Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Mondo Mondino
L’universo artistico di Aldo Mondino
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Su proposta dell'Associazione degli Amici della Galleria d'Arte Moderna di Bologna e grazie alla collaborazione della Galleria Astuni, si aprirà la prossima primavera la più grande mostra dedicata ad Aldo Mondino dalla sua scomparsa.
L’idea della mostra, ambientata nelle sorprendenti stanze di Villa delle Rose a Bologna, parte dal “personaggio” Mondino, che lo scrittore e saggista torinese Nico Orengo ha definito sulle pagine de La Stampa come "il dandy fra i pittori della sua generazione". Mondino infatti si interessava alle macchine veloci, alle stoffe e ai sarti, amava le donne e i liquori, ed era un inguaribile “curioso della vita”.
Accanto all’esposizione di una scelta significativa dei suoi lavori, partendo dagli anni ‘60, fino ad arrivare agli ultimi quadri e sculture, l’idea è quella di restituire un “universo” biografico dell’artista – che fu fra l’altro, il primo a riconoscere l’importanza della Pop Art americana, quando in Italia era ancora sconosciuta, e fu vicino, senza mai farsi coinvolgere completamente, agli ambienti dell’Arte Povera.
Il progetto è volto a far emergere un Mondino a tutto tondo, un mondo di interessi, scelte, amicizie (importante quella con Boetti), frequentazioni, ma anche tic, passioni (come quella per i viaggi e le altre culture), manie, che verranno concretizzate esponendo materiale inedito o poco noto come lettere, fotografie, documenti che diano senso e respiro alle opere vere e proprie.
Un mondo in cui lo spettatore sarà invitato a immergersi, per lasciarsi conquistare dal fascino di quello che fu forse uno degli ultimi “artisti” dotati di carisma del Novecento italiano.
La mostra si articolerà negli spazi esterni di Villa delle Rose (sculture), ed interni. Le opere saranno dislocate all’interno della villa in base ad un percorso che ci porterà attraverso le varie fasi creative dell’artista, dalle opere ironiche/metalinguistiche (con cioccolatini, o penne a sfera), alle opere ‘ebraiche’, a quelle dedicate ai numerosi paesi visitati ed amati da Mondino: Marocco, Messico, Africa, Asia Minore. Il percorso sarà corredato da un video con un’intervista all’artista.
Il catalogo
Il ricco catalogo interamente e colori, è stato pensato proprio a partire dall’impostazione della mostra, ed è incentrato sul personaggio-uomo-artista Mondino. Insieme alle opere esposte, contiene un regesto delle notevoli immagini fotografiche scattate da Mondino durante la sua lunga carriera e soprattutto nei suoi vagabondaggi per i continenti. Non un catalogo esaustivo, quindi, quanto un tentativo di evidenziare lo spessore artistico e l’inesauribile vena di ricerca dell’artista torinese – la sua idea di arte come “anomalia” e ironica messa in gioco delle regole di un mestiere “senza regole” – quello che un altro grande piemontese come Cesare Pavese aveva definito “il mestiere di vivere”.
In catalogo, testi del direttore dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna di Bologna, del Presidente degli Amici della GAM e del curatore della mostra.
Aldo Mondino
Nasce a Torino nel 1938. Nel ‘59 si trasferisce a Parigi, dove frequenta per due anni l'Atelier 17 di William Heyter, studia mosaico con Severini, frequenta i giovani pittori surrealisti, esperienza che lascerà le tracce nelle opere ludiche degli anni Sessanta. Nel 1960 torna a Torino. L'incontro con Gian Enzo Sperone si rivela fondamentale. Le sue opere sono aperte citazioni di pittori, da Casorati a Dine, con riferimenti al mondo pop, alla segnaletica stradale e all'universo infantile (Donna con le uova di Casorati, 1964). Da questo momento in poi, comincia ad utilizzare scritte, parole e a sperimentare materiali inusuali, come lo zucchero (Rosa di zucchero, 1972). Nel 1970, nasce la serie dei King. Partendo da un fantoccio del tutto somigliante al pittore, Mondino lo ritrae disposto come su un quadrante di un orologio. Un'operazione del tutto concettuale, legata alla magia della scansione del tempo. Questo sarà ricordato dall'artista, come il primo incontro con se stesso e con la pittura.
Nel 1976 partecipa alla 38.ma Biennale di Venezia, in cui si impegna in un parallelismo filologico tra la sua arte e la composizione di Schönberg. Dal 1985 inizia il ciclo legato ai viaggi: Marocco, Turchia, India e l'oriente in generale, con un occhio di riguardo nei confronti della Spagna con i suoi tori e toreri. Nei quadri di tema orientaleggiante, Mondino rende protagonisti personaggi della vita araba, ma anche rabbini, ortodossi, sultani turchi e danze di Dervisci, senza tralasciare personaggi più comuni come i mercanti dei bazar.
Negli ultimi anni, però, si esprime anche in quella che è una delle sue più grandi aspirazioni, la scultura, realizzando, ad esempio, una gettata in bronzo dal titolo "La mamma di Boccioni", dove il seno della donna è costituito da due grosse bocce. La sua insaziabile curiosità lo porta poi ad avvicinarsi al bricolage e alla ceramica, che interpreta anche come elemento di decoro di quadri.
A Partire dagli anni Novanta, il suo interesse si focalizza su temi orientaleggianti. Nel 1993, alla Biennale veneziana, espone una serie di quadri di grandi dimensioni, rappresentanti i Dervisci nell'atto di danzare. In questi anni, l'oriente, coi suoi volti e i suoi colori, sarà l'elemento dominante della sua poetica (Schekitah, 1994; La siesta, 1997). La passione nel realizzare lavori tridimensionali, lo porta ad utilizzare materiali particolari, come la cioccolata (Scultura un corno). Caratteristica comune alle due mostre intitolate The Bizantine World di Milano e di Roma del 1999 è, infatti, l'utilizzo esclusivo di cioccolatini. Nel 2000, compie il primo viaggio in India e realizza la mostra dal titolo Flovers, alla Birla Accademy di Calcutta.
Era un artista poliedrico Aldo Mondino, un artista che non ha mai avuto paura di andare controcorrente, anzi lo faceva per scelta. La sua vena creativa, supportata da una vasta cultura, lo portava a sperimentare continuamente, a re-inventare le correnti che lo avevano ispirato, a ironizzare sugli artisti da cui aveva voluto distinguersi, a provocare per sentirsi libero.
L’idea della mostra, ambientata nelle sorprendenti stanze di Villa delle Rose a Bologna, parte dal “personaggio” Mondino, che lo scrittore e saggista torinese Nico Orengo ha definito sulle pagine de La Stampa come "il dandy fra i pittori della sua generazione". Mondino infatti si interessava alle macchine veloci, alle stoffe e ai sarti, amava le donne e i liquori, ed era un inguaribile “curioso della vita”.
Accanto all’esposizione di una scelta significativa dei suoi lavori, partendo dagli anni ‘60, fino ad arrivare agli ultimi quadri e sculture, l’idea è quella di restituire un “universo” biografico dell’artista – che fu fra l’altro, il primo a riconoscere l’importanza della Pop Art americana, quando in Italia era ancora sconosciuta, e fu vicino, senza mai farsi coinvolgere completamente, agli ambienti dell’Arte Povera.
Il progetto è volto a far emergere un Mondino a tutto tondo, un mondo di interessi, scelte, amicizie (importante quella con Boetti), frequentazioni, ma anche tic, passioni (come quella per i viaggi e le altre culture), manie, che verranno concretizzate esponendo materiale inedito o poco noto come lettere, fotografie, documenti che diano senso e respiro alle opere vere e proprie.
Un mondo in cui lo spettatore sarà invitato a immergersi, per lasciarsi conquistare dal fascino di quello che fu forse uno degli ultimi “artisti” dotati di carisma del Novecento italiano.
La mostra si articolerà negli spazi esterni di Villa delle Rose (sculture), ed interni. Le opere saranno dislocate all’interno della villa in base ad un percorso che ci porterà attraverso le varie fasi creative dell’artista, dalle opere ironiche/metalinguistiche (con cioccolatini, o penne a sfera), alle opere ‘ebraiche’, a quelle dedicate ai numerosi paesi visitati ed amati da Mondino: Marocco, Messico, Africa, Asia Minore. Il percorso sarà corredato da un video con un’intervista all’artista.
Il catalogo
Il ricco catalogo interamente e colori, è stato pensato proprio a partire dall’impostazione della mostra, ed è incentrato sul personaggio-uomo-artista Mondino. Insieme alle opere esposte, contiene un regesto delle notevoli immagini fotografiche scattate da Mondino durante la sua lunga carriera e soprattutto nei suoi vagabondaggi per i continenti. Non un catalogo esaustivo, quindi, quanto un tentativo di evidenziare lo spessore artistico e l’inesauribile vena di ricerca dell’artista torinese – la sua idea di arte come “anomalia” e ironica messa in gioco delle regole di un mestiere “senza regole” – quello che un altro grande piemontese come Cesare Pavese aveva definito “il mestiere di vivere”.
In catalogo, testi del direttore dell’Istituzione Galleria d’Arte Moderna di Bologna, del Presidente degli Amici della GAM e del curatore della mostra.
Aldo Mondino
Nasce a Torino nel 1938. Nel ‘59 si trasferisce a Parigi, dove frequenta per due anni l'Atelier 17 di William Heyter, studia mosaico con Severini, frequenta i giovani pittori surrealisti, esperienza che lascerà le tracce nelle opere ludiche degli anni Sessanta. Nel 1960 torna a Torino. L'incontro con Gian Enzo Sperone si rivela fondamentale. Le sue opere sono aperte citazioni di pittori, da Casorati a Dine, con riferimenti al mondo pop, alla segnaletica stradale e all'universo infantile (Donna con le uova di Casorati, 1964). Da questo momento in poi, comincia ad utilizzare scritte, parole e a sperimentare materiali inusuali, come lo zucchero (Rosa di zucchero, 1972). Nel 1970, nasce la serie dei King. Partendo da un fantoccio del tutto somigliante al pittore, Mondino lo ritrae disposto come su un quadrante di un orologio. Un'operazione del tutto concettuale, legata alla magia della scansione del tempo. Questo sarà ricordato dall'artista, come il primo incontro con se stesso e con la pittura.
Nel 1976 partecipa alla 38.ma Biennale di Venezia, in cui si impegna in un parallelismo filologico tra la sua arte e la composizione di Schönberg. Dal 1985 inizia il ciclo legato ai viaggi: Marocco, Turchia, India e l'oriente in generale, con un occhio di riguardo nei confronti della Spagna con i suoi tori e toreri. Nei quadri di tema orientaleggiante, Mondino rende protagonisti personaggi della vita araba, ma anche rabbini, ortodossi, sultani turchi e danze di Dervisci, senza tralasciare personaggi più comuni come i mercanti dei bazar.
Negli ultimi anni, però, si esprime anche in quella che è una delle sue più grandi aspirazioni, la scultura, realizzando, ad esempio, una gettata in bronzo dal titolo "La mamma di Boccioni", dove il seno della donna è costituito da due grosse bocce. La sua insaziabile curiosità lo porta poi ad avvicinarsi al bricolage e alla ceramica, che interpreta anche come elemento di decoro di quadri.
A Partire dagli anni Novanta, il suo interesse si focalizza su temi orientaleggianti. Nel 1993, alla Biennale veneziana, espone una serie di quadri di grandi dimensioni, rappresentanti i Dervisci nell'atto di danzare. In questi anni, l'oriente, coi suoi volti e i suoi colori, sarà l'elemento dominante della sua poetica (Schekitah, 1994; La siesta, 1997). La passione nel realizzare lavori tridimensionali, lo porta ad utilizzare materiali particolari, come la cioccolata (Scultura un corno). Caratteristica comune alle due mostre intitolate The Bizantine World di Milano e di Roma del 1999 è, infatti, l'utilizzo esclusivo di cioccolatini. Nel 2000, compie il primo viaggio in India e realizza la mostra dal titolo Flovers, alla Birla Accademy di Calcutta.
Era un artista poliedrico Aldo Mondino, un artista che non ha mai avuto paura di andare controcorrente, anzi lo faceva per scelta. La sua vena creativa, supportata da una vasta cultura, lo portava a sperimentare continuamente, a re-inventare le correnti che lo avevano ispirato, a ironizzare sugli artisti da cui aveva voluto distinguersi, a provocare per sentirsi libero.
21
aprile 2007
Mondo Mondino
Dal 21 aprile al 16 giugno 2007
arte contemporanea
Location
VILLA DELLE ROSE
Bologna, Via Saragozza, 228/230, (Bologna)
Bologna, Via Saragozza, 228/230, (Bologna)
Orario di apertura
tutti i giorni 15.00-19.00 - Lunedì chiuso
Vernissage
21 Aprile 2007, ore 19
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore