La sequenza fotografica proposta da Laura Genga attraverso una dozzina di immagini in bianco e nero, appartiene a un lavoro di indagine che unisce la ricerca del dettaglio architettonico urbano ai contenuti sociali che esso indirettamente sottende. Così, il percorso attraversa quartieri dalla fine dell'800 al 2000, prendendo ad esempio edifìci e scorci particolarmente eloquenti. A San Lorenzo l'architettura di ringhiera. A Garbatella la casa vista come unità collettiva (i cortili, i davanzali con i panni stesi, l'arredo urbano delle aree comuni). A Vigne Nuove il tentativo di applicare la

progettualità degli anni '70 del Novecento ai quartieri popolari di nuova generazione, nei quali il pensiero architettonico guarda al sociale con strutture assistenziali e rivolte all'aggregazione culturale. Il Laurentino 38 come una delle prime espressioni del concetto della "unità unica architettonica", vale a dire di una città satellite in tutto e per tutto autosuffìciente, poi, purtroppo, tradito nei fatti. Infine, realtà recentissime come il Ponte di Nona, nelle quali l'edilizia popolare residenziale trova un'altra forma ancora di espressione.

Laura Genga ha lavorato sia sulle visioni di insieme, sia su particolari "comuni", ma altrettanto significativi di quanto intende narrare, quali garage, androni, scale, balconi, finestre.


Laura Genga, 31 anni, vive e lavora a Roma, dove collabora con il manifesto e con una piccola cooperativa editoriale. Attenta alle tematiche sociali, da una decina di anni ha dedicato la propria attività fotografica a reportage che si dividono tra documentazione sociale e architettura, sempre intesa come espressione delle realtà urbane. Ha realizzato, tra gli altri, servizi sulla tossicodipendenza, sul mondo dei rom, su alcune importanti manifestazioni della stagione politica a partire dal 2002. Sua anche la partecipazione a un progetto fotografico collettivo sulla Bosnia.