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Amedeo Nicotra – Affreschi Mediterranei
La tela perciò, come il muro dei pittori antichi, si mette da parte per divenire specchio, secondo l’esempio delle vetrate di tante cattedrali
Comunicato stampa
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In uno dei suoi libri più ispirati, e forse il più misconosciuto, che è "Peinture et Réalité", Étienne Gilson, il grande filosofo e storico della cultura medioevale, regala una definizione straordinaria per la sua semplicità: "L'occhio desidera il bene, che è la percezione dell'essere, segno certo che il disegno è bello. Non esiste dunque alcun obbligo di preferire un 'arte specifica. Tutti i gusti non si equivalgono, ma ognuno d'essi, al suo livello, è legittimo: esso misura semplicemente l'attitudine dello spettatore a percepire la bellezza". Il legame fra le parole di Gilson e l'opera recente di Amedeo Nicotra non si trova soltanto nella tecnica dell'affresco, con la quale egli risale appunto alle origini dei grandi pittori del Medio Evo e si collega allo stesso tempo alla rinascita contemporanea di questa forma artistica. Il titolo dell'esposizione, Affreschi Mediterranei, scopre infatti il segno di una necessità ben più profonda che il mero avvicinamento alla moda attuale: è il bisogno di luce, di luce chiara che Nicotra cerca senza posa di soddisfare, e soltanto la calda e morbida consistenza dell'affresco può far scaturire vivamente i colori da una tela. La tela perciò, come il muro dei pittori antichi, si mette da parte per divenire specchio, secondo l'esempio delle vetrate di tante cattedrali: e Amedeo Nicotra possiede il più bello e sognante specchio nel mare, fin dall'infanzia quello di Favara e Agrigento, oggi quello di Siracusa. Si vede il Mediterraneo e la sua forma appare infine sotto le sembianze di uno stagno calmo: le donne, gli amanti, le case, le barche, i cortili e la morte stessa sono tutti abbracciati dal sole, e il gran cerchio del mondo si riflette nello specchio della tela del pittore con tutta la sua luce. Ma l'occhio di Nicotra, desiderando la bellezza, come dice Gilson, trova di fronte lo stagno sé stesso: l'affresco bruciante di vita e di luce mostra all'artista un nuovo Narciso con il pennello teso verso di lui. E se il mondo crea dentro la nostra anima la coscienza che siamo separati dagli oggetti e dagli uomini, altri rispetto all'esistenza materiale, la pittura di questi Affreschi Mediterranei cerca di ristabilire quindi la connessione tra Realtà e anima, e la sua luce di ritrovare il ponte tra l'Essere e il Bello nella tenerezza dell'affresco. Terminiamo di parlare di Amedeo Nicotra con le parole del Diario di André Gide, che ben si attagliano al pittore: "L'arte è quella, malgrado la più perfetta spiegazione, di mantenere ancora il mistero".
Tommaso Cimino
Tommaso Cimino
17
marzo 2007
Amedeo Nicotra – Affreschi Mediterranei
Dal 17 al 27 marzo 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA ROMA [sede definitivamente chiusa]
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Vernissage
17 Marzo 2007, ore 18.30
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