Valentina Malcangi è nata a Genova nel 1969. Architetto dal 1994, vive e lavora a Torino, occupandosi di ristrutturazioni e architettura d'interni. Da più di quindici anni si dedica alla pittura ad olio, acquerello ed inchiostro e più recentemente si è avvicinata alla ceramica, con la quale è possibile introdurre la terza dimensione. Non solo tratti e colore quindi, ma anche forma. Questa terza dimensione permette a Valentina di ricondurre le sue sperimentazioni artistiche all'architettura. Gli oggetti, tanto nella pittura quanto nella ceramica, nascono da un'idea repentina in cui convivono geometria e gesto organico. La formazione scientifica e la più pura istintività si fondono in questi pezzi. I colori e le forme richiamano spesso il tema della natura attraverso la rappresentazione di campi di fiori, rami carichi di frutta, forme organiche. Ma il punto di partenza è sempre la ricerca della funzionalità e della flessibilità degli oggetti ideati.

Antonella Malcangi è nata a Genova nel 1962. Attualmente vive e lavora a Torino.

La ricerca di una forma di espressione figurativa l'ha portata ad individuare come materiale d'elezione l'argilla.

Il punto di partenza sono oggetti funzionali quali vasi, brocche e piatti realizzati dedicando particolare attenzione allo studio della superficie.

La sperimentazione fatta si avvale di varie tecniche che vanno dall'incisione alla texture o, ancora, allo stampo con rulli di creta (anch'essi realizzati a mano).

Gradualmente si realizza il passaggio da modellaggio a scultura in cui forma e funzionalità vengono perse per favorire la libera espressione emotiva.

Durante questo percorso sperimenta differenti metodi di colorazione che vanno dall'utilizzo dell'ingobbio su terra cruda all'uso di ossidi, smalti ed ingobbio con cristallina su biscotto.

I sistemi di cottura utilizzati includono la bassa e l'alta temperatura in forno tradizionale e la tecnica di cottura Raku. I temi principali sono quelli del rapporto tra uomo, città e natura.

L'uomo viene rappresentato impegnato nello sforzo di liberarsi dalla morsa della città che lo imprigiona, ma che lui stesso ha creato. Il desiderio di ricongiungersi con la natura permette alle macchine di trasformarsi in uccelli e all'uomo, attraverso questa metamorfosi, di riconquistare la libertà.

La città è vista come un essere vivente sfuggito al controllo del suo creatore che tenta di dominare e negare. La natura è l'unica forza in grado di aiutare l'uomo a ristabilire l'equilibrio