Obiettivo talento. O talenti dietro all’obiettivo. Le abilità abbondano al Beriocafè di Genova (www.beriocafe.it, via del Seminario 16, 010/5705416), vera e propria fucina di aspiranti artisti che prosegue sul cammino delle giovani rivelazioni. Dopo il successo della mostra fotografica firmata da Diana Lapin (foto), promessa di origine polacca poi premiata nel settore delle arti visive anche nell’ambito del Cercatalenti, il testimone su pellicola passa a Elisabetta Goggi (foto), giovane fotografa di Novi Ligure (vedi Cv allegato) collaboratrice della Galleria Ellequadro Documenti di Tiziana Leopizzi (Porticato di Palazzo Ducale, Pzza Matteotti 44-46, 010/2474544, www.ellequadrodocumenti.com). Giovedì 19 aprile 07 alle ore 11.30 si terrà infatti presso il locale diretto da Paolo Vanni (foto) il vernissage della mostra “Passeggeri”, seconda tappa della trilogia dedicata agli scatti “in rosa” che si concluderà con una personale di Manuela Genta (foto). “Dopo il grande successo ottenuto dalle fotografie di Diana Lapin –dice lo stesso Paolo Vanni- abbiamo deciso di proseguire sulla strada delle artiste fotografe donne, costituendo un piccolo ciclo in cui Elisabetta Goggi è la seconda proposta”. Elisabetta vive a Novi Ligure, pendolare con Genova per studiare e lavorare. Ha vinto recentemente il concorso "Acqua e Ferro" (Nuovi Nipoti di Hudson, 2006). “La Goggi ha aperto gli occhi sulla ripetitività del quotidiano, cercando di isolarne attimi unici ed irripetibili - commenta Susanna Bianchini, critica d’arte e giornalista (vedi allegato) - Se in una grigia mattinata d'inverno un viaggiatore insonnolito, diretto come ogni giorno dal luogo in cui vive al luogo dove lavora, altrove, lontano, trasportato da un freddo metallico treno, alzasse un attimo lo sguardo dal suo solitario giornale, o distogliesse il pensiero dalle proprie preoccupazioni quotidiane, ciò che vedrebbe non sarebbe troppo dissimile dalle immagini fotografiche di Elisabetta Goggi. Ogni giorno, centinaia di lavoratori, studenti e viaggiatori occasionali, riuniti sotto la comune etichetta di "pendolari", compiono sempre lo stesso viaggio, scandito dal rumore dei treni sui binari. I volti si mescolano tra noti, forse già visti e completamente nuovi, come una scoperta quotidiana, un gioco mentale di memoria che alla fine lascia delle espressioni fugaci e indefinibili. Ne deriva una consapevolezza globale di solitudine, di impossibilità di vera conoscenza e del continuo scorrere transitorio della realtà. Una realtà che non possiamo fermare se non attraverso uno scatto fotografico”. L'obiettivo di Elisabetta, analizza volti e scenari di quotidiana anonimità, restituendoci una squisita riflessione, vista la qualità delle immagini, letteralmente su "chi siamo" e "dove andiamo". “Passeggeri –conclude la Bianchini- è una mostra che ci restituisce la purezza unica di uno sguardo, il quale s'interroga sulla realtà circostante senza lasciarla semplicemente scorrere via come un treno in transito”.