Le nuove opere di Filippo La Vaccara orientano i nostri sensi verso l’interpretazione di un altra realtà, spingendoci verso un cosmo disarmonico. Da vere ribelli si assoggettano ad una legge sola, fondamentale, una legge fisica.
Le sculture in mostra, insolentemente, gravitano impegnando masse e occupando spazio mentale, favorendo l’ingegnosa malsana macchinazione di un equivoco.
Una sfacciata pinocchietta posa sorretta dalle proprie chiome, una sfera sorridente occhieggia pronta ad essere scagliata da una bocca da fuoco, un orsetto in stato di decomposizione serve il proprio capo mozzato su un vassoio.
Non meno incerta sembra essere la sorte di una procace teen-ager dipinta sull’orlo di un baratro.
Una capriola, una menzogna paglierina, una macellazione in corso e un horror vacui !
Una “ palestra d’ardimento “ perfetta per un pensiero pronto a conformarsi ad immagini ed icone ordinarie, dalle quali almeno l'artista ha trovato scampo.
