In mostra disegni e acquarelli che raccontano l’evoluzione e la dinamica della sintassi grafica di Edgardo Corbelli. Nel disegno riesce difficile mentire e Corbelli, artista di severità spietata verso se stesso, mira a dar vita, col segno, al cuore dell’esistenza, evitando il contorno marcato se un accenno di linea è sufficiente, entrando nell’area di un suo espressionismo. Un espressionismo circa il quale egli ritiene equivoco qualsivoglia accostamento di nomi e di tendenze; espressionismo non è scuola, codice d’arte solo del nostro secolo, perché è dove c’è emozione, spiritualità, tensione che l’espressionismo vive. Artista dalla voracità pittorica e grafica mai sazia, l’irrequietezza di Corbelli si manifesta a folate e, pur non amando l’enfasi, con le sue raffiche di ritmo egli sa accendere un clima di vitalità fatta di slanci luminosi, rasserenanti. Come in pittura, così nel disegno egli evita la convenzione del bello, del “piacevole” e, con l’uso differente che fa dei segni, si concentra intenzionalmente sul significato acuendo la psicologia della forma. I soggetti sono paesaggi, ritratti, nudi femminili, e proprio la donna, forma-madre, può essere considerata per Corbelli un tema inesauribile nel suo alfabeto armonico e puro dell’anatomia, a cui occorre dare forma interiore perché l’anatomia, da sola, non fa il disegno.