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Graciela Iturbide – Roma
La nuova produzione dedicata alla città di Roma, commissionata ogni anno dal Festival ad un fotografo di fama internazionale, dopo Josef Koudelka, Olivo Barbieri, Anders Petersen e Martin Parr, impegna quest’anno Graciela Iturbide, la più grande fotografa messicana contemporanea
Comunicato stampa
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La nuova produzione dedicata alla città di Roma, commissionata ogni anno dal Festival ad un fotografo di fama internazionale, dopo Josef Koudelka, Olivo Barbieri, Anders Petersen e Martin Parr, impegna quest'anno Graciela Iturbide, la più grande fotografa messicana contemporanea. Allieva di Álvarez Bravo, da anni racconta il mondo attraverso il proprio sguardo raffinato e senziente, con una particolare sensibilità verso la condizione femminile, come nel lavoro realizzato per la scorsa edizione di FotoGrafia, dedicato alle donne del Mozambico e alla loro lotta contro il virus dell'HIV. “La fotografia è l'unico mezzo per uccidere la morte”. Graciela Iturbide, menziona spesso Jean Cocteau quando parla del suo modo di fare foto, quasi come se fosse una scusa per vedere il mondo e meglio capire ciò che succede attorno a noi. I suoi bianchi e nero sono sempre densi e splendidamente definiti, parlano di vita, speranze e ricerca di libertà.
Graciela Iturbide, fotografa dalla vena al contempo raffinata e surreale, racconta con un misterioso equilibrio di pieni e vuoti, analogo agli intensi bianchi e nero delle sue foto, una Roma fatta della monumentalità enigmatica e sfuggente dei frammenti. Scarti della visione quotidiana che si trasformano in immagini, come un calco percettivo della forma mobile di questa città immersa nel tempo e contagiata dal suo passaggio: una città discontinua, incongrua, architettonicamente promiscua, un grande frammento in continuo dialogo con un fuoriscena sempre vivo, presente. Una città dalle mille sfaccettature, dalle mille storie e ricordi sedimentati nei suoi muri, nei suoi paesaggi come nelle persone che la abitano.
Un contagio reciproco, quello fra Roma e la fotografa, una sorta di osmosi, in cui grazie a un’assoluta libertà di azione e a un’incredibile sensibilità , la città si fa assorbire dalla Iturbide, come si legge in trasparenza nel ricorrere di alcuni temi a lei cari, ma soprattutto la Iturbide si fa assorbire dalla città.
Marco Delogu
Graciela Iturbide è nata nel 1942 a Città del Messico. Ha studiato Cinema con particolare interesse nella sceneggiatura per poi dedicarsi allo studio della fotografia presso il Centro Universitario de Estudios Cinematográficos dell’Università Nazionale Autonoma del Messico dal 1969 al 1972. E’ qui che ha incontrato Manual Álvarez Bravo, con cui studia nel 1970 - 1971. La sua prima mostra dal titolo Tres Fotógrafas Mexicanes è stata esposta presso la Galería José Clemente Orozco a Città del Messico nel 1975. Ha realizzato mostre personali in tutto il mondo, in prestigiosi contesti quali OMC Gallery for Contemporary Art, Duesseldorf, Germany; Centre Georges Pompidou, Paris; Robert Miller Gallery, New York; Philadelphia Museum of Art, Pennsylvania; San Francisco Museum of Modern Art; e Casa del Lago, New Mexico. Le più importanti retrospettive le sono state dedicate dal Museo de Arte Contemporáneo de Monterey, Mexico (1996) e dal Philadelphia Museum of Art (1997-98). Ha ricevuto prestigiosi riconoscimeti, quali Eugene Smith Grant in Humanistic Photography (1987) e John Simon Guggenheim Memorial Felloswhip (1988). Graciela Iturbide vive e lavora a Coyoacán, Messico.
Graciela Iturbide, fotografa dalla vena al contempo raffinata e surreale, racconta con un misterioso equilibrio di pieni e vuoti, analogo agli intensi bianchi e nero delle sue foto, una Roma fatta della monumentalità enigmatica e sfuggente dei frammenti. Scarti della visione quotidiana che si trasformano in immagini, come un calco percettivo della forma mobile di questa città immersa nel tempo e contagiata dal suo passaggio: una città discontinua, incongrua, architettonicamente promiscua, un grande frammento in continuo dialogo con un fuoriscena sempre vivo, presente. Una città dalle mille sfaccettature, dalle mille storie e ricordi sedimentati nei suoi muri, nei suoi paesaggi come nelle persone che la abitano.
Un contagio reciproco, quello fra Roma e la fotografa, una sorta di osmosi, in cui grazie a un’assoluta libertà di azione e a un’incredibile sensibilità , la città si fa assorbire dalla Iturbide, come si legge in trasparenza nel ricorrere di alcuni temi a lei cari, ma soprattutto la Iturbide si fa assorbire dalla città.
Marco Delogu
Graciela Iturbide è nata nel 1942 a Città del Messico. Ha studiato Cinema con particolare interesse nella sceneggiatura per poi dedicarsi allo studio della fotografia presso il Centro Universitario de Estudios Cinematográficos dell’Università Nazionale Autonoma del Messico dal 1969 al 1972. E’ qui che ha incontrato Manual Álvarez Bravo, con cui studia nel 1970 - 1971. La sua prima mostra dal titolo Tres Fotógrafas Mexicanes è stata esposta presso la Galería José Clemente Orozco a Città del Messico nel 1975. Ha realizzato mostre personali in tutto il mondo, in prestigiosi contesti quali OMC Gallery for Contemporary Art, Duesseldorf, Germany; Centre Georges Pompidou, Paris; Robert Miller Gallery, New York; Philadelphia Museum of Art, Pennsylvania; San Francisco Museum of Modern Art; e Casa del Lago, New Mexico. Le più importanti retrospettive le sono state dedicate dal Museo de Arte Contemporáneo de Monterey, Mexico (1996) e dal Philadelphia Museum of Art (1997-98). Ha ricevuto prestigiosi riconoscimeti, quali Eugene Smith Grant in Humanistic Photography (1987) e John Simon Guggenheim Memorial Felloswhip (1988). Graciela Iturbide vive e lavora a Coyoacán, Messico.
05
aprile 2007
Graciela Iturbide – Roma
Dal 05 al 30 aprile 2007
fotografia
Location
TEMPIO DI ADRIANO
Roma, Piazza Di Pietra, (Roma)
Roma, Piazza Di Pietra, (Roma)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 12.00 alle 20.00. Chiuso il 13, 18 - 19 – 20 - 21 Aprile
Vernissage
5 Aprile 2007, ore 21
Sito web
www.fotografiafestival.it
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