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Gianni Pettena
Due opere rispettivamente di Maurizio Mercuri e Riccardo Previdi accompagneranno la mostra personale, ad indicare come esista una forte sinergia tra il clima culturale presente negli interventi di Pettena ed alcuni presupposti progettuali oggi in campo
Comunicato stampa
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Anticipando l’apertura della 46° edizione del Salone del Mobile, neon>fdv presenta giovedì 12 aprile 2007 alle 19.00 la mostra personale dell’Architetto o meglio AnArchitetto Gianni Pettena. La mostra è a cura di Guido Molinari, promotore di eventi legati alla scena artistica più attuale. Due opere rispettivamente di Maurizio Mercuri e Riccardo Previdi accompagneranno la mostra personale, ad indicare come esista una forte sinergia tra il clima culturale presente negli interventi di Pettena ed alcuni presupposti progettuali oggi in campo. La mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative raccolte sotto la sigla Posti di Vista 07, promosse da FDVLAB -Associazione Laboratori Fabbrica del Vapore- con il contributo e il patrocinio del Comune di Milano - Settore Tempo Libero in occasione del 46° Salone Internazionale del Mobile. Dal 18 al 23 aprile la Fabbrica del Vapore ospita 14 eventi attraverso un percorso artistico-sperimentale tra design, fotografia, video, danza, arte contemporanea e teatro. Cocktail di presentazione della mostra mercoledì 18 aprile alle ore 18.30.
In mostra dunque saranno presentate alcune serie di celebri fotografie di Pettena risalenti al periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta. Si tratta di immagini che contengono in modi accentuati quelle modalità operative che hanno reso Pettena uno tra i protagonisti di rilievo nel dibattito sull’architettura e sul design contemporaneo. Ma il semplice termine architettura può essere estremamente fuorviante per identificare la sua opera. A caratterizzare i suoi interventi non vi è una prevedibile attenzione al funzionalismo, quanto una personalissima intersezione tra elementi riferibili al contesto dell’arte contemporanea, del design e dell’architettura. Proprio come accade nel clima attuale è il fattore emotivo a costituire il punto di saldatura tra questi ambiti differenti. A testimoniare questa decisa propensione alla contaminazione espressiva sarà visibile anche poltramaca, un oggetto realizzato con la sega circolare, iniziato con una particolare intenzione progettuale (poltrona) che risulta estremamente mutata in corso d’opera (amaca). Come negli approcci allo spazio esplorati da Gordon Matta Clark o da Robert Smithson, Gianni Pettena propone interventi stranianti sull’ambiente, in alcuni casi semplicemente “registrando” visivamente lo spazio, altrove intervenendo con elementi formali che alterano e destabilizzano la percezione del territorio, in modo da condurre lo spettatore verso altre mete speculative.
Sulla sua opera hanno scritto: E. Ambasz, G. Dorfles, J. Masheck, E. Sottsass jr., J. Wines, L. Prestinenza Puglisi, A. Branzi, C. Darò, L. V. Masini.
Alcuni estratti:
E’ certo, tra gli esponenti del “Radical” italiano, quello che, forse più di tutti, è riuscito ad evidenziare il rapporto interattivo fra la nuova ricerca architettonica e le espressioni artistiche contemporanee. Lara Vinca Masini (In Arte Contemporanea, Vol. II, Giunti Editore, 1989)
Così molte delle sue costruzioni, come la casa di ghiaccio, la casa di creta o la torre di tumbleweeds, hanno una loro vitalità e una loro sopravvivenza anche al di là del fatto che il momento esecutivo sia andato perduto. G. Dorfles - PRELIMINARI PER UN’ARCHITETTURA CONCETTUALE -
(…) Dopo città senza architettura, architettura senza città e oggetti senza architettura e senza città, nell’opera di Gianni Pettena emerge anche architetti senza progetto, intendendo con questa ipotesi la scissione dell’atomo disciplinare, la soglia ultima del gesto professionale come realtà energetica autonoma, non legata alla funzione costruttiva. Quella di Gianni Pettena infatti è una attività critica che si fonda sulla centralità dell’architetto (o meglio dell’an-architetto) e non più dell’architettura, dove il progetto liberato dai limiti costruttivi diventa attività concettuale, land-art, comportamento, happening. Andrea Branzi (In Gianni Pettena, Silvana Editoriale, 2003)
Per ulteriori approfondimenti invitiamo a visitare il sito: www.giannipettena.it
In mostra dunque saranno presentate alcune serie di celebri fotografie di Pettena risalenti al periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta. Si tratta di immagini che contengono in modi accentuati quelle modalità operative che hanno reso Pettena uno tra i protagonisti di rilievo nel dibattito sull’architettura e sul design contemporaneo. Ma il semplice termine architettura può essere estremamente fuorviante per identificare la sua opera. A caratterizzare i suoi interventi non vi è una prevedibile attenzione al funzionalismo, quanto una personalissima intersezione tra elementi riferibili al contesto dell’arte contemporanea, del design e dell’architettura. Proprio come accade nel clima attuale è il fattore emotivo a costituire il punto di saldatura tra questi ambiti differenti. A testimoniare questa decisa propensione alla contaminazione espressiva sarà visibile anche poltramaca, un oggetto realizzato con la sega circolare, iniziato con una particolare intenzione progettuale (poltrona) che risulta estremamente mutata in corso d’opera (amaca). Come negli approcci allo spazio esplorati da Gordon Matta Clark o da Robert Smithson, Gianni Pettena propone interventi stranianti sull’ambiente, in alcuni casi semplicemente “registrando” visivamente lo spazio, altrove intervenendo con elementi formali che alterano e destabilizzano la percezione del territorio, in modo da condurre lo spettatore verso altre mete speculative.
Sulla sua opera hanno scritto: E. Ambasz, G. Dorfles, J. Masheck, E. Sottsass jr., J. Wines, L. Prestinenza Puglisi, A. Branzi, C. Darò, L. V. Masini.
Alcuni estratti:
E’ certo, tra gli esponenti del “Radical” italiano, quello che, forse più di tutti, è riuscito ad evidenziare il rapporto interattivo fra la nuova ricerca architettonica e le espressioni artistiche contemporanee. Lara Vinca Masini (In Arte Contemporanea, Vol. II, Giunti Editore, 1989)
Così molte delle sue costruzioni, come la casa di ghiaccio, la casa di creta o la torre di tumbleweeds, hanno una loro vitalità e una loro sopravvivenza anche al di là del fatto che il momento esecutivo sia andato perduto. G. Dorfles - PRELIMINARI PER UN’ARCHITETTURA CONCETTUALE -
(…) Dopo città senza architettura, architettura senza città e oggetti senza architettura e senza città, nell’opera di Gianni Pettena emerge anche architetti senza progetto, intendendo con questa ipotesi la scissione dell’atomo disciplinare, la soglia ultima del gesto professionale come realtà energetica autonoma, non legata alla funzione costruttiva. Quella di Gianni Pettena infatti è una attività critica che si fonda sulla centralità dell’architetto (o meglio dell’an-architetto) e non più dell’architettura, dove il progetto liberato dai limiti costruttivi diventa attività concettuale, land-art, comportamento, happening. Andrea Branzi (In Gianni Pettena, Silvana Editoriale, 2003)
Per ulteriori approfondimenti invitiamo a visitare il sito: www.giannipettena.it
12
aprile 2007
Gianni Pettena
Dal 12 al 28 aprile 2007
arte contemporanea
Location
NEON>FDV
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Vernissage
12 Aprile 2007, ore 19
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