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Gianfranco Ferroni
Sessanta incisioni
Comunicato stampa
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Sessanta opere grafiche di Gianfranco Ferroni, saranno esposte alla Salamon&C. Un’esauriente mostra retrospettiva dell’artista considerato all’unanimità della critica come il maggior esponente del figurativo del secolo scorso e tra i massimi incisori italiani.
Litografie, acqueforti e puntesecche, che illustrano un percorso artistico principalmente divisibile in due fasi.
La prima, che vede le sue origini alla fine degli anni ’50, quando Ferroni lavora nel clima del surrealismo imperante.
Poi la svolta, decisiva, nel 1972, quando Ferroni inizia un cammino, oggi forse il più noto, illustrando quello che Valsecchi coniò come figurativo esistenziale: una ricerca di contenuti introspettivi ed un tratto espressivo minuto, puntuale, di grande atmosfera.
Opere che attirano l’attenzione del neofita per l’aspetto raffinatamente decorativo, e, nel contempo, sono in grado di soddisfare l’appassionato colto, alla ricerca di significati intimi e profondi, che soddisfino il bisogno d’emozione.
Grafiche che illustrano soprattutto il proprio mondo, fatto di cose d’uso comune, di interni dall’equilibrio armonico, da nature morte dove la luce regna, snodandosi fra oggetti che divengono metafora della mente umana, dei suoi pensieri, invasi di ombre, fantasmi, idee.
L’arte è luce. Ferroni lo sapeva bene. L’ha sapientemente usata sin dalle prime incisioni eseguite con l’acquaforte, quando, ancora legato al surrealismo, progettava città fantastiche dal caos solo apparente, perché già segnate da quell’ordine maniacale che riscontreremo nelle opere successive al 1972. Anno in cui svoltò verso la figurazione.
Dal percorso della mostra si evince la spiccata personalità artistica, ispirata da altre arti a lui molto care quali la musica e la poesia. Non è casuale il suo amore per autori come Garcia Lorca, da cui trasse ispirazione per i temi sociali.
Litografie, acqueforti e puntesecche, che illustrano un percorso artistico principalmente divisibile in due fasi.
La prima, che vede le sue origini alla fine degli anni ’50, quando Ferroni lavora nel clima del surrealismo imperante.
Poi la svolta, decisiva, nel 1972, quando Ferroni inizia un cammino, oggi forse il più noto, illustrando quello che Valsecchi coniò come figurativo esistenziale: una ricerca di contenuti introspettivi ed un tratto espressivo minuto, puntuale, di grande atmosfera.
Opere che attirano l’attenzione del neofita per l’aspetto raffinatamente decorativo, e, nel contempo, sono in grado di soddisfare l’appassionato colto, alla ricerca di significati intimi e profondi, che soddisfino il bisogno d’emozione.
Grafiche che illustrano soprattutto il proprio mondo, fatto di cose d’uso comune, di interni dall’equilibrio armonico, da nature morte dove la luce regna, snodandosi fra oggetti che divengono metafora della mente umana, dei suoi pensieri, invasi di ombre, fantasmi, idee.
L’arte è luce. Ferroni lo sapeva bene. L’ha sapientemente usata sin dalle prime incisioni eseguite con l’acquaforte, quando, ancora legato al surrealismo, progettava città fantastiche dal caos solo apparente, perché già segnate da quell’ordine maniacale che riscontreremo nelle opere successive al 1972. Anno in cui svoltò verso la figurazione.
Dal percorso della mostra si evince la spiccata personalità artistica, ispirata da altre arti a lui molto care quali la musica e la poesia. Non è casuale il suo amore per autori come Garcia Lorca, da cui trasse ispirazione per i temi sociali.
20
maggio 2007
Gianfranco Ferroni
Dal 20 maggio al 22 giugno 2007
disegno e grafica
Location
SALAMON FINE ART – PALAZZO CICOGNA
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
Altri orari su appuntamento
Vernissage
20 Maggio 2007, su invito
Autore