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Germogli
Questa mostra nasce da un’idea di Simone Durante, fotografo, e Franca Aimone, danzatrice; nasce dall’incontro di due mondi apparentemente diversi nella loro maniera di ricercare ed esprimere le emozioni. Da una parte la fotografia, dall’altra la danza
Comunicato stampa
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Questa mostra nasce da un’idea di Simone Durante, fotografo, e Franca Aimone, danzatrice; nasce dall’incontro di due mondi apparentemente diversi nella loro maniera di ricercare ed esprimere le emozioni. Da una parte la fotografia, dall’altra la danza.
A ben guardare, emergono aspetti non evidenti su questo incontro: ritrovandosi nello stesso luogo, fotografi e danzatrici si sono, reciprocamente, istintivamente resi ospiti gli uni degli altri. Nell’etimologia latina, la parola “hospes” indica colui che ospita ma anche colui che viene ospitato, poiché lo spazio, il luogo, in origine è di tutti e nessuno insieme. L’ospite è chiunque e chiunque è ospite. Ognuno di noi, sempre, in se stesso, sarà residente e straniero, accogliente e bisognoso di accoglienza. In questa maniera, fotografi e danzatrici si sono tesi la mano e, dapprima estranei gli uni alle altre, con quel senso di incertezza che l’essere straniero a volte comporta, si sono ritrovati idealmente in un territorio intimo, profondo, in un certo senso magico che è “casa” a tutti, poiché è il luogo in cui l’emozione, l’espressione artistica, l’ascolto di sé e degli altri si mettono in collegamento e si mescolano.
Così la fotografia che per sua natura afferra e fissa ogni singolo istante per donarlo all’eternità, e la danza, vortice fatto di gesti, movimenti, corporeità, armonie, tensioni e intensità, si fondono fino ad essere una cosa sola. In un’ unica definizione, quella che i Greci davano della danza e che oggi più che mai può essere per antonomasia la stessa definizione anche della fotografia: ”poesia senza parole”.
Due mondi molto simili, dunque, nella loro capacità di arrivare alla luce interiore di ognuno. Del resto, ogni forma d’arte è anche e soprattutto negli occhi di chi la guarda!
Emilio Mazzoli - Federico Tristani - Luigi Rinaldi - Sergio Migliore
Sono allievi di fotografia di Simone Durante. Simone dice di loro: “Emilio, Federico, Luigi, Sergio, nella vita di professione non fanno i fotografi, ma lo sono comunque per indole, in maniera del tutto naturale. Del resto,essere fotografi non significa unicamente scattare delle buone foto. Essere fotografi significa avere un particolare modo di osservare il mondo e la vita, con un occhio chiuso e l’altro aperto, meravigliandosi ed entusiasmandosi per ogni magia che nel quotidiano si rivela; significa lasciare sempre aperta la porta fra sé e l’esterno, permettendo a ciò che è fuori di invadere e scombussolare la mente e il cuore, come fa un vento freddo e cristallino; significa lasciarsi trasportare oltre la parte evidente degli esseri e delle cose, volando fino all’essenza più profonda; significa impossessarsi di ogni istante per poi darlo in dono agli altri.
E’ povera cosa una fotografia, ma a volte il suo grande incantesimo è di riuscire a toccare le corde più emotive di chi la guarda!
Ecco: loro quattro sono fotografi perché sono in grado di fare tutto questo.” (Simone Durante)
Simone Durante
Nasce a S.Agata di Militello (Messina) il 21.09.1974. Diplomato al liceo classico, studia fotografia a Milano presso la civica scuola Galileo Galilei diplomandosi fotografo nel 1997 con una tesi su Nadar. Vive e lavora a Milano. Si occupa di ritratto, di moda, di fotografia per il cinema, il teatro e la televisione e di reportage. Debutta come videomaker nel 2004 lavorando al progetto di Fiumara d'Arte "E’ tempo di poesia per Librino”. Realizza video per il teatro, le case discografiche e le sfilate. Scrive di fotografia e di arte, nell'aprile 2003 esce il suo primo libro: "U Gioia, Jaloffra e Filuvespri”, che unisce alle sue fotografie i testi del regista e critico Mauro Aprile Zanetti e i disegni del pittore Piero Roccasalvo. Si dedica inoltre all'insegnamento della fotografia, con particolare attenzione all’aspetto creativo. La sua visione rimane sempre strettamente personale e in continua mutazione, con una sperimentazione costante di tecniche e stili diversi. Il risultato delle sue ricerche è stato esposto in mostre personali e collettive.
“A proposito di Simone Durante” (Scritto del regista Giacomo Faenza).
Simone Durante non è fotografo per caso. Dietro ogni sua foto c'è una ricerca che è frutto di feroce curiosità e di immensa pietà. La curiosità fa la differenza fra l'arte e la casualità. Tutti possiamo fare qualcosa di buono con un pennello o una macchina fotografica. E' ripetersi che è difficile. Ci si ripete solo quando c'è consapevolezza di ciò che stiamo facendo, quando c'è ricerca e curiosità, appunto. Della pietà si sa poco, probabilmente è un sentimento antico, sicuramente è scomodo e pesa come un macigno. Simone la conosce e la rispolvera senza esitazione ogni volta che c'è da fare click, come fa il buon giudice prima di emettere la sentenza. Perché una foto è una condanna, ti immobilizza per sempre, sono vertigini di eternità che è bene elargire con parsimonia.
Franca Aimone
Canta e danza dal 1984 nella Compagnia KAIDARA di Torino e dal 1991 nel Bruno Rose Genero Ensemble. Formata a contatto con artisti di fama internazionale sia in Europa che nel corso di viaggi di ricerca in Africa ed a Cuba, Franca sviluppa un suo linguaggio personale che dalla tradizione si apre ad immagini più universali e contemporanee che ben si adattano ad un pubblico dalle differenti esperienze. Professore membro dell’Associazione Ritmi e Danze Afro, insegna in Italia, in Francia ed in Belgio. E’ specializzata nella trasmissione della cultura afro-cubana e, più specialmente, Yoruba. Insegna regolarmente a Milano presso l’Associazione MamiWata.
A ben guardare, emergono aspetti non evidenti su questo incontro: ritrovandosi nello stesso luogo, fotografi e danzatrici si sono, reciprocamente, istintivamente resi ospiti gli uni degli altri. Nell’etimologia latina, la parola “hospes” indica colui che ospita ma anche colui che viene ospitato, poiché lo spazio, il luogo, in origine è di tutti e nessuno insieme. L’ospite è chiunque e chiunque è ospite. Ognuno di noi, sempre, in se stesso, sarà residente e straniero, accogliente e bisognoso di accoglienza. In questa maniera, fotografi e danzatrici si sono tesi la mano e, dapprima estranei gli uni alle altre, con quel senso di incertezza che l’essere straniero a volte comporta, si sono ritrovati idealmente in un territorio intimo, profondo, in un certo senso magico che è “casa” a tutti, poiché è il luogo in cui l’emozione, l’espressione artistica, l’ascolto di sé e degli altri si mettono in collegamento e si mescolano.
Così la fotografia che per sua natura afferra e fissa ogni singolo istante per donarlo all’eternità, e la danza, vortice fatto di gesti, movimenti, corporeità, armonie, tensioni e intensità, si fondono fino ad essere una cosa sola. In un’ unica definizione, quella che i Greci davano della danza e che oggi più che mai può essere per antonomasia la stessa definizione anche della fotografia: ”poesia senza parole”.
Due mondi molto simili, dunque, nella loro capacità di arrivare alla luce interiore di ognuno. Del resto, ogni forma d’arte è anche e soprattutto negli occhi di chi la guarda!
Emilio Mazzoli - Federico Tristani - Luigi Rinaldi - Sergio Migliore
Sono allievi di fotografia di Simone Durante. Simone dice di loro: “Emilio, Federico, Luigi, Sergio, nella vita di professione non fanno i fotografi, ma lo sono comunque per indole, in maniera del tutto naturale. Del resto,essere fotografi non significa unicamente scattare delle buone foto. Essere fotografi significa avere un particolare modo di osservare il mondo e la vita, con un occhio chiuso e l’altro aperto, meravigliandosi ed entusiasmandosi per ogni magia che nel quotidiano si rivela; significa lasciare sempre aperta la porta fra sé e l’esterno, permettendo a ciò che è fuori di invadere e scombussolare la mente e il cuore, come fa un vento freddo e cristallino; significa lasciarsi trasportare oltre la parte evidente degli esseri e delle cose, volando fino all’essenza più profonda; significa impossessarsi di ogni istante per poi darlo in dono agli altri.
E’ povera cosa una fotografia, ma a volte il suo grande incantesimo è di riuscire a toccare le corde più emotive di chi la guarda!
Ecco: loro quattro sono fotografi perché sono in grado di fare tutto questo.” (Simone Durante)
Simone Durante
Nasce a S.Agata di Militello (Messina) il 21.09.1974. Diplomato al liceo classico, studia fotografia a Milano presso la civica scuola Galileo Galilei diplomandosi fotografo nel 1997 con una tesi su Nadar. Vive e lavora a Milano. Si occupa di ritratto, di moda, di fotografia per il cinema, il teatro e la televisione e di reportage. Debutta come videomaker nel 2004 lavorando al progetto di Fiumara d'Arte "E’ tempo di poesia per Librino”. Realizza video per il teatro, le case discografiche e le sfilate. Scrive di fotografia e di arte, nell'aprile 2003 esce il suo primo libro: "U Gioia, Jaloffra e Filuvespri”, che unisce alle sue fotografie i testi del regista e critico Mauro Aprile Zanetti e i disegni del pittore Piero Roccasalvo. Si dedica inoltre all'insegnamento della fotografia, con particolare attenzione all’aspetto creativo. La sua visione rimane sempre strettamente personale e in continua mutazione, con una sperimentazione costante di tecniche e stili diversi. Il risultato delle sue ricerche è stato esposto in mostre personali e collettive.
“A proposito di Simone Durante” (Scritto del regista Giacomo Faenza).
Simone Durante non è fotografo per caso. Dietro ogni sua foto c'è una ricerca che è frutto di feroce curiosità e di immensa pietà. La curiosità fa la differenza fra l'arte e la casualità. Tutti possiamo fare qualcosa di buono con un pennello o una macchina fotografica. E' ripetersi che è difficile. Ci si ripete solo quando c'è consapevolezza di ciò che stiamo facendo, quando c'è ricerca e curiosità, appunto. Della pietà si sa poco, probabilmente è un sentimento antico, sicuramente è scomodo e pesa come un macigno. Simone la conosce e la rispolvera senza esitazione ogni volta che c'è da fare click, come fa il buon giudice prima di emettere la sentenza. Perché una foto è una condanna, ti immobilizza per sempre, sono vertigini di eternità che è bene elargire con parsimonia.
Franca Aimone
Canta e danza dal 1984 nella Compagnia KAIDARA di Torino e dal 1991 nel Bruno Rose Genero Ensemble. Formata a contatto con artisti di fama internazionale sia in Europa che nel corso di viaggi di ricerca in Africa ed a Cuba, Franca sviluppa un suo linguaggio personale che dalla tradizione si apre ad immagini più universali e contemporanee che ben si adattano ad un pubblico dalle differenti esperienze. Professore membro dell’Associazione Ritmi e Danze Afro, insegna in Italia, in Francia ed in Belgio. E’ specializzata nella trasmissione della cultura afro-cubana e, più specialmente, Yoruba. Insegna regolarmente a Milano presso l’Associazione MamiWata.
10
marzo 2007
Germogli
Dal 10 marzo al 10 aprile 2007
fotografia
Location
SPAZIO MAMIWATA
Milano, Via Savona, 134, (Milano)
Milano, Via Savona, 134, (Milano)
Vernissage
10 Marzo 2007, ore 19.30
Autore