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Gioni David Parra – Vòlti dall’alba
La pittura di Gioni David Parra – che pare aver definitivamente abbandonato la rappresentazione figurativa in cui pure aveva prodotto opere davvero suggestive, come il grande dipinto in cui ritrae Terzani che, di spalle, si allontana con passo sereno – ha l’ambizione di andare a ricercare forme nuove, abissali e ancestrali. E’ come un invito a tornare indietro, alle origini magmatiche e da lì ripartire per ritrovarci, riconoscerci
Comunicato stampa
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Il prof. Valerio Meattini, filosofo e critico già impegnato con nomi illustri dell’arte ed abituale curatore del lavoro di Parra, individua nelle opere dell’artista una profonda connotazione filosofica, tanto da intitolare questo ultimo ciclo di opere con una citazione di Nietzsche che, con estrema attualità, tende a definire la condizione dell’uomo contemporaneo.
La pittura di Gioni David Parra – che pare aver definitivamente abbandonato la rappresentazione figurativa in cui pure aveva prodotto opere davvero suggestive, come il grande dipinto in cui ritrae Terzani che, di spalle, si allontana con passo sereno – ha l’ambizione di andare a ricercare forme nuove, abissali e ancestrali. E’ come un invito a tornare indietro, alle origini magmatiche e da lì ripartire per ritrovarci, riconoscerci.
In un precedente saggio critico il prof. Valerio Meattini iniziava con questa domanda: “Come si fa a dipingere il male, il disordine, la demenza, il delirio, la disarticolazione e la disgregazione?” In tutte le epoche è stato un impegno per tanti, ed eccelsi artisti hanno lasciato opere memorabili. Analizzando quindi uno dei cicli pittorici di Parra (Dipingere l’impossibile, 2005) Meattini rilevò come egli ambisca ad essere ‘epico’, narratore a se stesso e a chi lo vuole ascoltare di una vicenda antropologica lontana e misteriosa che ci aiuti ad interpretare il presente.
Riguardo al ciclo di opere che compongono l’attuale mostra, Meattini lo definisce:
“Un tentativo estremo di rigenerazione, il suo, di novella creazione, ripartendo dagli elementi primi restituiti al loro libero gioco, alla possibilità di nuove combinazioni e nuovi esiti. Un tentativo che egli compie tendendo l’orecchio al rumore profondo del cosmo ridotto allo stato incandescente, con esplosioni di luci, voragini e abissi, mentre ogni mente è assente. La vertigine lo guida in questa ricerca. In queste sue ultime tele, Parra insegue il nietzscheano “risuonare di mari di luce” e il mettere radice negli abissi, il risalire verso il remoto che non ci prevedeva”
La pittura di Gioni David Parra – che pare aver definitivamente abbandonato la rappresentazione figurativa in cui pure aveva prodotto opere davvero suggestive, come il grande dipinto in cui ritrae Terzani che, di spalle, si allontana con passo sereno – ha l’ambizione di andare a ricercare forme nuove, abissali e ancestrali. E’ come un invito a tornare indietro, alle origini magmatiche e da lì ripartire per ritrovarci, riconoscerci.
In un precedente saggio critico il prof. Valerio Meattini iniziava con questa domanda: “Come si fa a dipingere il male, il disordine, la demenza, il delirio, la disarticolazione e la disgregazione?” In tutte le epoche è stato un impegno per tanti, ed eccelsi artisti hanno lasciato opere memorabili. Analizzando quindi uno dei cicli pittorici di Parra (Dipingere l’impossibile, 2005) Meattini rilevò come egli ambisca ad essere ‘epico’, narratore a se stesso e a chi lo vuole ascoltare di una vicenda antropologica lontana e misteriosa che ci aiuti ad interpretare il presente.
Riguardo al ciclo di opere che compongono l’attuale mostra, Meattini lo definisce:
“Un tentativo estremo di rigenerazione, il suo, di novella creazione, ripartendo dagli elementi primi restituiti al loro libero gioco, alla possibilità di nuove combinazioni e nuovi esiti. Un tentativo che egli compie tendendo l’orecchio al rumore profondo del cosmo ridotto allo stato incandescente, con esplosioni di luci, voragini e abissi, mentre ogni mente è assente. La vertigine lo guida in questa ricerca. In queste sue ultime tele, Parra insegue il nietzscheano “risuonare di mari di luce” e il mettere radice negli abissi, il risalire verso il remoto che non ci prevedeva”
10
marzo 2007
Gioni David Parra – Vòlti dall’alba
Dal 10 al 31 marzo 2007
arte contemporanea
Location
FYR ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Borgo Degli Albizi, 23, (Firenze)
Firenze, Borgo Degli Albizi, 23, (Firenze)
Orario di apertura
16-19,30 escluso lunedì
Vernissage
10 Marzo 2007, ore 17.30
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