Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dario Rossi – A vene scoperte
Tele ribollenti di colori, sagome umano-bestiali disarticolate e disarmate che osservano con occhi persi, paesaggi vorticosi dove alberi, soli sembrano presi in un turbine apocalittico di luce
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tele ribollenti di colori, sagome umano-bestiali disarticolate e disarmate che osservano con occhi persi, paesaggi vorticosi dove alberi, soli sembrano presi in un turbine apocalittico di luce.
Il mondo è.
L’artista, originario di Canneto sull’Oglio con alle spalle diverse personali ed importanti apprezzamenti critici, è andato acquisendo una sempre maggiore personalità e maturità espressiva oltre che, come in questa occasione, una straordinaria capacità di coinvolgimento emozionale. Le sue opere, oli di grandi dimensioni e di una matericità debordante (vari oggetti o elementi sono imprigionati nel colore), oltre i limiti della tolleranza fisica della tela, sono come grida, assalti ferini ai quali non è possibile restare indifferenti, prendono visceralmente.
Si potrebbero trovare richiami a Van Gogh, nella vertigine delle pennellate, nell’ansia esistenziale, a Soutine nei piani scomposti e traballanti di tinte accese, a Ligabue nell’urgenza espressionista di portare sul quadro la propria interiorità turbata e ribelle e nella volontà di afferrare la vita. Alla fine però Rossi, moderno naïf ed espressionista innervato di realismo genuino, terragno, rivendica un’autonomia di metodi e d’espressioni e una personalità inconfondibile, senza mezze misure. Perchè è arte di carne, di sangue, di dolore e verità: a vene scoperte appunto.
Manuela Bartolotti
L’esposizione è patrocinata dalla Provincia di Piacenza e dal Comune di Castell’Arquato, dal Castello di San Pietro in Cerro, dall'Associazione Amici di Palazzo Tè e dei Musei mantovani, con la collaborazione della Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus e del MIM-Museum in Motion.
Il Palazzo della Pretura, di epoca fine Ottocento, è ubicato a lato della splendida piazza medievale con il Palazzo Pretorio (1293), la Collegiata di età romanica (sec. XII) e la Rocca (1343).
Posto in posizione suggestiva, il Palazzo della Pretura si trova su di un terrazzo naturale, un territorio preistorico di origine marina, modellato nei secoli anche dallo scorrere del torrente Arda, sul quale si è costruito il Borgo.
Dal 1995 di proprietà del Signor Franco Spaggiari, diviene luogo d’incontro per la cultura nazionale ed internazionale, con il patrocinio delle Istituzioni.
Il mondo è.
L’artista, originario di Canneto sull’Oglio con alle spalle diverse personali ed importanti apprezzamenti critici, è andato acquisendo una sempre maggiore personalità e maturità espressiva oltre che, come in questa occasione, una straordinaria capacità di coinvolgimento emozionale. Le sue opere, oli di grandi dimensioni e di una matericità debordante (vari oggetti o elementi sono imprigionati nel colore), oltre i limiti della tolleranza fisica della tela, sono come grida, assalti ferini ai quali non è possibile restare indifferenti, prendono visceralmente.
Si potrebbero trovare richiami a Van Gogh, nella vertigine delle pennellate, nell’ansia esistenziale, a Soutine nei piani scomposti e traballanti di tinte accese, a Ligabue nell’urgenza espressionista di portare sul quadro la propria interiorità turbata e ribelle e nella volontà di afferrare la vita. Alla fine però Rossi, moderno naïf ed espressionista innervato di realismo genuino, terragno, rivendica un’autonomia di metodi e d’espressioni e una personalità inconfondibile, senza mezze misure. Perchè è arte di carne, di sangue, di dolore e verità: a vene scoperte appunto.
Manuela Bartolotti
L’esposizione è patrocinata dalla Provincia di Piacenza e dal Comune di Castell’Arquato, dal Castello di San Pietro in Cerro, dall'Associazione Amici di Palazzo Tè e dei Musei mantovani, con la collaborazione della Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus e del MIM-Museum in Motion.
Il Palazzo della Pretura, di epoca fine Ottocento, è ubicato a lato della splendida piazza medievale con il Palazzo Pretorio (1293), la Collegiata di età romanica (sec. XII) e la Rocca (1343).
Posto in posizione suggestiva, il Palazzo della Pretura si trova su di un terrazzo naturale, un territorio preistorico di origine marina, modellato nei secoli anche dallo scorrere del torrente Arda, sul quale si è costruito il Borgo.
Dal 1995 di proprietà del Signor Franco Spaggiari, diviene luogo d’incontro per la cultura nazionale ed internazionale, con il patrocinio delle Istituzioni.
01
aprile 2007
Dario Rossi – A vene scoperte
Dal primo al 29 aprile 2007
arte contemporanea
Location
ANTICO PALAZZO DELLA PRETURA
Castell'arquato, Piazza Del Municipio, (Piacenza)
Castell'arquato, Piazza Del Municipio, (Piacenza)
Orario di apertura
sabato e festivi 10-12,30 /15-19
Vernissage
1 Aprile 2007, ore 11
Autore