“Si dice sempre che l’artista ha una sensibilità straordinaria, ma questa è solo un’immagine, in realtà ogni artista ha solo la capacità di non chiudere la percezione in un tempo ed uno spazio, e di non renderla funzionale ma creativa.” (F. Rebecchini).

La mostra “Fuori narrazione” di Flavia Rebecchini, ospitata nel salone Centrale del Complesso del Vittoriano di Roma giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 marzo 2007 in orario notturno dalle 22.00 all’una del mattino unisce la tela, l’installazione e la performance in un solo gesto creativo.

La personale, coordinata e organizzata da Alessandro Nicosia (Presidente di Comunicare Organizzando),con testo di Dragica Cakic, si avvale del Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma.

In “Fuori narrazione” le tele muteranno continuamente collocazione e forma durante tutta la durata della mostra. La struttura architettonica dipinta sulle garze non esprime controllo e stabilità ma piuttosto un telaio emotivo che suggerisce leggerezza e movimento.

Flavia Rebecchini eseguirà una performance in “presenza/assenza”. Non si tratta di una provocazione ma di coinvolgere il pubblico nell’insostenibile punto di contraddizione tra la scena e il fuori scena, e di proporre l’assurdo come movimento creativo.

L’intento della mostra è quello di non chiudere la percezione in un tempo ed uno spazio, in modo da renderla creativa invece che funzionale, uno sfondo per la perdita di controllo. Appare così il paradosso di affermare un’immagine, e di resistere a quella stessa rappresentazione. Ovvero: lasciare l’immagine di sé stessi ad un fluire incontrollabile.