Vecchio.
Assab one, Masai Art Factory 2005, Milano, “artista selezionato”, a cura di Roberto Pinto
Area_prolegomeni ad una metafisica dei luoghi e del costruire,Galleria Sogospatty, Roma, a cura di Raffaele Gavarro
2004: Landscape, Umberto Di Marino Arte Contemporanea, Giugliano (Na), testo di Tiziana Di Caro
2003: Born Out, Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea -.Giugliano (Na), a cura di Simona Barucco
2001: Bestiario, Umberto Di Marino Arte Contemporanea, Giugliano (Na), testo di Simona Barucco
2000: Galleria Maze, Torino, a cura di O. Gambari
14
marzo 2007
Eugenio Tibaldi – Points of view
Dal 14 marzo al 24 aprile 2007
arte contemporanea
Location
UMBERTO DI MARINO ARTE CONTEMPORANEA
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì ore 16:00 / 20:00, martedì – sabato ore 10:30 / 13:30 e 16:00 / 20:00
Vernissage
14 Marzo 2007, ore 19-22
Autore