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Gabriella Di Trani – Vizi e visioni nel segno barocco
La mostra, è il quarto appuntamento di Erranterratico: andirivieni sul contemporaneo
Comunicato stampa
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Martedì 3 aprile 2007, alle ore 18,30 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Gabriella Di Trani. Vizi e visioni nel segno barocco, curata da Ivana D’Agostino.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 27 aprile, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
Il 18 aprile, alle ore 19,00, il mimo Rò Rocchi, terrà in galleria un’azione performativa a tema.
La mostra, è il quarto appuntamento di Erranterratico: andirivieni sul contemporaneo, ciclo tematico di approfondimento, ideato dai critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea.
Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sei artisti – Gabriella Di Trani, Pietro Celani, Alba Savoi, Salvatore Giunta, Domenico Carella e Alessandra Porfidia – differenti per formazione, scelte operative, metodologie espressive e progettualità di lavoro, si confrontano sulla complessa molteplicità delle prassi creative, sulla necessità di attraversare territori diversi per poter trovare stimoli e giustificazioni critiche alle molteplicità linguistiche e metodologiche che rappresentano il tessuto vitale della contemporaneità. L’intento critico è quello di riflettere sul presente, per cogliere le motivazioni profonde del fare arte e ipotizzare verso dove si stanno incanalando la sperimentazione e le problematiche progettuali di oggi.
L’esposizione di Gabriella Di Trani. Vizi e visioni nel segno barocco presso lo Studio Arte Fuori Centro, va coniugando insieme la cifra riconoscibile della sua ricerca pittorica, orientata fin dagli esordi con coerenza logica verso una pittura accesa nei colori d’impianto neo-pop, seppure sintetica e decorativa nelle immagini di gusto pubblicitario, con la ridondanza opulenta di gusto barocco delle cornici dei suoi dipinti. Inscindibilmente legate alle opere stesse, le cornici le inquadrano coi decori dorati di puttini, volute e ghirlande, riprodotti con tecnica digitale su vinile applicato su metacrilato. I sette vizi capitali, condannati nei Giudizi Universali di medioevale memoria e nei dipinti di Bosch con l’espiazione tra atroci tormenti, nei dipinti della Di Trani acquisiscono nuova leggerezza e, direi, quasi nuovi significati. C’è ironia nella sua pittura, dissacrazione ed anche un certo intenzionale divertissement che usa come un gioco ludico, cerebralmente raffinato, col quale tratteggia La superbia identificandola nel suo volto cinto di una corona regale: una specie di emblema araldico a decoro di una poltrona rococò tappezzata di macroscopiche rose rosse. Lo stile Di Trani, giunto negli anni ad una matura sintesi del linguaggio visivo, opera oggi sulla sottrazione e il prosciugamento per raggiungere l’essenza del messaggio: alla Lussuria, il più enigmatico dei peccati alludono due bocche invitanti, socchiuse e laccate di rossetti “a lunga durata” rossi e lucidi; mentre la Gola, considerata ignobile peccato, è vista come un’altra bocca metamorfizzata, risucchio d’incontenibile ingordigia. Compresi in un unico dipinto gli altri quattro vizi capitali – Ira, Accidia, Avarizia e Invidia –, con essi l’artista completa la sua ironica stigmatizzazione delle più inique debolezze umane, racchiudendole in cornici barocche, tuttavia di straordinaria leggerezza e trasparenza, celebrative di uno stile che aveva esaltato e privilegiato bizzarria e irregolarità, che aveva celebrato decori opulenti e fomentato emozioni violente, così simili agli eccessi condannati dei sette peccati capitali. Ad essi alludono in maniera criptica anche i titoli dei dipinti, nei quali, espunto il soggetto che li qualifica precisamente come vizio della gola piuttosto che della lussuria, si dispongono ad interpretazioni aperte e soggettive.
In mostra anche una Macchina del tempo, che riproducendo virtualmente in modo circolare un dipinto dell’artista, allude al trascorrere infinito del tempo filosofico, e Stargate : due tempi allo specchio. Quest’ultima opera ha anche un secondo titolo, Congedo, o l'immagine della fine, suggerita dal busto plastico che ne fa parte riflessa sullo specchio che gli fa da sostegno. Apparenza e realtà così equamente condivise nell’opera, il cui specchio d’appoggio è anch’esso chiuso in una cornice barocca, ricompongono l’idea del principio metamorfico barocco capace di stravolgere le certezze non così inossidabili della realtà. Un sottofondo di musiche barocche di Jean Baptiste Lully Ballet Music for the Sun King completano l’evento.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 27 aprile, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
Il 18 aprile, alle ore 19,00, il mimo Rò Rocchi, terrà in galleria un’azione performativa a tema.
La mostra, è il quarto appuntamento di Erranterratico: andirivieni sul contemporaneo, ciclo tematico di approfondimento, ideato dai critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea.
Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sei artisti – Gabriella Di Trani, Pietro Celani, Alba Savoi, Salvatore Giunta, Domenico Carella e Alessandra Porfidia – differenti per formazione, scelte operative, metodologie espressive e progettualità di lavoro, si confrontano sulla complessa molteplicità delle prassi creative, sulla necessità di attraversare territori diversi per poter trovare stimoli e giustificazioni critiche alle molteplicità linguistiche e metodologiche che rappresentano il tessuto vitale della contemporaneità. L’intento critico è quello di riflettere sul presente, per cogliere le motivazioni profonde del fare arte e ipotizzare verso dove si stanno incanalando la sperimentazione e le problematiche progettuali di oggi.
L’esposizione di Gabriella Di Trani. Vizi e visioni nel segno barocco presso lo Studio Arte Fuori Centro, va coniugando insieme la cifra riconoscibile della sua ricerca pittorica, orientata fin dagli esordi con coerenza logica verso una pittura accesa nei colori d’impianto neo-pop, seppure sintetica e decorativa nelle immagini di gusto pubblicitario, con la ridondanza opulenta di gusto barocco delle cornici dei suoi dipinti. Inscindibilmente legate alle opere stesse, le cornici le inquadrano coi decori dorati di puttini, volute e ghirlande, riprodotti con tecnica digitale su vinile applicato su metacrilato. I sette vizi capitali, condannati nei Giudizi Universali di medioevale memoria e nei dipinti di Bosch con l’espiazione tra atroci tormenti, nei dipinti della Di Trani acquisiscono nuova leggerezza e, direi, quasi nuovi significati. C’è ironia nella sua pittura, dissacrazione ed anche un certo intenzionale divertissement che usa come un gioco ludico, cerebralmente raffinato, col quale tratteggia La superbia identificandola nel suo volto cinto di una corona regale: una specie di emblema araldico a decoro di una poltrona rococò tappezzata di macroscopiche rose rosse. Lo stile Di Trani, giunto negli anni ad una matura sintesi del linguaggio visivo, opera oggi sulla sottrazione e il prosciugamento per raggiungere l’essenza del messaggio: alla Lussuria, il più enigmatico dei peccati alludono due bocche invitanti, socchiuse e laccate di rossetti “a lunga durata” rossi e lucidi; mentre la Gola, considerata ignobile peccato, è vista come un’altra bocca metamorfizzata, risucchio d’incontenibile ingordigia. Compresi in un unico dipinto gli altri quattro vizi capitali – Ira, Accidia, Avarizia e Invidia –, con essi l’artista completa la sua ironica stigmatizzazione delle più inique debolezze umane, racchiudendole in cornici barocche, tuttavia di straordinaria leggerezza e trasparenza, celebrative di uno stile che aveva esaltato e privilegiato bizzarria e irregolarità, che aveva celebrato decori opulenti e fomentato emozioni violente, così simili agli eccessi condannati dei sette peccati capitali. Ad essi alludono in maniera criptica anche i titoli dei dipinti, nei quali, espunto il soggetto che li qualifica precisamente come vizio della gola piuttosto che della lussuria, si dispongono ad interpretazioni aperte e soggettive.
In mostra anche una Macchina del tempo, che riproducendo virtualmente in modo circolare un dipinto dell’artista, allude al trascorrere infinito del tempo filosofico, e Stargate : due tempi allo specchio. Quest’ultima opera ha anche un secondo titolo, Congedo, o l'immagine della fine, suggerita dal busto plastico che ne fa parte riflessa sullo specchio che gli fa da sostegno. Apparenza e realtà così equamente condivise nell’opera, il cui specchio d’appoggio è anch’esso chiuso in una cornice barocca, ricompongono l’idea del principio metamorfico barocco capace di stravolgere le certezze non così inossidabili della realtà. Un sottofondo di musiche barocche di Jean Baptiste Lully Ballet Music for the Sun King completano l’evento.
03
aprile 2007
Gabriella Di Trani – Vizi e visioni nel segno barocco
Dal 03 al 27 aprile 2007
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20
Vernissage
3 Aprile 2007, ore 18.30
Autore
Curatore